“Raggiante Genova”
E’ di qualche giorno fa il post: da On the Road a Onde Road , una sorta di invito alla partecipazione e alla condivisione.
Da quel giorno l’invito si è trasformato in incontro e l’incontro in meraviglia.
La meraviglia di una piazza di Genova, quella del Carmine, che profuma di un mercato che tarda a chiudere i battenti, di aria sottile che annuncia la pioggia ed è circondata da mura medioevali.
Meraviglia di mura, che raccontano storie del passato e storie recenti, come quella di un murales dedicato a tal “prete di strada”, la cui capacità di comunicazione e messaggio lasciano segni tangibili anche dopo la sua morte.
Meraviglia di sconosciuti che banchettano al medesimo tavolo, leggono racconti, parlano di progetti comuni mentre il suono di un pianoforte randagio copre le loro voci e di lì a poco svela il collo rigido di una pianista in estasi.
Alla fine di quel post, esortavo citando Kerouac: “unisciti al viaggio se anche per te… l’unica gente possibile sono i pazzi, quelli che sono pazzi di VITA, pazzi per parlare, pazzi per essere salvati…
Ebbene, gli sconosciuti di quel tavolo sono abbastanzi pazzi da condividere con me la loro follia, talmente pazzi da scrivere racconti, talmente pazzi da leggerli per le piazze e talmente pazzi da riproporli con me, in radio.
A questo punto se siete altrettanto pazzi da seguirci, vi presento il Collettivo Linea S:
- Andrea Fabiani
- Dario Manera
- Federica Kessisoglu
- Giulia Cocchella
- Marta Traverso
se volete conoscerli di persona e siete in quel di Genova, l’occasione giusta è il reading a pedali che si svolgerà Mercoledì 17 settembre 2014 h, 21.00 per l’evento : Settimana europea della mobilità sostenibile organizzato dalla sezione genovese della FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta).
Nelle tappe di un percorso serale in bicicletta attraverso il centro storico di Genova, leggeranno racconti e poesie che parlano di pedali, cadute, freni, catene, rapporti e ruote evocando un simbolismo che richiama quello dei poeti decadenti.
Io proverò ad inseguirli, con lo sguardo attento e l’orecchio teso in attesa del sottile suono del campanello.
dlin . . . dlin . . .
Mia terra, mia labile strada,
sei tu che trascorri o son io ?
Che importa? Ch’io venga o tu vada,
non è che un addio!
Ma bello è quest’impeto d’ala,
ma grata è l’ebbrezza del giorno.
Pur dolce è il riposo . . . Già cala
la notte: io ritorno.
La piccola lampada brilla
per mezzo all’oscura città.
Più lenta la piccola squilla
dà un palpito, e va. . .
dlin… dlin…
(tratto da “La Bicicletta” di Giovanni Pascoli)
Livia Napolitano
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