Trascorsa però la giornata tra appuntamenti convegnistici di proposta ,di denuncia ed anche di divertimento si torna alla cruda realtà quotidiana che fagocita ogni buon proposito .. e tra crisi economica finanziaria , problemi di patto di stabilità ,mancati investimenti , emigrazione di cervelli ,e quant’altro ci propone crudamente un continuo arrampicarsi sugli specchi da parte di noi donne per conquistare ciò che sostanzialmente non andrebbe conquistato ma che dovrebbe stare nelle cose , nel tempo in cui viviamo,nei fatti.
Entrare nel merito dei fatti che sostanzialmente in Italia bloccano le reali pari opportunità è impresa complessa dunque solo per fare qualche esempio si può ricordare come appaia difficile ,ad oggi, sostenere un candidato donna alla Presidenza della Repubblica, od a capo di grandi Istituti di Credito o in veste di leader di grandi partiti , indi di pari opportunità predicate e non sempre praticate ” son piene le fosse ”. Ed un dato inquietante , a mio avviso, è questo sentire comune delle nuove generazioni che nel condividere responsabilità genitoriali , importante passo avanti nella corresponsabilità e nel quotidiano lavoro di crescita della famiglia, pensa no di praticare una parità che nei fatti e segnatamente nel settore lavorativo o di rappresentanza o sociale non è ancora raggiunta ed evidenzia un lungo cammino che ci deve far porre una domanda: ma oggi quale concetto di parità nelle politiche di genere si vuole perseguire?.
Alle volte mi domando :ma questo sentire di discriminazione nei confronti delle donne è un sentire comune o le donne , consapevoli della loro potenzialità, hanno già superato gli steccati e sono assolutamente coscienti del valore pari all’altro sesso e vogliono rivendicare con contezza ruoli non necessariamente apicali?? In occasione dell’8 marzo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) evidenzia , ancora una volta,il gap di genere tra donne e uomini, le donne dedicano un anno in piu’ all’istruzione rispetto agli uomini, in linea con il trend del 2009, il 60% delle laureate è donna, dato stimato in crescita al 70% entro il 2025. Studiano di piu’, ma hanno accesso piu’ limitato al mercato del lavoro e guadagnano mediamente meno
L’Ocse sottolinea ancora la differenza di genere nei percorsi formativi oltre il 70% degli studenti in Educazione e’ donna, ed ll 75% sceglie medicina o scienze sociali, ma in settori come l’ingegneria, il manifatturiero e l’edilizia un netto 70% degli iscritti e’ uomo.
Nel mercato del lavoro, l’Ocse attesta che le donne vengono pagate, in media, il 16% in meno rispetto agli uomini in Italia il dato è del 12%. L’accesso a posizioni di vertice delle donne non e’ un problema solo italiano, ma diffuso in tutta l’area Ocse .
Le donne nel settore lavorativo infatti hanno quasi sempre un “ capo“” sopra la testa. Si registra, dunque, al solito l’imperare della “androcrazia”. E come mai la crisi di oggi , di ieri e non sappiamo se anche di domani mette in discussione la, peraltro, risicata occupazione femminile?? E come mai i finanziamenti per i progetti per le politiche di genere sono tra i primi a subire tagli drastici?? E come mai il tema della violenza sulle donne è di drammatica attualità?
E come mai si è arrivati a proporre una legge che persegua il femmi nicidio? Se ci fosse stata reale parità, rispetto della femminilità , riconoscimento della dignità della donna tante donne non subirebbero abusi e tante altre donne ed uomini non combatterebbero x sostenere la fine di violenze ed abusi
Bisogna dunque ancora e con più determinazione opporsi, per ridurre ed estirpare , tutte le forme di abuso, sopraffazione, violenza e schiavitù ai danni delle donne.
Il settore lavorativo non è esente da forme di violenza ,la violenza sessuale commessa sul luogo di lavoro lede l’integrità psico-fisica del lavoratore, danneggiandone la stabilità psicologica e il rapporto con la realtà lavorativa. Sono nei fatti molte le prevaricazioni che una donna può subire sul posto di lavoro: ne sono un esempio il mobbing e la sicurezza sul luogo di lavoro.
Le donne subiscono infortuni due volte di più rispetto agli uomini per quanto riguarda le malattie professionali, generalmente collegate allo stress, tra cui quello connesso alle molestie sessuali e alle discriminazioni legate al genere.
A questi, possiamo aggiungere quei problemi causati dai luoghi di lavoro costruiti e organizzati secondo delle regole che ignorano completamente le specificità femminili. Di qui l’esigenza di porre il tema della sicurezza per le donne, quale strumento di conciliazione, nei processi di contrattazione di secondo livello.
Al fine di proteggere le vittime di violenza, si mettono a punto vari programmi . Le commissioni parlamentari “libertà civili” e “diritti della donna” hanno infatti approvato un testo sulla protezione delle donne vittime di violenza, che permette di ottenere la stessa tutela in tutti i paesi dell’unione.
Ma comunque è necessario tutelare chi è succube delle violenze, non solo attraverso strumenti legislativi perseguendo penalmente gli autori delle stesse, ma anche a livello culturale, attuando delle serie campagne di informazione, comunicazione e sensibilizzazione.
Questa mia disamina è evidentemente solo parziale , dunque quanto cammino ancora da percorrere!! ma oggi abbiamo una certezza in più non siamo sole, c’è contezza che gli uomini i nostri uomini figli , fratelli , mariti e quant’altro sono con noi , il cammino è stato lungo ma siamo assieme e nel rispetto reciproco faremo in modo che le p.o. rappresentino una sola possibilità …la libertà della scelta, quando ogni essere umano potrà scegliere liberamente chi e cosa essere allora avremo una reale dignità di parità.
Auguri a tutti donne ed uomini e con un “” ad maiora “” ci aggiorniamo al prossimo 8 marzo !