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[OM] Alfonso Berardinelli e La forma del saggio. Definizione e attualità di un genere letterario
Creato il 30 settembre 2011 da SpaceoddityUna cosa, infatti, è bene ricordare da subito: la teoria dei generi letterari è tutt'altro che recente, se guardiamo all'epoca moderna affonda le sue radici nell'Illuminismo o addirittura nel Rinascimento, e annovera una forma ancora un po' ambigua qual'è quella del "saggio". Ma di cosa stiamo parlando, esattamente? A porre la domanda ci vuole una certa audacia (dissacratorio nei confronti di molte pigre certezze accademiche) e quest'audacia, più ancora che la puntualità delle risposte, è la qualità principale di La forma del saggio, un libro di Alfonso Berardinelli, edito dalla veneta Marsilio, premio Viareggio Repaci nella sezione saggistica.
Il libro, che nasce come raccolta di saggi scritti tra il 1985 e il 2000, è diviso in due sezioni all'apparenza ben distinte: la prima parte è un corposo susseguirsi di interventi sulla forma saggistica; la seconda parte invece contiene ritratti più o meno brevi di saggisti e siccome noi siamo incapaci di leggere un libro di questo genere dalla prima all'ultima pagina in fiducia alle scelte editoriali, ci siamo precipitati a vedere un po' cosa Alfonso Berardinelli abbia mai scritto su Mario Praz o Claudio Magris, su Raffaele La Capria o George Steiner o altri ancora. Abbiamo così soddisfatto curiosità che il libro sopporta in quanto tali, perché ci troviamo di fronte a ritratti compiuti e ben rifiniti.
Ma è la prima parte che, oltre a contenere il nucleo di quest'opera, rivela le più belle sorprese. Si tratta, per altro, di un nucleo teoreticamente molto ben individuato, espresso con una chiarezza d'intenti e una sincerità che lascia immaginare il prosieguo dell'impresa:
Vorrei essere in grado di fornire una teoria della forma saggistica. Questa teoria, questo ipotetico insieme di definizioni ben coordinate, che andrebbero a costruire un chiaro edificio, mi permetterebbero di [...] rendere per così dire visibile l'esistenza autonoma e specifica di questo genere letterario ancora così misconosciuto, così lasciato in ombra dall'attività teorica. (pag. 49)
Nelle cinquanta pagine che precedono questo secondo capitolo Alfonso Berardinelli, nel tentativo di svincolare il genere letterario saggio dall'attività critica, e soprattutto critico-letteraria, aveva distinto tre tipi di saggio. Tre classi dai nomi trasparenti e ben puntati sui contenuti: il saggio di invenzione epistemologica è fondato per Berardinelli proprio sull'invenzione di un metodo nuovo di lettura dell'oggetto di studio; di contro un saggio di storia e critica della cultura caratterizzato da un "ingegno panoramico e architettonico, non micrologico e vitalistico" con una spiccata intenzione ideologica; infine, il saggio come autobiografia e pedagogia letteraria che vede l'attività critica inserirsi in un panorama creativo decisamente più complesso e influente sull'attività speculativa.
Viene subito da chiedersi in quale di queste tre categorie si porrebbe il libro di Berardinelli: se la tentazione, suffragata dall'ambizione dell'autore, è quella di collocare il libro nel primo insieme, vale la pena però di precisare che l'oggetto nel caso specifico è una novità, più ancora che l'approccio. A meno che non si voglia intendere un approccio nuovo e diverso alla letteratura, giustificato da diverse osservazioni sui generi letterari che invadono il saggio. Allora ecco che senza esitazione scavalchiamo il secondo tipo e ci addentriamo nel saggio come autobiografia e pedagogia letteraria.
Tra tutti i nomi che cita, da tutti gli schizzi, si cavano dei tratti che facilmente si addicono a una lettura splendida, sempre scorrevole nonostante le prime pagine che alludono a un territorio troppo vasto per essere padroneggiato. Ma poi lo stesso approccio dapprima ostico, di derivazione filosofica, con lo scorrere delle pagine viene giustificato da personaggi incredibilmente vivi in dialogo critico e costruttivo tra di loro o con Berardinelli stesso, tutti presenti, in qualche modo più amichevoli di quel che si potrebbe immaginare. Alcune ripetizioni, inevitabili in una raccolta di saggi originariamente distinti, ottengono un esito proficuo mettendo in discussione posizioni, del resto, mai assodate o definitive.
La seconda parte, dunque, la galleria di ritratti, insomma, acquista ancora maggiore rilievo dopo aver letto la prima cui è speculare: a un'apparente casualità antologica che può sconcertare alla vista dell'indice corrisponde un'estrema coerenza di scelte e motivazioni personali, tanto personali che Berardinelli si chiama spesso in causa, si mette alla prova nel valutare sulla propria pelle i rischi e i successi di determinati saggi a loro modo emblematici e tutti attualissimi. Ci sarebbe invece piaciuta una bibliografia che superasse le scarne note ai testi di questa seconda parte, avrebbe quanto meno aiutato a fornire uno sguardo complessivo e a indirizzare i volenterosi che volessero addentrarsi in un campo ancora insondato.
Alfonso Berardinelli
La forma del saggio. Definizione e attualità di un genere letterario
Marsilio, Venezia, 2002
249 pp.
INDICE DEL VOLUME
Introduzione
Parte prima - La critica come saggistica - Tra il libro e la vita: saggisti italiani - La forma del saggio: da De Sanctis a oggi - Scrittura saggistica e insegnamento - Critica e studio letterario: sui fondamenti epistemologici della critica - Critica letteraria e critica della cultura
Parte seconda - Mario Praz, manierista imperfetto - Sergio Solmi, un invito al saggio - Raffaele La Capria, La mosca nella bottiglia - Cesare Garboli, Falbalas - Francesco Orlando, Gli oggetti desueti - Claudio Magris, Microcosmi - Giulio Ferroni, Dopo la fine - Franco Moretti, Il romanzo di formazione - Wystan H. Auden, Lo scudo di Perseo - George Steiner, Nessuna passione spenta
Note ai testi
Indice dei nomi
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