Egregio Direttore, la tornata elettorale è finita e a Reggio tutti ci diamo da fare per ricavare dai risultati l’interpretazione giusta; come è nostro stile, ci dilettiamo a cose fatte a valutare (col senno di poi) cos’è, cos’è stato, e come avrebbe potuto essere. E anche io, da buon reggino standard, intendo esternare qualche mia riflessione. Prendo spunto dalla lettera pubblicata nella rubrica “lettere a strill”, a titolo ”Onesto che Arena riconosca Reggio impantanata e avvitata su sè stessa”. Io leggo sempre le lettere della rubrica, ma quel titolo mi ha attirato se possibile ancora di più, come una calamita! Ho iniziato a leggere sperando di trovare una lettera ironica, oppure di scoprire che c’era un errore, che il titolo non corrispondeva al testo della lettera…e invece, nel testo ho trovato riconfermato il concetto: “Che Reggio si trovi impantanata e avvitata su se stessa, è chiaro a tutti coloro che l’amano e la rispettano davvero. Negarlo sarebbe puerile ed ignorante. Che il neo sindaco l’ammetta è segno di straordinaria onestà intellettuale, peraltro riconosciutagli.” Forse mi è sfuggito qualcosa: ma il neo Sindaco non è la stessa persona che era candidata alla carica con la coalizione di centrodestra? Non è quel Demetrio Arena che ha fatto di …”continuiamo insieme”…il suo motto elettorale? Non rappresenta quella coalizione che ha sempre asserito che i conti del comune sono a posto e che non ci sono problemi economici, ed ha fatto una campagna elettorale sbandierando risultati strabilianti e buona amministrazione? Trovo offensivo per la mia intelligenza attribuire ad Arena “straordinaria onestà intellettuale” da Sindaco eletto, quando lui e la sua coalizione durante la campagna elettorale non hanno fatto altro che dire il contrario. Oppure, se proprio vogliamo farlo, allora dobbiamo anche attribuirgli l’esatto contrario per il periodo pre-elettorale. Possibile che non ci si renda conto che siamo stati presi in giro per l’ennesima volta? Il neo eletto Sindaco, seppur con argomentazioni acrobatiche ha ammesso che i conti della città sono in sofferenza al punto tale da rendere necessaria la messa in vendita del patrimonio immobiliare del comune; tutto questo sfascio è avvenuto durante i due giorni delle votazioni? Due giorni prima era tutto a posto, due giorni dopo siamo nei guai? - Sulla vendita del patrimonio immobiliare rammento un tentativo di risanare i conti del comune intrapreso nei primi anni 90 dall’allora commissario prefettizio D’Aloiso, che con superficialità dettata credo da fastidio per l’incarico ricevuto mise sul mercato alloggi comunali senza alcuna tutela per gli affittuari degli stessi; con il risultato che molte famiglie corsero il rischio di rimanere in mezzo ad una strada non avendo denaro disponibile e non potendo ottenere alcun tipo di finanziamento dalle banche. Per fortuna, prima che si consolidasse il disastro il prefetto D’Aloiso lasciò il posto ad un certo Italo Falcomatà (non so se il nome dice qualcosa, a proposito di onestà intellettuale e non solo) che con la sua giunta riuscì a ricomporre i pezzi del disastro che stava per avvenire. Adesso che la crisi ha reso ancora più povere le famiglie e la disponibilità economica è praticamente pari a zero, necessita un progetto serio che preveda la tutela assoluta degli aventi diritto, sia per quanto riguarda la prelazione che per l’accesso al credito finalizzato all’acquisto dell’immobile. Per quanto riguarda invece altri tipi d’immobili (palazzi di pregio, terreni, strutture varie), ebbene attualmente il mercato è in crisi e i prezzi di vendita sono praticamente stracciati, vendere adesso sarebbe equivalente a svendere. Certo, se ve n’è la necessità reale tutto può essere una soluzione, ma su questa cosa mi viene in mente qualche titolo di giornale non tanto lontano nel tempo, anzi direi attuale, quando a seguito di un’inchiesta giudiziaria venne fuori che qualcuno era riuscito ad acquisire illegalmente un grandissimo numero di immobili in città e si apprestava ad acquisirne altri; i titoli erano più o meno tutti dello stesso tenore: “si stavano comprando la città!”. Adesso non vorrei che si stesse per ripetere la medesima situazione, considerato il fatto che sappiamo tutti qual è l’ente occulto che gestisce la maggior parte del denaro che circola in questa città; nonostante arresti e condanne a ripetizione, la guerra contro la ndrangheta non è assolutamente finita. Se il neo Sindaco Arena vorrà dimostrare le sue buone doti di amministratore, di queste cose dovrà tenere conto. Per adesso non ha dimostrato proprio niente, rappresenta solo la continuazione di quello che adesso dice di volere sanare, anche se non ne ha alcuna colpa diretta.
Pasqualino Placanica