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One Road to Asa Bay: Vikings (2013) - stagione uno

Creato il 30 maggio 2013 da Silente
One Road to Asa Bay: Vikings (2013) - stagione uno
2013, Irlanda/Canada, 9 episodi, 45 min cad.
Creato da: Michael Hirst
Network: History Channel
La più grande serie metal della storia della televisione si è da poco conclusa a colpi di blood, sword, fire & steel, ma non c'è stato neanche il momento di piangere gli amati brothers-of-metal romani che su History Channel è partita Vikings, e subito a scapocciare con gli Ensiferum e gli Amon Amarth a fare da simbolico sottofondo sonoro invocando Odino e tutto il pantheon nordico.

Assieme a Banshee è stata la sorpresa della mid season, una serie che tratta la storia con una certa serietà pur senza rinunciare al buon spettacolo, un po' perché Michael Hirst è stato il boss dei Tudors, e quindi sa bene quale materiale trattare autenticamente e quale sfruttare per una serialità romanzata, un po' perché lo scenario nordico, tra foreste, fiumi, fuochi, battaglie e paganesimo incorpora già di suo un fascino di grande impatto visivo. E quindi Vikings piazza in quattro e quattr'otto uno straccio di trama su un vichingo più furbo degli altri, tale Ragnar Lodbrock, che pare tra l'altro essere realmente esistito, che mira a fare razzie in occidente e a farsi così nemico lo jarl del villaggio, interessato invece soltanto ai territori ben conosciuti dell'est, mostrando piuttosto velocemente la pasta di cui è fatta, ovvero azione, atmosfera e soprattutto personaggi, sui quali bene o male si regge l'intero intreccio.
Si tratta infatti di un incontro-scontro tra grandi personalità, caratterizzazioni tutte abbastanza particolari perché mai realmente schierate o precise, bensì ambigue, ombrose, opportuniste, a partire dal protagonista che, tra tutti, con il suo sguardo perennemente sognante e quella mezza smorfia impossibile da decifrare, incuriosisce con un carisma stratosferico pur senza che lo spettatore sia realmente mai in grado di avvicinarglisi e comprendere cosa gli passi per la testa. E lo stesso si può dire dell'amico Rollo, continuamente in bilico tra l'appoggiare Ragnar o il pugnalarlo alle spalle, o del nemico Haraldson, personaggio indubbiamente negativo nel suo egoismo ma comunque persona che si pone degli interrogativi, che nella sua pienezza di sé teme l'avversario e cerca conforto, ma in generale ogni personaggio di Vikings, anche le figure minori che appaiono giusto in qualche episodio, si mostra misterioso ora nell'aggrapparsi alle usanze culturali ora sfoggiando un comportamento imprevedibile. Forse solo la bellissima Lagherta brilla di uno spirito forte, roccioso e indomabile, un personaggio femminile finalmente di grande spessore nel suo mostrarsi energicamente ma senza sminuire la femminilità che ovviamente la contraddistingue.
Hirst scrive tutti gli episodi, e mantenere il controllo completo della serie gli permette di costruire una storia solida, potente e asciutta, abbastanza veloce e ritmata e con un crescendo ben calibrato, senza quindi perdere tempo in sfaccettature o particolari sottotrame (comunque presenti) che appesantiscano la narrazione - ma se nei primi episodi si nota questa forza narrativa nell'andamento deciso e preciso delle trame, con pochi punti mirati da raggiungere (l'esplorazione a occidente, la presa del potere, l'affermazione sui compagni), negli ultimi tre la serie si fa più enigmatica e fumosa, pare quasi sfaldarsi nello stesso modo in cui Ragnar perde il controllo di se stesso, e tra lunghe allucinazioni, introduzione di nuovi personaggi e pieghe molto amare si resta piuttosto spaesati dallo sviluppo inatteso che porta al torbido cliffhanger, di per sé comunque cosa positiva perché mostra una serie che si reinventa e fa crollare speranze nella stessa, aspra maniera in cui i personaggi si schiantano contro il cambiamento.


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