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Operazione Flanker, a che punto sta il “caso Piacenza”

Creato il 16 febbraio 2012 da Ilgrillotalpa @IlGrillotalpa

Operazione Flanker, a che punto sta il “caso Piacenza”Circa un mese fa scattava la cosiddetta “Operazione Flanker”, operazione antidroga dei Carabinieri che coinvogeva anche il mondo del rugby a cavallo tra Lombradia ed Emilia.
Bene, che fine ha fatto? Quale la situazione? Domenica a a Piacenza – città “cuore” dell’operazione – verrà distribuito il giornalino della Banca Farnese Lyons in occasione della partita col Firenze. Il giornalino conterrà l’articolo che vi propongo, firmato da Giacomo Spotti, giornalista di un quotidiano piacentino. Spotti ripercorre la vicenda e rileva come in realtà il mondo del rugby c’entri davvero in maniera molto marginale.

Molto rumore per nulla. O quasi. Alla fine del mese di gennaio l’operazione Flanker, condotta dai Carabinieri di Piacenza del comandato Rota Gelpi e sviluppata operativamente dal capitano del nucleo investigativo Rocco Papaleo ha portato, sul territorio nazionale, all’arresto di 37 persone. Operazione eccellente perché il mondo della droga va combattuto con tutte le forze e i Carabinieri lottano ogni giorni questa difficile guerra. Tuttavia l’operazione Flanker ha avuto anche un altro lato della medaglia – pessimo verrebbe da dire – perché ha travolto il mondo del rugby che di punto in bianco si è ritrovato, come se fosse il mostro di turno, sotto i riflettori. I soliti invidiosi non hanno perso l’occasione con stupidi commenti del tipo “visto anche voi non siete puliti” mentre gli amanti della palla ovale hanno serrato le fila per difendersi dagli attacchi. Ma andiamo con ordine ed analizziamo i fatti perché, guardandoli a freddo e scendendo nei particolari, si nota chiaramente come tutta la vicenda abbia subito una pesante distorsione verso il mondo del rugby semplicemente perché, sempre intonso da queste accuse, ha dato più visibilità anche all’Arma stessa dei Carabinieri di Piacenza che nonostante l’ottimo lavoro ha sottolineato (nel materiale fornito alla stampa) eccessivamente il coinvolgimento, in realtà minimo, del rugby piacentino.

