Partita ieri l’Opa Salini Impregilo. Il costruttore romano offre 4 euro per ogni azione Impregilo. Prevista la fusione tra le due società
L’Opa Salini Impregilo punta a rastrellare almeno un altro 20-21% delle
azioni rispetto al 29,9% già detenuto. L’obiettivo minimo è, infatti, ottenere il 50% più un’azione, cosa che consentirebbe al costruttore di diventare socio di maggioranza assoluta in assemblea. In realtà, poiché l’obiettivo del Gruppo Salini consiste nella fusione tra le due società (Impregilo e Salini, appunto), e poiché ciò è possibile solo con una deliberazione in assemblea di almeno i due terzi del capitale, i Salini puntano di fatto a raccogliere un numero di titoli tale da ottenere un complessivo 67% del capitale.
Inolte, se l’Opa Salini Impregilo dovesse consentire ai Salini di arrivare a detenere almeno il 95% del capitale, la Consob li costringerebbe ad acquisire anche le azioni rimanenti a un prezzo da essa stabilito, per procedere successivamente al delisting per insufficienza di flottante libero. Tuttavia, i Salini non vorrebbero procedere alla cancellazione del titolo da Piazza Affari, per cui potrebbero varare un aumento di capitale per ripristinare un flottante sufficiente per consentire alla società di restare quotata.
Da notare, infine, che i Gavio detengono un altro 29,9% delle azioni e che, se dovessero aderire all’Opa Salini Impregilo consentirebbero all’imprenditore romano, che è anche Amministratore Delegato di Impregilo, di arrivare agevolmente al 60% del capitale. Da escludere che il gruppo di Tortona procederà ad una contro-Opa, perché non avrebbe più le motivazioni per restare in Impregilo. E non sembra che sia intenzione dei Gavio neppure restare nel capitale come azionista di minoranza. Lo scenario di una contro-Opa, tuttavia, suscita ancora oggi le fantasie di qualche azionista di minoranza, che continua a scommettere su una guerra di offerte e su un’impennata conseguente del titolo Impregilo.