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Omaggio a Carlo Mosso: la sua musica rivive grazie ai giovani

Creato il 25 novembre 2010 da Lapulceonline

Omaggio a Carlo Mosso: la sua musica rivive grazie ai giovaniE’ stato uno degli elementi di spicco del panorama musicale alessandrino e non solo. Il Maestro Carlo Mosso ha lasciato un’impronta profonda ed incancellabile nella mente e nel cuore di chi ha avuto il privilegio di incontrarlo, vederlo all’opera, ascoltare alcune sue composizioni. Da qui l’esigenza di ricordarlo e rendergli onore, valorizzando il suo lavoro e facendo conoscere il suo nome. E’ per questo che dal 2005, a 10 anni dalla sua scomparsa, gli è stato dedicato un Concorso internazionale di musica da camera, a cui ogni anno partecipano giovani provenienti da tutta Italia e non solo. Il rapporto di Mosso con i ragazzi, infatti, è stato molto intenso: uno dei suoi principali ideali era quello di avvicinare i giovani alla musica, insegnando ad amare il bello e l’arte in generale.

La premiazione dei vincitori dell’ultima edizione è avvenuta lunedì scorso, in occasione della Conferenza dal titolo “Carlo Mosso. La musica e il Concorso” tenutasi a Valenza, presso il Palazzo Valentino. Il duo composto da Enea Polliotto, saxofonista, e Anita Frumento, pianista, si è piazzato al primo posto a pari merito con un’altra giovane coppia di musicisti russi. “Si tratta di un risultato quasi insperato” ha commentato Polliotto, rimasto sorpreso dall’ottima organizzazione del concorso che è “sicuramente un indice di grande serietà”. Entrambi hanno sottolineato la varietà di musicisti presenti alla competizione: “C’era molta concorrenza ed alcune formazioni strumentali erano molto originali. Era la prima volta che affrontavamo un concorso come duo: alla fine il nostro impegno è stato premiato”.

La conferenza è stata anche l’occasione per ripercorrere alcune tappe che hanno caratterizzato la carriera di Mosso, mettendo in luce soprattutto la sua personalità atipica e la sua eccezionale maestria nel comporre. I Professori Andrea Bevilacqua e Giovanni Parente, organizzatori del Concorso e fondatori dell’Associazione “Oltremusica”, hanno ricordato con emozione e sentimento la figura di Mosso, raccontandola da un punto di vista umano e affettivo. “Lo abbiamo conosciuto da giovani e ci ha lasciato tantissimo. Era un uomo di cultura, con un carattere schivo e dei modi di fare a volte bruschi ma dotato di un talento ineguagliabile”. Nonostante questo Carlo Mosso non è stato un personaggio molto conosciuto, forse perchè gli è mancata la capacità di sapersi promuovere adeguatamente. Ma si sa, egli non amava parlare di sé e non si glorificava. Lui più che con le parole amava farsi sentire attraverso la musica.

Parte del suo repertorio è stato analizzato dalla Prof.ssa Letizia Romiti, che ha condotto un interessante studio sui componimenti scritti per essere suonati con l’organo, “uno strumento complesso che Mosso conosceva benissimo fin da bambino”. Questa ricerca risulta essere un punto di riferimento preziosissimo per il futuro: con un paziente lavoro di catalogazione e decifrazione si è arrivati a raccogliere decine di appunti di composizione sparsi, che molto probabilmente sarebbero andati persi. La Romiti, in proposito, è molto soddisfatta: “Dobbiamo esserne orgogliosi. Abbiamo salvato questa musica”.

E’ grazie a contributi di questo tipo che l’opera monumentale di Mosso può continuare a vivere, a far parlare di sé, ad emozionare e ad insegnare. Tutto ciò dev’essere un impulso per il futuro: far interessare ed avvicinare i giovani è il filo conduttore che tiene insieme tutti i Concorsi e le iniziative in onore di Mosso. “I ragazzi non sono tutti fannulloni” ha commentato Federico Violo, Presidente dell’Associazione “Unione Giovanile”. “Coloro che hanno partecipato a questo Concorso internazionale sono l’esempio di come ci siano giovani volenterosi e capaci: essi sono una minoranza, ma significativa”. L’augurio è che questi talenti in ascesa possano fare musica con passione e naturalità. Suonare e al tempo stesso essere felici è uno dei binomi più importanti, utile a porre le giuste basi per poter puntare in alto. “Se riusciamo a migliorare la musica che ascoltiamo, progrediamo noi stessi e in più miglioriamo l’intera società”.


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