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OPEN 16. Esposizione Internazionale di Sculture ed Installazioni
Creato il 31 luglio 2013 da Roberto MilaniOra il comunicato "ufficiale" e l'elenco degli artisti invitati tra i quali trova posto anche l'amico Stefano Fioresi.
OPEN 16. Esposizione Internazionale di Sculture ed Installazioni
OPEN Esposizione Internazionale di Sculture ed Installazioni celebra la sua sedicesima edizione dal 29 agosto al 29 settembre a Venezia Lido e all’Isola di San Servolo parallelamente alla Mostra d'Arte Cinematografica - La Biennale di Venezia. La mostra, ideata e curata da Paolo De Grandis, co-curata da Carlotta Scarpa è organizzata da PDG Arte Communications ed è patrocinata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Ministero degli Affari Esteri, Regione del Veneto, Provincia di Venezia. Proseguono le collaborazioni curatoriali con la presenza di Lü Peng per la partecipazione Cinese, Gloria Vallese, Ebadur Rahman per il Bangladesh e Wen-i Yang per la partecipazione Taiwanese. Nel corso dell’esposizione sarà indetta la quarta edizione del Premio Speciale Arte Laguna che sarà assegnato ad giovane artista selezionato dalla giuria del Premio Arte Laguna. Tale premio offrirà al vincitore la possibilità di figurare tra i finalisti del Premio Arte Laguna 2014 ed esporre nell’ambito del circuito organizzato dalla stessa associazione.
“Muovere ciò che è fermo, fermare ciò che si muove” diceva G.C. Argan del Signorelli, un gioco di leve e di molle per vincere l’inerzia della figura. Oggi, forse, “codificare il significante e decodificare il significato” questa la sfida di OPEN. Una scelta curatoriale linguistica, non tematica, fornire all’artista, un codice, o meglio il significante, una bandiera, un drappo, uno scampolo di tessuto di 3x1 m. Elemento grammaticale visivo che si basa su regole sintattiche legate al contesto urbano, alla configurazione spaziale, gli spazi all’aperto, l’aria del Lido di Venezia. Relazione spaziale in bilico tra sfondo e vicinanza, forma chiusa e forma aperta e poi esperienza e ancora pregnanza per rivelare la funzione del linguaggio visivo sia essa espressiva, esortativa, estetica o informativa. Quelle di OPEN sono bandiere che si sviluppano seguendo i canoni della composizione classica dell’immagine fatta di equilibrio, peso, prospettiva, ritmo, movimento, direzione e infine della simmetria. Se il curatore offre un codice all’artista sarà poi lui stesso a farlo suo, interpretarlo, manipolarlo o perfino superarlo. Interpretazione quella di Zhang Xiaogang, iBloodlines sono qui scomposti per raccontare le relazioni famigliari, sociali e collettive in Cina, si fingono fotografie, ma sono ritratti pittorici in cui le relazioni tra soggetti non sono evidenti, enigmatica impersonalità: sono quello che sembrano. Riappropriazione per Wang Guangyi, laddove l’immaginario del realismo di propaganda cinese è trasposto ad un uso pop dissacrante di forte impatto espressivo per riflettere sulla neo cultura del consumo in Cina. Assimilazione per Puni, i tessuti, gli scampoli, i canovacci di uso quotidiano cuciti l’uno all’altro svelano la loro immediatezza estetico-sensibile per muoversi verso un rapporto con l’altro che rifiuta il dominio e il possesso. Evoluzione concettuale in Barbara Taboni, visiva in Casagrande & Recalcati, Umberto Zampini, Alvise Bittente e Claudia Danieli. Appropriazione Pop per Gaetano K. Bodanza, il colore germina e si propaga in estroflessioni che danno forma a creature aliene, insetti “altri” laddove prende forza il contatto con le forze primigenie della Natura, il pensiero irriverente. Gusto pop nel quale si innesca un mondo aperto all’eterno farsi e disfarsi dell’esistenza nei lavori di Stefano Fioresi, contaminato da supereroi in un cortocircuito espressivo dal gusto fortemente drammatico nell’intervento di Ronni Ahmmed. Composizione inedita di parole per Marotta & Russo, parola come forma e contenuto. Manipolazione per Yi