La religione in una prospettiva "WertKritik"
di Armel Campagne
Parallelamente ad uno studio approfondito di quello che è l'espisteme scientifico moderno (come essenza, come cosmologia, come metafisica a priori delle teorie scientifiche propriamente dette) nei suoi rapporti con l'economia (come metafisica reale) che verrà presentato, giovedì 29 maggio, nel corso del seminario su Critica & Crisi, si vogliono tracciare - per mezzo di ulteriori ricerche - alcune ipotesi per un'analisi del fenomeno religioso (in quanto metafisico) nei suoi rapporti con l'economia (in quanto metafisica reale) nella prospettiva della critica del valore, capace di superare il ritornello marxista (ripreso dall'anarchismo): "La religione, è l'oppio dei popoli" (ma è anche l'oppio dei "dominanti", tuttavia, considerato che - esempio particolarmente rivelante - la maggioranza dei monaci - a volte sottoposti all'ascetismo, ad una disciplina e a delle privazioni estremamente dolorose - erano d'origine aristocratica). Il nostro punto di partenza sarà, come per l'episteme scientifico moderno, l'ipotesi avanzata da Alfred Sohn Rethel e ripresa da Anselm Jappe, da Ernst Bockelmann e da Moishe Postone, circa l'emergere, nella Grecia antica, di una civiltà pre-capitalista (fondata su delle "astrazioni reali", precursori dei concetti marxiani di denaro, valore, lavoro astratto. merce e capitale) che poi hanno "generato" (in maniera non-deterministica, non-necessaria, non-causale: diremo che è stata, piuttosto, la creazione di una possibilità, semplicemente) delle forme di conoscenza, di coscienza, di riflessione ... astratte. Si vanno ad aggiungere, alla coppia filosofia-matematica, delle nuove forme di conoscenza, di coscienza, di riflessione astratte, evidenziate da Sohn-Rethel; una terza forma, ugualmente resa possibile - è questa la Prima Ipotesi - dall'emergere di una società pre-capitalista, e di "astrazioni reali" che ad essa si associano e che, in mancanza di meglio (1), chiameremo "religione".
Infatti, come si può comprendere questo passaggio da una "religione" politeista (per antonomasia, quelle dei Greci, degli Egizi e dei Romani), con i loro dei che incarnano delle figure concrete dell'attività umana "post-preistorica" (2) (guerra, amore, artigianato ...) ad una "religione" monoteista (quella degli Ebrei, dei Cristiani, dei Musulmani), con un unico dio astratto, dotato di qualità astratte (l'infinito, per fare un esempio), se non come una possibilità aperta dall'emergere progressivo di "astrazioni reali" pre-capitaliste, nell'Antichità (3)? L'ipotesi appare storicamente confermata (a livello di origine):
- Il Giudaismo si origina nell'antica Mesopotamia, prima civiltà pre-capitalista della storia;
- Il cristianesimo è di origine ebraica (si sviluppa, anch'esso, in una civiltà pre-capitalista, quella dell'Impero romano;
- L'Islam si origina in Arabia, caratterizzato da un enorme sviluppo commerciale ne VI e nel VII secolo, il suo profeta (Maometto) è anche un ricco commerciante arabo (che vuole l'avvento di una civiltà mercantile araba, dotata del suo proprio monoteismo).
Si tratta dunque, nel corso dei prossimi anni, di avviare un "programma di ricerche" sulla storia delle religioni per mettere a punto una teoria "WertKritik" delle religioni in una prospettiva storico-teorica, con particolare attenzione a due problematiche: quella dell'origine socio-metafisica delle "religioni" monoteiste, e quella, più classica, del protestantesimo. Questa teoria "WertKritik" (della storia) delle religioni ci deve permettere di superare l'idealismo (ivi compreso quello marxista, di una religione come sovrastruttura ideale senza fondamento "socio-economico", destinata semplicemente a garantire lo sfruttamento materiale dei dominati) che prevale nella storia delle religioni, senza cadere in un "sociologismo" (il suo contrario). La "religione" deve essere studiata in un nuovo quadro epistemologico, il quadro di una "metafisica sociale" (in riferimento/in opposizione a Comte, precursore dell'analisi sociologica che si appellava ad una "fisica sociale"), capace di superare l'inetta dicotomia idealismo/sociologismo. La potenza attuale delle religioni monoteiste dev'essere un motivo sufficiente per attenersi a questo "programma di ricerca", insieme allo studio dell'episteme scientifico moderno, poiché scienza e religione attualmente costituiscono le due grandi "metafisiche", con un impatto sociale/reale gigantesco. (4)
- Armel Campagne -
Post-Scriptum:
La storia delle "religioni" (con l'eccezione, notevole, della storia del capitalismo in quanto "religione realizzata" - "discesa sulla terra", secondo l'espressione di Anselm Jappe - in quanto "metafisica reale", in quanto "feticismo", ipotesi feconda che si trova nel Capitale di Marx, e che viene ripresa da Walter Benjamin [5]) vista in una prospettiva "WetKritik", rimane, tuttavia, completamente inedita. Rileggere - in maniera critica - Max Weber, potrebbe essere un'idea interessante, soprattutto per mezzo del libro di Löwy, "La cage d'acier. Max Weber et le marxisme weberien". Inoltre, a proposito di Weber e della sua opera, "L'etica protestante e lo spirito del capitalismo", facciamo la seguente ipotesi:
Il protestantesimo non sta all'origine del capitalismo, e non è la sua "tradizione religiosa", non più. In realtà, è piuttosto una "attualizzazione" (teologica) del cristianesimo in un'epoca più "capitalista" di quella delle origini del cristianesimo.
Note:
(1) Per una critica dell'uso del concetto di religione a proposito delle società pre-moderne, vedere Alain Guerreau, "L'avvenire di un passato incerto” (2001), e Anita Guerreau-Jalabert, "L'ecclesia medievale, un'istituzione totale” (2002).
(2) "Post-preistorico" (in riferimento al concetto di "rivoluzione neolitica": avremmo potuto ugualmente scrivere "post-rivoluzione neolitica"): questo concetto di riferisce semplicemente alle società che avevano adottato l'agricoltura e/o l'allevamento.
(3) Senza contare il fatto che queste "religioni" politeiste risultano esse stesse - probabilmente - da una maggiore divisione sociale dell'attività umana, caratteristica delle società "post-preistoriche", in opposizione alle "prime" società, segnate da delle credenze "religiose" animiste o totemiche ("Diversità di natura, diversità di cultura", Philippe Descola)
(4) Anche la filosofia è, ugualmente, un oggetto di ricerca (estremamente) interessante, ma il suo impatto sociale/reale è del tutto trascurabile, in confronto.
[5] Michaël Löwy , « Le capitalisme comme religion : Walter Benjamin et Max Weber », Raisons politiques 3/ 2006 (no 23), p. 203-219