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Ophelia ieri ed oggi

Creato il 07 novembre 2013 da Sweetamber
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John Everett Millais – Ophélie

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Silvia Camporesi – Ofelia

Una delle figure più sventurate e più raffigurate di tutta la drammaturgia shakespeariana: Ofelia, figlia di Polonio ed innamorata di un (folle?) Amleto egocentrico che la porta prima alla follia quindi al suicidio. Una figura femminile in cui Shakespeare concentrò grazia ed innocenza, unica fra tutte le donne delle sue tragedie o commedie ad essere realmente innocente e pura.
La sua follia è un altro di quei casi in cui i sentimenti di una donna vengono interpretati come espressione di squilibrio mentale e quindi registrati sotto la linea della pazzia; ma Ofelia è completamente in sé quando decide di uccidersi per il dolore di vedere l’amato perdere il senno e non contraccambiare il suo sentimento.
Donna fragile ma forte, sfruttata dal padre come mezzo di raccolta informazioni perché Amleto è uomo quindi debole di fronte alla carne femminile e suicida per la libertà e l’indipendenza: una donna rivoluzionaria più spesso vista come vittima.
Il ritratto di Millais è del 1852 e per realizzarlo l’artista impiegò una modella che rischiò l’assideramento: difatti dovette immergersi in una vasca e rimanere in posa per ore mentre il pittore la ritraeva.

Il secondo lavoro è una fotografia di Silvia Camporesi e risale al 2004. Silvia è una fotografa romagnola che si è specializzata in questo settore dopo la laurea in filosofia all’Università di Bologna, fotografa dal 2003 e la trovate qui. La sua Ofelia sembra quasi un fiore sbocciato che affiora leggermente sulla superficie dell’acqua, nonostante si avvicini per posa ed elementi costruttivi al dipinto di Millais (a cui un po’ tutti gli artisti successivi si sono ispirati per ritrarre questo soggetto, diciamocelo).
C’è anche chi, come Ellen Kooi, ritrae una Ofelia più moderna, meno romanticamente proiettata

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Reylia Slabi – Bleeding heart


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