La bellezza di 692 opere pubbliche incompiute e 3,5 miliardi di euro buttati al vento sono l’enorme e vergognoso spreco di risorse destinate alla collettività.
Sono 692 i progetti che non possono essere più completati o che non si riesce a prevedere la conclusione dei lavori, per un valore di tre miliardi e mezzo di euro. Scuole, strade, ospedali, dove i lavori sono rimasti a metà, sono un patrimonio ormai non più disponibile, e questo per tre motivi.
Il perchè delle opere pubbliche incompiute.
La ragione principale della sospensione è la mancanza di fondi, anche a causa del lievitare dei costi in corso d’opera degli appalti, e questo per il 41% dei casi, che contano 284 opere pubbliche incompiute. Quantomeno bizzarro e disarmante è il numero di errori di progettazione e cause tecniche riguardanti 214 strutture (il 31%). Infine, per il 28% (194 incompiute) la causa è da ricercarsi nel fallimento delle imprese appaltatrici incaricate.
Il problema colpisce soprattutto il centro-sud, dove il Lazio detiene il triste primato della Regione con più incompiute, con 82 progetti da ultimare, seguito dalla Sardegna con 68 e dalla Sicilia con 67 scheletri di cemento.
La Vela Calatrava e la Nuvola Fuksas.
I casi più clamorosi sono la Vela dell’architetto spagnolo Santiago Calatrava a Tor Vergata e la Nuvola dell’architetto Massimiliano Fuksas nel quartiere dell’Eur, ambedue a Roma.
Il progetto della Vela di Calatrava, iniziato nel 2005, quando il Sindaco era Walter Veltroni, era destinato ad ospitare i Campionati mondiali di nuoto del 2009 e prevedeva un costo di 60 milioni di euro. Poi i lavori si protrassero ed i costi lievitarono fino a 600 milioni. Nel 2008, dopo avere speso 240 milioni, la successiva giunta del Sindaco Gianni Alemanno decise allora di sospendere i lavori e di far disputare i Campionati mondiali al Foro Italico.
La Nuvola di Fuksas (Nuovo Centro Congressi) fu avviata nel 2008 e furono stanziati 275 milioni di euro, che negli anni divennero più di 413. Nel 2013 furono stanziati altri 100 milioni con l’intenzione che i lavori terminassero entro l’Expo 2015, ma furono interrotti nel 2014 e chissà se e quando riprenderanno.
Per il completamento servono parecchi altri soldi.
Infrastrutture sociali e opere stradali sono le opere pubbliche incompiute che restano più spesso senza copertura, ed in molti cantieri conoscere la data di fine lavori è praticamente impossibile.
Da qui la proposta del Codacons al Governo: bloccare qualsiasi nuovo appalto pubblico almeno fino a quando non saranno terminati i lavori già cantierati.
Al danno poi si aggiunge la beffa, dal momento che per completare le strutture abbandonate o ad un passo dal collaudo servirebbero ancora la bellezza di 1,3 miliardi di euro.
Burocrazia, ritardi, appalti anche truccati, soldi pubblici stanziati come fossero bruscolini, prezzi che lievitano in modo ignobile e forse anche doloso, fallimenti delle ditte appaltatrici, errori tecnici di ingegneri e architetti compiacenti e incapaci, collusioni varie. Dimentico qualcosa?
Credo che ogni altro commento sia inutile, possiamo solo dire: VERGOGNATEVI.