Zhou, uno sguardo incrociato tra bozzetti, disegni e video, sequenze visive ad intermittenza. Fino ad arrivare al superamento con Marco Nereo Rotelli, bandiere che si trasformano in dischi d’acciaio, per ricreare un cosmo nel quale le bandiere sono effigiate in una sequenziale contaminazione. Le coordinate geografiche si ampliano all’emergente contesto Taiwanese per indagare le plurime ricerche espressive di Chou Yu-Cheng, Yao Rui-Chung, Chen Chung-Hao, Tsong Pu. Al movimento delle bandiere si contrappone la stasi delle installazioni site specific presso l’Isola di San Servolo dove la materia assorbe, veicola, trasforma. I cristalli di sale di cui si nutrono le opere di Bettina Werner divengono tracce di memoria su forme e telai foggiati personalmente e che rappresentano la bellezza dell’essere della stessa natura. I pagne con cui sono realizzati i tubini di Virginia Ryan, divengono in modo tangibile significato e significante, traggono ispirazione dal suo vissuto personale in Africa, per tracciare gli eventi attuali secondo una visione schiettamente femminile. Legata al sapere manuale ed artistico del lavoro a maglia, in un percorso tra lana e cotone, Maria d’Andrea alterna il dritto e rovescio delle costanti del vivere umano in ambientazioni di apparente, incessante, mutamento. Materia che si metamorfizza nelle sezioni di tronchi d’albero di Federico Seppi nei quali i raggi midollari, nello svelare l’intento narrativo, lasciano il posto alla pura e semplice contemplazione. Materia avvolta di tasselli specchiati che assorbono e riflettono la luce nella figura distesa di Raquel Monje. Materia che si fa pigmento in Consolata Radicati di Primeglio e poi i nastri colorati di Olga Lah a creare un percorso alla recherche del significato più intimo laddove il visitatore potrà quindi dipanare il filo del gomitolo di questo ideale labirinto. Manufatto mimetico, camouflage, sguardo obliquo tra arte e architettura quello dell’artista peruviana Ana Maria Reque. Un’altalena visiva di improvvisi oscuramenti e rivelazioni nei manichini con volti di quarzo estruso del giapponese Atsushi Tawa così come nell’accumulo di Tim Ellis, itinerari di stratificazioni, ibridi materici, attivatori sensoriali fino alla riscoperta degli objects trouvée industriali di Kao Tsan-Hsing scevri da qualsiasi pretesa esegetica e dediti alla ricerca interiore. Usano parole diverse, ma parlano la stessa lingua: quella dell’immagine. Sono Cinema e Arte. Espressione in movimento perpetuo l’uno, espressione colta e fissata in un solo gesto dello stesso movimento l’altra. Non c’è conflitto tra due forme artistiche che vivono d’immagine e si nutrono del desiderio di tradurre emozioni. Si compenetrano come diretta fonte ispirativa per il progetto collaborativo pittorico, grafico e di design di Oleg Shobin, Andrei Belov e Irenkova, Bazinato e Anna Aparina The Giant Movie Affiches TOP 30 presentato da ARTPLAZ Gallery, MINSK. OPEN uno “spazio agito” che sollecita alla riflessione e diventa esso stesso strumento cognitivo. Al visitatore l’invito a sbirciare tra i possibili tracciati per scoprire poi l'ultima salvezza dell'arte: un viaggio attraverso la varietà senza posa di orizzonti, emozioni ed incontri.
Carlotta Scarpa
ARTISTI PARTECIPANTI Bangladesh - Ronni Ahmmed Bielorussia -The Giant Movie Affiches TOP 30: Oleg Shobin, Andrei Belov e Irenkova , Bazinato e Anna Aparina Cina- Wang Guangyi, Zhang Xiaogang , Yi Zhou Giappone - Atsushi Tawa Gran Bretagna - Tim Ellis Italia - Alvise Bittente, Gaetano K. Bodanza , Casagrande & Recalcati, Maria D’Andrea, Claudia Danieli, Stefano Fioresi, Marotta & Russo, Puni, Consolata Radicati di Primeglio, Marco Nereo Rotelli, Federico Seppi, Barbara Taboni , Umberto Zampini Italia / Côte d’Ivoire - Virginia Ryan Perù - Ana Maria Reque Spagna - Raquel Monje Taiwan R.O.C. - Chen Chung-Hao, Chou Yu-Cheng, Yao Rui-Chung, Kao Tsan-Hsing, Tsong Pu USA - Olga Lah, Bettina Werner
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