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Oltre le parole: status sociale e linguaggio del corpo

Creato il 01 dicembre 2014 da Arscreativo
Oltre le parole: status sociale e linguaggio del corpo

Molti sono gli aspetti della nostra vita quotidiana che rivelano il nostro status: la casa in cui viviamo, il lavoro che facciamo, gli amici che frequentiamo, gli abiti che indossiamo e i luoghi che preferiamo. Pochi, tuttavia, considerano che ciò che meglio riesce a definire la nostra posizione sociale è innanzitutto il nostro corpo.

Il linguaggio del corpo è parte della cosiddetta comunicazione non verbale: postura, gesti, movimenti ed espressioni rappresentano un linguaggio involontario capace di raccontare molto di noi stessi. Al nostro cervello servono solo 15 centesimi di secondo per capire se una persona ci piace e no e solo qualche secondo in più per traduce i movimenti e gli atteggiamenti della persona che abbiamo di fronte, e comprendere il suo livello di potere. Quattro sono gli elementi di cui tener conto per valutare se una persona si trova in posizione di potere o di sottomissione:

1. LO SGUARDO

Gli occhi sono lo specchio dell'anima: il modo in cui si muovono rappresenta la prima cartina tornasole della posizione sociale e gerarchica tra due persone. Come nel mondo animale, anche tra umani il modo di osservare l'altro può esprimere sentimenti di paura, terrore, interesse e dolcezza, ma principalmente è veicolo di dominanza o sottomissione.

All'interno di un gruppo, le persone guardano al leader, che a sua volta sarà concentrato su chi ha di fronte. Nel rapporto tra leader e subordinato, il primo tenderà a fissarlo dritto negli occhi senza che il secondo riesca a mantenere lo sguardo fisso a lungo.

2. LA STRETTA DI MANO

Il primo incontro è importante e stabilisce sin da subito in quale posizione gerarchica si trovano gli interlocutori. La stretta di mano trasmette inconsciamente almeno uno di questi atteggiamenti: predominio, sottomissione, uguaglianza.

Oltre le parole: status sociale e linguaggio del corpo

Chi approccia l'altro con l'intenzione di prevaricare, cercherà di mettere la mano in modo tale che il palmo sia rivolto verso il basso, comunicando così, la volontà di gestire l'incontro. La stretta di mano di chi è sottomesso avrà, al contrario, il palmo rivolto verso l'alto. Nella situazione in cui le due persone si trovino in una posizione di uguaglianza ed entrambi dominanti, le mani saranno perfettamente verticali, a esprimere parità e rispetto del potere dell'altro.

LA VOCE

Il terzo elemento del linguaggio del corpo che determina la posizione gerarchica di due interlocutori è la loro voce, in particolar modo, l'intensità, il tono e la velocità con i quali si esprimono. Contrariamente a quanto si possa pensare, parlare a volume molto alto non determina autorevolezza, ma volontà di prevaricazione: usare un tono più basso e rilassato è sinonimo di leadership e potere, mentre un tono di voce più alto denota un sottomesso che intende farsi spazio negli interessi del leader.

MOVIMENTI E POSTURA

Nel caso della postura, va fatta una distinzione del potere di "genere" tra leader donne e leader uomini e tra sottomessi e sottomesse: un leader uomo sarà più propenso a tenere le gambe aperte, le mani sui fianchi o appoggiate sul tavolo o sullo schienale di una sedia, mantenere posture e posizioni comode, rilassate e che denotino sicurezza. Una leader donna si caratterizza da posture leggermente più rigide, con le spalle ben dritte, il collo allungato e le gambe incrociate. Per quanto riguarda i sottoposti, sia uomini che donne appaiono con posture meno composte, quasi afflosciati nelle sedie, capo chino e collo teso verso il basso.

In conclusione però, è bene sottolineare che queste "regole" del linguaggio del corpo sono solo degli standard e che spesso si verificano situazioni opposte, ovvero in cui un leader è in difficoltà o una persona in posizione di sottomissione desideri apparire come un leader. Questa seconda opzione è scientificamente possibile grazie alla giusta calibrazione di testosterone, l'ormone dominante, e cortisolo, l'ormone dello stress. Come insegna l'antropologa americana Amy Cuddy "[...] i leader forti ed efficaci hanno [...] testosterone alto e cortisolo basso" e ognuno di noi può diventare ciò che vuole sembrare, semplicemente desiderandolo!

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