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Omina

Da Shappare
Ieri notte un uomo camminava avanti e indietro per la mia via urlando: “Mariaaaaaaa!”, esattamente come Rocky gridava: “Adrianaaaaa!”;
l’ha fatto per un’ora, ma continuo a ignorarne il motivo.
 
Oggi sono stata dal ragazzo a cui faccio ripetizioni di latino e greco da due anni.
La famiglia è composta da:
. fanciullo sedicenne con insana passione per le moto da cross e per i Tokyo Hotel, meno per le lingue morte;
. mini cane iperattivo che mi ha fatto fuori  già venti paia di calze e salta per baciarmi in bocca;
. mamma e nonna singles napoletane, due donne splendide (e per me semincomprensibili quando interloquiscono tra loro).
Dopo tanto tempo, mi hanno convinto a fermarmi a pranzo (“Quando ti fermi, che cucino terrone??”). Io, terrorizzata (o meglio, terronizzata) da quella che mi suonava come una minaccia, ho sempre gentilmente declinato l’invito, ma oggi la mamma era febbricitante, non avevo dato preavviso perciò ho pensato: “Toh, è la volta buona, mi fermo e non ci saranno quintali di cibo pesantissimo”.
Infatti c’era la pasta al ragù. Tanta pasta al ragù.
E dieci cotolette con le patatine, otto cosce di pollo arrosto, la luganega, peperoni e mele annurca che sono stata “caldamente invitata” a mangiare (“Queste abbbrescia le trovi solo se proprio le vai a cercare”), sfogliatine.
“Lo prendi un goccino di limoncino?”.
A tavola il cane era seduto su una sedia uguale alla mia, composto.
La tv accesa sul tg2.
Schifani, Gasparri.
Intervista a La Russa.
La nonna: “Ma chi è muorto?”
 
Ho pranzato con le mie amiche ex compagne, venerdì. La mia migliore amica aveva uno squarcio sul labbro superiore: tutte hanno pensato fosse frutto della passione con il suo uomo. Io no: ho capito immediatamente che era la ceretta.
 
Mi sa che sono alla frutta.
Una mela annurca, per favore.

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