ON this wondrous sea,
Sailing silently,
Knowest thou the shore
Ho! pilot, ho!
Where no breakers roar,
Where the storm is o’er?
In the silent west
Many sails at rest,
Their anchors fast;
Thither I pilot thee,—
Land, ho! Eternity!
Ashore at last! (1)
Nel marzo 1853 Emily Dickinson mandò questa poesia (che nella nostra lingua titolerei “In questo meraviglioso mare”) all’amica Susan Gilmore a Baltimora… Si potrebbe trattare della sua prima poesia con tema la vita dopo la morte. Nella prima stanza, lei chiede al Pilota, che è Dio o un suo angelo, se può guidarla attraverso questa vita meravigliosa fino al luogo dell’eterno riposo…. La seconda stanza contiene la risposta positiva del Pilota.
Volevo dirti che quel “lei” in fondo sta per noi, cioè per me, per te, anche per lui… quindi io non mi preoccuperei.. questo viaggio che dobbiamo fare tutti – e che nel momento dei saluti addolora particolarmente – sembrerebbe vada a finire comunque bene.
(1) On this wondrous sea, CXLI, from Complete Poems (1924) by Emily Dickinson (1830–86).
Il quadro è di Ivan Konstantinovič Ajvazovskij, Marina (1864) Yekaterinburg Museum of Fine Arts (Russia).
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