Un veloce libretto che raccoglie articoli apparsi sul giornale online Civico 20 News (che cercherò) in cui l'autore racconta fatti di sangue avvenuti a Torino tra Otto e Novecento, con tono discorsivo e le notizie raccolte sui giornali del tempo, in particolare la Gazzetta Piemontese. Ora, non posso dire che questi crimini suscitino un interesse straordinario: accoltellamenti per lo più, guerre di bande di ragazzi, qualche strage familiare, e un gran numero di ritrovamenti casuali di scheletri. Inoltre, date le fonti ci vengono comunicati solo i fatti in maniera molto telegrafica, e giustamente l'autore non sta a ricamarvi sopra. Se ci fosse solo quello, Ombre coltelli e scheletri sarebbe poca cosa. Ma sono moltissime le notizie interessanti, di storia torinese spicciola, sparse nelle cento pagine che si leggono in un paio d'ore. Per esempio, le abitudini di vita dei barabba (giovani operai, delinquenti occasionali), gli esiti dei processi e le pene comminate, pena di morte inclusa, e soprattutto quella che per me è stata la molla che mi ha spinto a arrivare fino alla fine in fretta: l'affascinante e precisa topografia della città, la ricostruzione dei luoghi scomparsi e relativa collocazione attuale, i nomi delle strade e delle osterie, di modo che risulta facile collocare le vicende nello spazio oltre che nel tempo. E per questo perdoniamo a Milo Juliani l'uso frequente di location e altri anglicismi.
Magazine Cultura
Ombre coltelli e scheletri - Due secoli di Torino noir, di Milo Julini
Creato il 09 giugno 2014 da Consolata @consolanza
Un veloce libretto che raccoglie articoli apparsi sul giornale online Civico 20 News (che cercherò) in cui l'autore racconta fatti di sangue avvenuti a Torino tra Otto e Novecento, con tono discorsivo e le notizie raccolte sui giornali del tempo, in particolare la Gazzetta Piemontese. Ora, non posso dire che questi crimini suscitino un interesse straordinario: accoltellamenti per lo più, guerre di bande di ragazzi, qualche strage familiare, e un gran numero di ritrovamenti casuali di scheletri. Inoltre, date le fonti ci vengono comunicati solo i fatti in maniera molto telegrafica, e giustamente l'autore non sta a ricamarvi sopra. Se ci fosse solo quello, Ombre coltelli e scheletri sarebbe poca cosa. Ma sono moltissime le notizie interessanti, di storia torinese spicciola, sparse nelle cento pagine che si leggono in un paio d'ore. Per esempio, le abitudini di vita dei barabba (giovani operai, delinquenti occasionali), gli esiti dei processi e le pene comminate, pena di morte inclusa, e soprattutto quella che per me è stata la molla che mi ha spinto a arrivare fino alla fine in fretta: l'affascinante e precisa topografia della città, la ricostruzione dei luoghi scomparsi e relativa collocazione attuale, i nomi delle strade e delle osterie, di modo che risulta facile collocare le vicende nello spazio oltre che nel tempo. E per questo perdoniamo a Milo Juliani l'uso frequente di location e altri anglicismi.
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