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Opportunità per le donne nell’arte in Francia, ma non grazie alla Rivoluzione

Da Leragazze

Per numerose artiste francesi la rivoluzione avvenne molto prima del 1789. Infatti, per gran parte del XVIII secolo in Francia le pittrici riuscirono a sfidare le usuali restrizioni legate al loro essere donne e furono in grado di lavorare ed essere apprezzate per le loro opere.

È questo il tema di una mostra attualmente al National Museum of Women in the Arts a Washington, DC, dal titolo “Royalists to Romantics: Women Artists from the Louvre, Versailles and other French National Collections” che rimarrà aperta fino al 29 giugno. È incentrata su 35 artiste donne e 77 tra dipinti, stampe e sculture da loro eseguite tra il 1750 e il 1850.

Si tratta della prima rassegna che mostri la produzione artistica di donne che si trovarono ad attraversare quel periodo tumultuoso che vide il fiorire della corte di Luigi XVI e Maria Antonietta, il terrore della Rivoluzione francese, l’ascesa e la caduta di Napoleone e la restaurazione della monarchia, in un mondo comunque sempre estremamente sessista che offriva loro opportunità di istruzione e protezione differenti da quelle degli uomini.

Spiega Laura Auricchio, professore associato di Storia dell’Arte alla New School di New York: “Siamo portati a pensare che le rivoluzioni siano universalmente positive ed eliminino ogni barriera”, ma in questo caso, secondo la curatrice del museo Jordana Pomerov è stata la monarchia a dare alle donne maggiori opportunità di dedicare la propria vita all’arte.

Le donne, infatti, avevano la possibilità di esporre al Paris Salon, l’esposizione inizialmente biennale di arte contemporanea che si svolgeva al Louvre dal 1725 e avevano persino la possibilità di entrare nella Royal Academy, pur non potendone frequentare le scuole. Non scoraggiate per questo, studiarono tra loro ed esposero le loro opere presso le gallerie commerciali che cominciavano a spuntare a Parigi.

La nobiltà francese si accorse del fenomeno nascente. Élisabeth Louise Vigée-Lebrun, che aveva molto accortamente sposato Jean-Baptiste-Pierre Lebrun, il più potente tra i mercanti d’arte del tempo a Parigi, divenne una delle più richieste ritrattiste dell’epoca e la preferita di Maria Antoinetta. Adélaïde Labille-Guiard ritrasse i più importanti membri della Royal Academy e ne divenne successivamente parte lei stessa.

Paradossalmente, per molte di queste donne artiste la Rivoluzione creò ostacoli insormontabili: la Royal Academy fu abolita e l’istituzione che ne prese il posto bandì le donne al suo interno. La logica era che in una repubblica le donne avevano dei compiti ben più importanti che dedicarsi all’arte.

Finì, tristemente, che le artiste vicine alla monarchia furono anche loro giustiziate, mentre molte altre furono costrette a fuggire. Vigée-Lebrun abbandonò il paese non appena la Rivoluzione ebbe inizio. Fu sostenuta nel suo lavoro dai reali europei che avevano simpatizzato per la sua precedente committente e la sua prima opera dopo aver lasciato la Francia fu un autoritratto nel quale si mostra come Maria Antonietta.

Nello slideshow alcune delle opere esposte.

Clicca per vedere la presentazione.

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