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Operazione chiusura ospedali: Salvo Lucera

Creato il 26 maggio 2012 da Ecodifoggia @ecodifoggia

di Francesco Strippoli

Operazione chiusura ospedali: Salvo Lucera

Ospedale di Lucera

(Ecodifoggia.it) - Bari: Salvo l’ospedale di Lucera, verso la chiusura quello di Trani. È la sintesi estrema dell’incontro, ieri a Bari, tra Nichi Vendola, l’assessore alla salute Ettore Attolini e i capigruppo dei partiti che hanno votato il Piano di rientro sanitario. Ossia Pd, Sel, Puglia per Vendola, Socialisti, Idv e anche l’Udc (che è fuori dalla maggioranza, ma diede il proprio consenso al provvedimento). Il Piano di rientro si appresta ad affrontare la seconda e conclusiva fase, visto che il programma di correzione della spesa si chiude il 31 dicembre 2012. Entro quella data si provvederà ad eliminare gli ultimi 800 posti letto dei 2.200 previsti. Siamo, dunque, alla vigilia di un nuovo robusto taglio a reparti, in qualche caso alla conversione di ospedali in poliambulatori. Sicché alle originarie 18 strutture destinate alla chiusura, se ne aggiungeranno presto diverse altre. È il caso di Fasano, Nardò, Conversano e Goia del Colle, delle cui vicende si è detto spesso negli ultimi mesi. Non spariranno: saranno riconvertiti e perderanno il codice di ospedali, con conseguente soppressione di posti letto. La riunione di ieri, tuttavia, serviva a sciogliere il nodo attorno ad altri ospedali: Lucera e Manfredonia (in provincia di Foggia), Trani (Bat), Mesagne (Brindisi). È stato deciso di salvare i due ospedali foggiani. A rischio era soprattutto quello di Lucera: rimarrà attivo, a salvaguardia dell’area del Sub Appennino Dauno, considerata debole dal punto di vista dell’offerta ospedaliera. Ragionamento diverso per Trani, 120 posti letto e molto vicino a strutture meglio attrezzate, come Barletta e Andria.

Proprio in quest’ultima città, peraltro, è prevista la costruzione di un nuovo ospedale, a servizio della zona. La struttura di Mesagne conta solo una cinquantina di letti (le disposizioni in vigore parlano di chiudere quelli inferiori ai 70) e soprattutto è lontana solo pochi chilometri dal «Perrino» di Brindisi. Tuttavia, si è deciso di soprassedere, forse anche in considerazione del clima di prostrazione in cui si versa la città dopo l’attentato del 19 maggio alle stundenti mesagnesi. Degli 800 posti letto da tagliare, 300 riguardano i privati, 130 gli enti ecclesiastici, 370 il pubblico. La mappa è pronta: l’Asl Bari ne perderà 190, Foggia 90, Lecce e Brindisi 60 ciascuna, Taranto ne guadagna 6 (con un nuovo reparto di Pneumologia). La Bat ne perde 19: significa che un centinaio dei 120 posti persi da Trani saranno redistribuiti nella provincia. I punti nascita, come previsto, scenderanno da 42 a 21. E spariranno diverse Utic (unità di terapia intensiva cardiologica). Martedì prossimo Attolini e i capigruppo torneranno a vedersi. L’Udc, Salvatore Negro, avverte: «Non faremo sconti: prima di sostenere nuove iniziative vogliamo vedere quali garanzie, anche in termini di servizi alternativi, saprà fornire Attolini. Finora, il governo regionale non ha tenuto fede agli impegni presi».


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