“Open” – Andre Agassi

Creato il 09 febbraio 2012 da Temperamente

Il tennis è come la vita, dice Agassi, ne usa lo stesso linguaggio, e Open è l’autobiografia di uno dei più grandi tennisti della storia.

Di tennis, io, non ne so nulla e, in generale, non sono una persona supersportiva o atletica. Ma questo libro non c’entra niente col tennis, o forse c’entra tutto: questo è un libro sulla formazione (e non trasformazione, come qualcuno gli ha sempre rinfacciato), sulla libertà di scelta, sulla gioia e sul dolore. È un libro sulla crescita di un uomo, che ha dedicato la vita a uno sport, sua croce e sua delizia, sua fortuna e sua gabbia.

«Non è un caso, penso, che il tennis usi il linguaggio della vita. Vantaggio, servizio, errore, break, love, gli elementi basilari del tennis sono quelli dell’esistenza quotidiana, perché ogni match è una vita in miniatura. Perfino la struttura del tennis, il modo in cui i pezzi entrano uno nell’altro come in una matrioska, rispecchia la struttura delle nostre giornate. I punti diventano game che diventano set che diventano tornei, ed è tutto collegato così strettamente che ogn ipunto può segnare una svolta. Mi ricorda il modo in cui i secondi diventano minuti che diventano ore, e ogni ora può essere la più bella della nostra vita. O la più buia. Dipende da noi.»

Questo è ciò che ho imparato del tennis (della vita) grazie a Open: è fatto di tanti momenti/partite, connessi tra loro, eppure ognuno è singolare ed a sè stante, e può succedere di passare da numero 141 a numero uno in delle settimane e vincere il Grande Slam, oppure di giocare orrendamente male con avversari che non sono alla propria altezza, lasciandosi “vincere” dalla tentazione di “voler perdere”, di mollare tutto e lasciar stare. Questo libro è un viaggio a ritroso nella memoria del suo autore, parte dalla sua ultima vittoria ripercorre tutta la sua carriera dagli inizi. Costantemente alle prese con i dubbi su chi è e cosa vuole, straziato dall’essere un tennista talentuoso e odiare il tennis, Agassi sviscera in modo sincero e autentico (e in molti tratti, commovente) la propria intrinseca contraddizione, quell’umana sensazione di esser sempre fuori posto e di non sapere qual è la propria identità. Per lui, la condizione di tennista è dettata dall’alto, da un padre burbero e tostissimo che costruisce appositamente un drago spara-palle (e distruggi identità); il tennis è la vita, nel senso che non ha alternative, e lo sforzo dell’uomo è quello di accettare questa sua vita facendola propria, accettandola, giocando secondo le sue regole, scegliendo i suoi obiettivi e i suoi traguardi.

Agassi racconta gli anni in accademia, gli allenamenti impossibili e i dolori atroci, la depressione per le sconfitte e la dolcezza delle vittorie, costantemente sotto i riflettori e alle prese con una stampa cinica e poco amabile nei suoi confronti. Scritto in modo coinvolgente e appassionato, Open è puntellato da battute ironiche e sagge riflessioni e deve lo stile trascinante al ghost writer e premio Pulitzer J.R. Moehringer, che non ha voluto apparire sulla front cover per rispetto alla vita di un altro. E in effetti, della vita di Agassi si tratta, una vita rocambolesca piena di incontri con persone incredibili o famose e costellata da momenti di panico e adrenalina estrema che non tutti possono sognarsi. Ma che risente dell’imperativo della scelta cui tutti noi dobbiamo far fronte: «Questo conflitto tra ciò che voglio e ciò che effettivamente faccio mi appare l’essenza della mia vita».

L’importanza di essere “qualcuno” (Agassi il tennista, il wildeano Ernest o chiunque altro voi siate) che può essere risolta soltanto mettendo il “sentire” al posto del “pensare”, è il viaggio che potete fare con Open – sentendo di essere con lui infine a dire «Voglio giocare soltanto un altro po’».

Bella, bellissima partita, Andre.

Azzurra Scattarella

Andre Agassi, Open, Einaudi, 2011, € 20.00


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