Con l’”Operazione Diabolik” condotta stamane all’alba in Gallura, i carabinieri del comando provinciale di Sassari hanno sgominare una banda di ladri composta da 20 romeni, in particolare 14 uomini e 6 donne, di eta’ compresa tra i 20 e i 30 anni: sono accusati di associazione per delinquere e di furto aggravato. Coordinati dal pm della Procura di Tempio Pausania, Riccardo Rossi, i militari di Olbia hanno chiuso il cerchio stamani con l’esecuzione delle 20 ordinanze di custodia in carcere firmate dal gip Vincenzo Cristiano, al termine di un’indagine cominciata all’inizio dell’anno. Sono 16 i furti accertati compiuti dalla banda, fra la Gallura, il Sassarese, l’Ogliastra, in Nuorese e il Cagliaritano, in particolare a Olbia, Budoni, San Teodoro, Aglientu, Golfo Aranci, Villagrande Strisaili, Valledoria, Tortoli’, Posada, Abbasanta e Guspini.
Parte della refurtiva e’ stata restituita ai legittimi proprietari.
Tra gli arrestati c’e’ anche il romeno fermato dalla polizia stradale di Olbia, nei giorni scorsi, mentre trasportava uno zaino contenente settanta chili di monete, per un valore di circa 5mila euro. L’inchiesta ha riservato un colpo di scena, proprio durante l’esecuzione degli arresti di stamani. I carabinieri hanno infatti intercettato e arrestato in flagranza altri quattro romeni, probabilmente collegati alla banda, reduci da una trasferta a Sassari nel corso della quale aveva svaligiato un bar tabacchi vicino all’Agenzia delle Entrate, da dove sono stati sottratti stecche di sigarette, monete e un notebook. “Si tratta – ha affermato il comandante provinciale dell’Arma, Francesco Atzeni, in una conferenza stampa a Olbia – di una banda modulare, con ruoli definiti e interscambiabili. C’era chi effettuava il sopralluogo e chi si occupava di effettuare il colpo, scegliendo obiettivi relativamente poco rischiosi, come bar-tabacchi, stazioni di servizio e altri esercizi che detengono slot machine e cambiamonete. Di solito la refurtiva veniva nascosta dagli autori dei furti e recuperata, in seguito, dalle donne”. Decisiva si e’ rivelata la presenza di telecamere all’esterno e all’interno dei locali ‘visitati’ dalla banda.
Grazie a uno dei filmati, registrati in una stazione di servizio di San Teodoro, i militari sono stati in grado di acquisire elementi importanti per l’identificazione dei malviventi. Per questo il comandante provinciale dei carabinieri ha lanciato un appello agli esercenti affinche’ provvedano a tutelarsi, installando telecamere a circuito chiuso. (AGI) .