Recensione
- Sleaszy Rider
- Anno: 2015
Intorno alla metà degli anni novanta il doom/death dalle atmosfere gotiche ebbe il suo momento di gloria, trainato dal successo di band come Paradise Lost, Anathema e My Dying Bride, a cui si aggiunsero molti altri gruppi da ogni parte d’Europa.
Tra le label come sempre in questi casi iniziò una gara alla ricerca della new sensation del genere, ma fu nell’underground che nacquero le proposte più interessanti.
La Holy Records in quegli anni vedeva tra le proprie file un buon numero di gruppi dalle indubbie qualità, il suo roster era composto da realtà che andavano dal death al doom, dal black classico all’avantgarde, regalando piccoli gioielli di musica estrema ed buone band, tra le quali i greci On Thorns I Lay, che a quel tempo debuttarono con l’ottimo Sounds of Beautiful Experience.
Ancora cinque lavori tra il 1997 ed il 2003, con il bellissimo Crystal Tears a fare da picco qualitativo, prima del trasferimento in Romania per finire gli studi dei due membri fondatori, Stefanos Kintzoglou (basso e voce) e Chris Dragamestianos (chitarra).
Un silenzio durato una dozzina d’anni, ed un album da completare, Precious Silence, che torna rimasterizzato e rimixato sul finire dello scorso anno, licenziato per la Sleaszy Rider e con un titolo nuovo di zecca, Eternal Silence.
Sono della partita Maxi Nil, female vocals ex Visions Of Atlantis, Fotis alle pelli, Antony alle tastiere e l’ospite Labros Kiklis al violino, anche se l’attuale line up vede la singer Anna prendere il posto dietro al microfono della bravissima musa che con la la sua voce incanta su questa opera.
Eternal Silence si apre con tutti i cliché del genere, ed almeno per chi ha vissuto in presa diretta la musica di quel periodo risulta un bel sentire, con il violino a dispensare melodie melanconiche su un tappeto di death metal che la voce brutal di Stefanos rende aggressivo e ruvido, questa è Breathing, primo brano e centro pieno.
Dalla title track in poi entra sulla scena la voce della Nil, prima a contendersi le luci della ribalta con il growl, poi assoluta protagonista dei restanti brani con il suo tono di celestiale, sulfurea e raffinata sirena.
Le atmosfere sono quelle a cui la band ci aveva abituato, d’altronde i brani sono stati scritti dodici anni fa e continuano la tradizione del gruppo, con songs più ritmate e death oriented che lasciano spazio a passaggi gothic, dalla sempre raffinata qualità, con violino e piano che accompagnano la voce dell’eterea musa, ispiratrice di viaggi adagiati sulla coltre di nebbia autunnale (People We Hurt).
Le linee seguite dal gruppo greco, sono quelle delle produzioni, se mi concedete il termine tanto di moda di questi tempi, old school e seguono il sound primigenio del death/doom dalle atmosfere gotiche, così da affiancare Eternal Silence alle opere dei vari My Dying Bride, Celestial Season, Theatre Of Tragedy, primi Within Temptation e
3rd And The Mortal.
Il settimo album degli On Thorns I Lay ha visto finalmente la luce, non fatevelo sfuggire, ve ne innamorerete perdutamente.
TRACKLIST
1. Believe
2. Breathing
3. Eternal Silence
4. Cursed
5. Life Without You
6. People We Hurt
7. Escape From Loneliness
8. One Day To Live
9. Touching The Unknown
10. Eternal Silence (bonus video)
LINE-UP
CURRENT LINE-UP
Stefanos – bass, brutal vocals
Chris D. – guitars
Anna – vox
Fotis – drums
Antony – keyboards
RECORDING LINE-UP
Stefanos – bass, brutal vocals
Chris D. – guitars
Maxi Nil – vox
Fotis – drums
Antony – keyboards
*guest: Labros Kiklis – violins