Amatissima moglie mia Dina e venerata suocera Panajiota, vi saluto per l’ultima volta. Come vi dissi giorni fa, il mio desiderio è che Dina vada a Creta per partorire; e se è maschio che prenda il mio nome. Prego Dio che vi consoli e vi dia forza, e ci perdoni se in qualche cosa abbiamo errato. Ti Bacio molto teneramente, mia carissima moglie, il tuo fedele sposo. (Konstantinos Vavourakis, di anni 28, operaio, fucilato nell’ottobre 1941 a Kessarianì-Atene con altri due compagni).
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L A L U N A D E S O L A T A
Sulle mie notti appare
luna bianca velata
dal cielo sopra il mare,
la luna desolata.
Come per eco incombe
nell’esule statura
il vento delle tombe.
Risorta alle sue mura
la luna volge all’oro
del pallido scirocco.
Si perde nell’affioro
degli alberi il rintocco
di un’aria sempre vana
e alla campagna intorno
trema dalla lontana
riva dei sogni il giorno.
-Alfonso Gatto-
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