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Opera - Dario Argento (1987)

Creato il 13 febbraio 2011 da Lakehurst
(Id.)
Visto in VHS.

Non sto qui a descrivere la storia, è sempre il solito serial killer che ammazza, solo che al posto di un beduino che si mette ad indagare per conto proprio, abbiamo una che si ritrova sempre in mezzo ai delitti e prova a sopravvivere.

Prima cosa complimenti ad Argento. La storia sarà implausibile e molto squinternata, ma almeno è entro i limiti della decenza, con una buona dose di sospensione dell’incredulità (e del buon gusto) la si può accettare (non come il terribile “Suspiria”). Il film per il resto è un concentrato dei leit motiv del regista, il gioco del whodunit (e ormai va detto, il gioco è usurato, si capisce subito chi è l’assassino, anche perché come al solito è the last man standing), l’assassino mascherato, il gore estremo (stupenda per idea e per pudicizia nella realizzazione, la scena dell’omicidio della costumista, mai così efferato e brutale), le soggettive dell’omicida (e ancora di più la soggettiva dei corvi dentro al teatro; da urlo!!), ecc. il tutto coronato da qualche idea in più, la già citata soggettiva degli uccelli, il metodo di “tortura” della protagonista costretta ad assistere agli omicidi con degli spilli negli occhi (ma anche l’idea in se di un assassino che vuole fare vedere tutto alla protagonista è magnifica), o il battito del cuore reso anche con il movimento della macchina da presa. Le cadute di stile non mancano di certo, dalla voice off assolutamente fuori luogo, o il finale alpestre veramente imbarazzante che sembra un video dei Rammstein con Heide come protagonista.

Comunque sia un film usuale del regista, che si ripulisce dagli accessi anni ’70 migliorando decisamente, senza rinunciare allo splatter.


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