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L’ultima statistica sui giovani italiani oltreconfine arriva dal Censis: già qualche settimana fa avevamo notato come l’istituto avesse lanciato un sondaggio online, per studiare i nuovi flussi migratori.
Nel 47esimo Rapporto Annuale sulla Situazione Sociale del Paese la risposta: circa 1500 i questionari compilati ricevuti. In proiezione, il Censis ha calcolato il milione -circa- di italiani all’estero.
Più nel dettaglio:
-1 milione 130mila famiglie italiane hanno avuto nel corso del 2013 uno o più componenti residenti all’estero per più di tre mesi. Altre 300mila famiglie circa hanno uno o più membri in fase di progettazione della partenza, o in procinto di trasferirsi;
-quasi la metà dei giovani che si trovano all’estero (44,8%) vive ormai stabilmente in un altro Paese. Solo il 13,4% considera la sua permanenza come temporanea. Un altro 41,8% dei giovani italiani all’estero considera il suo futuro oltreconfine “ancora tutto da decidere”;
-perché emigrano? Migliori opportunità occupazionali, in sintesi. Il 67,9% lo fa per migliorare la propria condizione professionale e le chances di carriera. Il 54,3% per migliorare la qualità complessiva della vita, e poter costruire un progetto di vita, il 51,4% per la possibilità concreta di trovare un lavoro. La “voglia di fare un’esperienza internazionale” appare solo al quarto posto (43,2%): in un Paese normale, questa motivazione dovrebbe apparire al primo posto. Il fatto che nelle prime tre posizioni domini la volontà di voltare pagina e girare le spalle a un Paese in default strutturale è totalmente sintomatico della crisi profonda in cui siamo precipitati;
-a parziale consolazione, possiamo dire almeno i nostri italiani all’estero ce l’hanno fatta: il 72% dei rispondenti un’occupazione fuori dall”Italia l’ha ormai trovata, solo il 5,3% ne sta cercando una. Stupisce l’elevata presenza di imprenditori o lavoratori autonomi (9,2%): “segno di come quella che in Italia sta diventando una vera e propria “impresa nell’impresa” -l’avviare attività in proprio- all’estero rappresenti forse un obiettivo di più accessibile portata“, segnala il rapporto;
-cosa ci si lascia alle spalle, abbandonando l’Italia? Un Paese con assenza di meritocrazia a tutti i livelli (54,9%), un Paese connotato dal clientelismo e della bassa qualità delle classi dirigenti (44,1%) e da imbarbarimento culturale (34,2%).
Amen.
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