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OM, la realtà suprema

Creato il 22 ottobre 2011 da Yellowflate @yellowflate

OM, la realtà suprema“Possa questa vibrazione dell’OM e dell’Amen congiungersi con la musica delle sfere, dissipare tutta la tua oscurità e portare gioia e comprensione nel tuo cuore” (Paramhansa Yogananda)

L’Aum, spesso traslitterato come OM, è la sillaba più sacra dell’Induismo. La sillaba OM è il Tutto: il suono primordiale che ha dato origine, con il Big Bang, all’Universo, il quale Universo viene interpretato come manifestazione stessa di questo suono.

OM evoca passato, presente e futuro e ciò che li trascende, l’Eternità; è il simbolo onnicomprensivo di tutti i suoni e li comprende come il seme comprende la pianta : dalla OM si sono formate tutte le parole, tutte le vibrazioni, tutte le melodie, anche lo stesso Silenzio quale Coscienza onnipervadente.

OM , detto anche Pranava o Aksara, è un mantra dello Yoga, un suono assoluto, indistruttibile; è la vibrazione energetica che scuote e vivifica tutte le cellule dell’organismo, purificando tutti i canali energetici. Può essere pronunciato sia a bassa che ad alta voce, sia mentalmente. Essa è la musica dello Spirito, che si eleva alle vette interiori più alte.

Il sacro suono OM è l’equivalente del suono Amen per i cristiani e Amin per gli

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ebrei. Rappresenta anche l’assoluto nei suoi tre aspetti di creatore (Brahma), conservatore (Visnu) e distruttore (Shiva).

Tra i suoni, di cui si fa uso nello Yoga, vi sono alcuni fonemi di potenza, chiamati Bija Mantra: “bija” significa “seme”: la base dunque di tutti gli altri mantra. I Bija mantra racchiudono un significato trascendente e, se correttamente eseguiti, possono produrre degli stati di coscienza profondi, attraverso le vibrazioni che raggiungono le cellule nervose, penetrano fino all’inconscio.

Il Mantra OM è il Bija mantra per eccellenza, è il mantra dei mantra. La pratica della ripetizione del mantra OM costituisce un ottimo metodo per sviluppare la capacità di concentrazione. Si ripete prolungando la O di circa due terzi e la M di un terzo, un po’ nasalizzata, quasi una “N“. Ma si può anche invertire l’ordine di lunghezza a seconda dell’obbiettivo. La sillaba OM in realtà è formata da tre lettere AUM, (il dittongo AU viene pronunciato O).

Tutti sono capaci di praticare il mantra Yoga in quanto non c’è bisogno di particolare abilità: è sufficiente essere attenti, ricettivi e abbandonare le resistenze. Il pranava-japa (la ripetizione del mantra OM, detto “pranava” perché è una sillaba densa di prana, energia) deve essere pronunciato con concentrazione, in un modo ben preciso e con energia. Anche se viene suddiviso in tre, la sua recitazione deve avvenire come un unico suono. La recitazione di OM può essere più o meno prolungata, ma è importante che termini con la

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vibrazione della M in tono più acuto del resto, anche se, come consonante labiale, prodotta a labbra chiuse. All’attacco si fanno vibrare il respiro e la lingua per mezzo della laringe e del palato come fossero una cassa di risonanza. Il suono di A è gutturale e parte dal fondo della cavità della bocca. U si ottiene dal movimento in avanti della lingua, provocato dall’emissione della forza energetica dell’espirazione e finisce sulle labbra, che a questo punto si chiudono per dare luogo alla M.

Se con la OM si vuole attivare il prana, alle tre lettere corrispondono tre fasi respiratorie, addominale per la A, toracica per la U e clavicolare per la M. L’obiettivo finale, dopo la presa di coscienza del movimento del respiro e l’interiorizzazione del suono, è quello di un controllo della propria energia respiratoria.

Nell’esistenza universale A rappresenta il piano materiale, U il piano sottile, M il piano causale cioè il non manifesto. Nell’essere umano A è correlato col corpo materiale, U con il corpo psichico e M con il corpo causale o puro spirito. Negli stati di coscienza, all’interno dell’universo uomo, A rappresenta lo stato di veglia, U lo stato di sogno, M lo stato di sogno, senza sogni.

Il primo è la “coscienza di veglia“, in cui ci identifichiamo con il nostro nome e la nostra forma, con il nostro corpo e viviamo cercando di soddisfare i desideri fisici, i desideri individuali e i progetti personali legati alla realtà esterna. La coscienza di veglia si appoggia al passato.

Il secondo livello di coscienza viene chiamato “coscienza di sogno“. Non si

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tratta del sogno fisico che facciamo durante il sonno: il sogno qui equivale agli ideali o a un modello di vita a cui dedichiamo la nostra vita. Questo ideale può essere un ideale politico, un ideale scientifico, filosofico, o religioso. Questo stato viene definito “luminoso”, perché in questo momento siamo attratti da un ideale ,un modello. Ma da dove prendiamo questi ideali? Dal passato, dalla memoria, da un ideale che qualcuno ci ha lasciato. Quindi, mentre nella coscienza di veglia siamo condizionati dalla nostra memoria personale e dai nostri ideali individuali, nella coscienza di sogno siamo condizionati dalla memoria collettiva.

Il terzo livello di coscienza è chiamato “coscienza di sonno profondo“. Anche qui la coscienza di sonno profondo non è da intendersi in senso fisico, ma psicologico e spirituale. A questo livello comprendiamo che la nostra vita è condizionata dalla memoria personale e collettiva, e che stiamo cercando di riprodurre la memoria lasciata da qualcun’altro nel passato. Allora fermiamo questo movimento dei sogni ed entriamo nella coscienza di sonno profondo. In questo livello c’è solo un profondo silenzio, c’è soltanto il presente.

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Attraverso la ripetizione di questo suono, tali stati psichici vengono superati per ricongiungersi.

Il simbolo grafico della sillaba OM è composto di tre tratti curvilinei, un semicerchio ed un punto. Il semicerchio sotto il punto indica l’infinito ed accenna al fatto che il pensiero limitato non può comprendere la profondità e l’altezza del punto che rappresenta la Coscienza assoluta. La curva inferiore più grande simboleggia lo stato di veglia, la curva piccola simboleggia il sogno mentre la curva superiore rappresenta l’inconscio o sonno profondo.

Namste OM.


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