Un post del genere volevo scriverlo da un po', ma la faccenda è delicata quindi ho sempre rimandato. Poi stamani mi son svegliato e con shakespeariana epicità mi son detto: «Ma sì, chissenefrega, parliamone.»
Per chi non lo sapesse il termine oplologia è da intendersi oramai con la conoscenza delle armi e del loro funzionamento. In tempi meno recenti l'oplologia si occupava più che altro di armi “antiche”, mentre oggi, generalizzando alla grossa, è un termine accettato anche quando si fa riferimento a pistole, fucili etc etc.
Per formazione io sono un oplologo in versione light. Mi piace conoscere le armi di cui scrivo nei miei racconti ma non posso certo definirmi un vero esperto o un'enciclopedia vivente, titolo che spetta invece di buon grado ad alcuni colleghi.
Un punto della mia scrittura che ha sempre suscitato dibattiti riguarda proprio l'utilizzo di una terminologia tecnica per citare armi, munizioni, mezzi da battaglia etc etc. Agli inizi ero maniacale in questa sorta di esercizio di stile, forse un po' troppo influenzato dal periodo “thrilleristico” che ora ritengo quasi del tutto abbandonato. A molti piaceva tutta questa meticolosità molto macho, mentre altri la ritenevano superflua e in grado di rompere il ritmo narrativo.
Da allora sono passati diversi anni e qualche decina di ebook. Per quel che mi concerne ho trovato un compromesso accettabile, ed è proprio la versione “oplologia light” che ho citato in precedenza.
Per capirci non riuscirò mai a scrivere soltanto “Mario prese la pistola regalatagli anni fa dal padre”. Trovo mille volte più affascinante dire: “Mario prese la pistola regalatagli anni fa dal padre. Era una Beretta 92F, arma d'ordinanza della Polizia, di cui suo padre faceva parte”.
Invece evito tali citazioni bullonare nel vivo di un combattimento. Perdersi nel citare calibri e munizioni può effettivamente annoiare (o addirittura irritare, come mi è stato detto) i lettori a cui dell'oplologia e della balistica non frega nulla.
Allo stesso modo sono diventato molto più indulgente nel tollerare piccole inesattezze su armi ed equipaggiamento che trovo nei romanzi che leggo. Ovviamente parlo di inesattezze leggere, non pacchiane. Purtroppo ci sono romanzieri che confondono i revolver con le semiautomatiche, i fucili da caccia con quelli d'assalto, le spade con le scimitarre (etc etc). Ecco, queste cose sono sintomo di una scarsa documentazione in fase di scrittura. Anche perché sono informazioni facilmente reperibili senza doversi comprare, che ne so, L'enciclopedia delle pistole in dodici comodi volumi.
Un ottimo sito per quel che riguarda le armi da fuoco è per esempio questo. Un altro stratagemma utile è cercare su Youtube il vero funzionamento di pistole, fucili etc etc. Prendete per esempio questo test con un H&K; MP5. Più realistico di molti film.
Noto però che alcuni amici lettori sono molto più severi di me e continuano ad apprezzare la meticolosità nel descrivere armi e mezzi. Non si accontentano di una resa realistica dell'equipaggiamento bellico, bensì ne pretendono le specifiche tecniche in ogni occasione.
A questo punto, non avendo intenzione di scrivere un poema, vi lascio la parola: qual è la vostra dose di pignoleria quando si tratta di oplologia e affini?