Oltre Silvio sempre la stessa sfida: crescere!

Creato il 22 luglio 2013 da Ilnazionale @ilNazionale

22 LUGLIO – Fra i bene informati all’interno del Tesoro, la vera mazzata sui conti pubblici arriverà a fine ottobre. E non è un caso che ieri un alto funzionario del Tesoro, parlando con Reuters, abbia detto senza giri di parole che l’Italia rivedrà i target governativi sul deficit in riferimento al 2014 nelle prossime settimane. «Che il deficit sia rivisto al 2,9% è sicuro. La questione è quando comunicarlo. È più probabile a settembre», ha spiegato il funzionario a Reuters. È facile che sia così anche per il debito pubblico.Le ultime previsioni della Commissione europea sono nefaste. E lo sono pure quelle del Fmi. Per Bruxelles il debito pubblico italiano toccherà quota 131,4% nel 2013 e quota 132,2% nel 2014. E dire che nel 2009 il livello era al 116,4 per cento. Certo, la recessione sopraggiunta a fine 2011 ha aggravato le cose, ma le stime del governo italiano sono state riviste al rialzo in modo sistematico. Anche per l’istituzione di Washington il debito italiano è da tenere sotto stretto controllo. Nello specifico, le ultimo stime del Fmi vedono un rapporto debito/Pil al 130,6% nel 2013 e al 130,8% nel 2014. E almeno fino al 2018 non ci saranno flessioni tali da portare questo valore sotto il 120 per cento. Un obiettivo che oggi sembra fin troppo ambizioso. Dunque che aspettarsi dal futuro prossimo? Nuove tasse? Mettiamo in fila la nostra storia recente…

Dieci anni di finanziarie che hanno cambiato l’Italia
“Cambiamo finanziaria” – tratto da Sbilanciamoci
http://www.sbilanciamoci.org

In tre anni e mezzo di attività, il Governo Berlusconi IV ha varato quattro manovre finanziarie per un impatto complessivo sui conti pubblici, nel periodo 2008-2014, di 265 miliardi di euro.. Tuttavia, il peggioramento della congiuntura economica nell’area euro, nonché l’aumento del costo del servizio del debito pubblico nazionale hanno richiesto un’ulteriore manovra correttiva dei conti.

A ciò ha provveduto il governo Monti con il D.L. 201/2011, che avrà un impatto complessivo sulle finanze pubbliche, nel triennio 2012-2014, di 63 miliardi di euro. Solo con un significativo piano di incentivi alle famiglie con redditi sino a 80.000 euro all’anno si potrà tentare di avviare un percorso di recupero di capacità di sostegno della domanda interna per consumi, mantenendo inalterata l’attuale pressione fiscale, consentendo così nel contempo, con questo nuovo patto tra stato e famiglie, di perseguire l’obiettivo di stabilizzare le entrate e generare positivi effetti dal dividendo della crescita attesa. Non parole, ma fatti.

Come ha anche condiviso recentemente l’AD di Fiat Marchionne “serve un piano Marshall per le famiglie”.

Carlo Rossi 

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