OPERAZIONE FLANKER - Il blitz condotto dagli uomini del capitano Rocco Papaleo ha portato all’arresto di 17 persone, tra cui Nereo Filippo Maserati, flanker nella scorsa stagione tra le fila del Piacenza Rugby e 33 denunciati in stato di libertà. Questo a Piacenza, in totale invece la maxi operazione condotta nelle provincie di Piacenza, Parma, Varese, Pavia, Lodi e Milano ha portato all’arresto di 37 persone (19 ordinanze di custodia cautelare e 18 arresti in flagranza di reato) e un sequestro di circa 10 kg di sostanze stupefacenti. Da quanto emerso nella conferenza stampa infatti l’ex flanker del Piacenza Rugby, Filippo Maserati – che svolgeva anche l’attività di buttafuori – era il centro di un proficuo spaccio di cocaina e hascisc insieme alla sua compagna Maria Chiara Borella (campionessa italiana body building ove 52 kg natural) l’attività di spaccio delle sostanze stupefacenti (che arrivavano attraverso un gruppo di albanesi) avvenivano sia durante l’orario di lavoro sia durante le manifestazione sportive. Nel comunicato stampa dei carabinieri si legge che lo spaccio delle sostanze stupefacenti avvenne sia in occasione dell’incontro amichevole Italia-Australia a Firenze, sia durante le partite del 6 Nazioni sia durante le partite dei Mondiali. Purtroppo tra le partite indicate c’è anche il derby di ritorno del 10 aprile tra il Piacenza Rugby e la Banca Farnese Lyons, partita che sul campo decretò la retrocessione dei biancorossi mentre sugli spalti e negli spogliatoi – si legge a chiare lettere – avvenivano gli scambi di droga. C’era poi scritto del coinvolgimento di 13 rugbisti di serie A, B e C. Analizzando tuttavia i fatti si notano delle eccessive sottolineature e partiamo proprio dai 13 rugbisti coinvolti. In realtà questo numero che detto così farebbe impressione, va ridimensionato perché solo due di questi (Filippo Maserati e Fouad Hirate, ex Fiorenzuola) è finito agli arresti, due sono solo denunciati per mancanze di prove e nove segnalati come assuntori. E’ un dato importante perché i Carabinieri parlano di mondo del rugby coinvolto, in realtà ci sono solo due posizioni pericolose. Inoltre nello stesso comunicato consegnato alla stampa si parla di spaccio durante i Mondiali che, come ben tutti sanno, si sono svolti in Nuova Zelanda. Anche qui se entriamo nei dettagli si capisce come sia distorsivo rispetto alla realtà: lo spaccio avveniva mentre alcune persone si ritrovano a vedere le partite in televisione (e questo c’è scritto) tuttavia (e questo non c’è scritto) non è possibile affiancare il mondo del rugby alla droga perché alcuni si ritrovano a consumarla davanti a delle partite in televisione. Insomma, il tutto si riduce poi in sintesi al fatto che c’era una persona, solamente, che aveva un giro di spaccio piuttosto avviato ma tanto è bastato, in virtù del suo essere giocatore di rugby, per far sembrare questa operazione come un colpo al mondo ovale. Si è deciso di mettere nel simbolo sulla cartella di presentazione un lupo – immagine del nucleo operativo – che morde una palla da rugby chiamandola con un nome inequivocabile: Operazione Flanker. Due aspetti che inevitabilmente hanno dato un imprinting avvelenato di quanto era successo. Palla da rugby, ruolo del gioco e 13 giocatori coinvolti sono l’incipit scritto dai Carabinieri. Ma l’arresto di due sole persone è troppo poco per giustificarne l’uso. E allora? E allora si scopre che nella stessa operazione un’intera squadra di calcio dilettantistica – di cui non è stato comunicato il nome – è stata rifornita di droga in un ristorante della provincia da uno degli arrestati. Dunque, essendo una squadra di calcio formata da circa 22 persone, si sarebbe potuto chiamarla tranquillamente: Operazione terzino destro. Oppure Operazione Muscoli visto che uno dei centri di spaccio sembra sia una body builder. Invece no, si è scelto il rugby, perché – non ce ne vogliano i Carabinieri ma qui la tirata d’orecchie è doverosa – era un mondo intonso da inchieste e questo, psicologicamente e giornalisticamente, avrebbe fatto guadagnare le prime pagine dei giornali a un’operazione che, se legata al mondo del calcio dilettantistico, non avrebbe ottenuto la stessa cassa di risonanza nazionale. I rugbisti erano vergini da queste accuse e quindi avrebbero fatto “più notizia” dando maggior rilevanza all’operazione. In sostanza diciamo ai genitori che l’operazione Flanker non ha toccato il mondo del rugby. Ha arrestato due mele marce (di cui uno, Fouad Hirate, solo marginalmente coinvolto in questo sport) e forse sì, come in ogni altro ambito della vita, dagli uffici di lavoro alle discoteche, dai bar alle tribune di uno stadio, qualcuno consuma droga. Anzi, accogliamo l’operazione dei Carabinieri come un qualcosa di positivo: quei pochissimi che sgarravano alle regole adesso non ci sono più e potete tranquillamente mandare i vostri bambini a giocare questo splendido sport, uno dei pochi capace di veicolare valori di altissimo livello. Non dimenticatevi mai che durante il terremoto dell’Aquila la squadra locale di rugby andò in giro per la città semidistrutta a salvare le persone in difficoltà, tanto per fare il primo esempio che balza alla mente. I Carabinieri invece sono invitati con un loro stand a presenziare nel concentramento del primo maggio.


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