Opposti d’Italia, l’Italia non s’è desta
Creato il 05 gennaio 2012 da Mariellacaruso
Fratelli pallavolisti d’Italia, l’Italia s’è
desta. I giovani italiani crescono in un campionato che, pur essendo ancora tra
i più belli e tecnici del mondo, non attira più i migliori stranieri in
migrazione verso Paesi economicamente più redditizi. Poco male, visto che
l’Italia del volley – soprattutto dopo il giro di vite sul numero degli
stranieri contemporaneamente in campo: tre su sette in A1 e cinque su sette in
A2 -, se ne sta giovando con l’ingrossamento delle file dei papabili per le
Nazionali di ogni categoria. Tutto bello. Non fosse per il riadattamento
necessario, almeno per un caso, dell’adagio tricolore di Mameli con un diverso
gioco di parole: Opposti d’Italia, l’Italia non s’è desta.
Se, infatti, giovani
palleggiatori, giovani centrali, giovani schiacciatori e giovani liberi
crescono, lo stesso non può dirsi degli opposti. Basta guardare il sestetto
degli ultimi Europei d’argento per gli azzurri e quello della World Cup con il trentenne Michal Lasko a fare (ottimamente) da titolare. E’ vero che dietro Lasko c’è Giulio Sabbi, 22enne cresciuto nelle
giovanili orogranata che sta facendo bene alla M.Roma di Andrea Giani dopo una
ottima stagione in A2 con Isernia. Ma non è un caso che quando Mauro Berruto inserì
Sabbi nel gruppo azzurro in pochi conoscevano il nome di questo ragazzo di
Palestrina. E non è un caso (purtroppo) che Sabbi sia arrivato a conquistarsi un
posto da titolare nell’A1 della M.Roma, soltanto in virtù del naufragare
dell’asse del mercato estivo Treviso-Roma che prevedeva il trasferimento di Fei
nella Capitale.
Del resto a spulciare gli organici di A1 del
campionato di pallavolo non si può certo tirare un sospiro di sollievo. Su
quattordici squadre che fanno ventotto opposti di ruolo gli italiani sono
soltanto sette: Alessandro Fei a Belluno, Giacomo Bellei a Modena, Mauro
Gavotto a Monza, Stefano Giannotti a Padova, Stefano Moro a Ravenna, Damir
Kosmina a Verona e Giulio Sabbi a Roma. Od otto, se si aggiunge al computo il
cubano naturalizzato Angel Dennis e l’italo bulgaro Ventceslav Simeonov passati
– per i ben soliti problemi di penuria – anche in azzurro. Inutile rimarcare
che, dei sei opposti italiani di A1, due sono ultratrentenni e già passati in
Nazionale (trentenne lo è anche l’altro azzurro Michal Lasko, oggi allo
Jastrzębski Węgiel di Lorenzo Bernardi) e uno solo dei più giovani, appunto
Giulio Sabbi, gioca titolare. Per il resto ci sono opposti che arrivano da ogni
dove: dal Brasile (Vissotto) alla Grecia (Roumeliotis) passando per Polonia
(Gruszka e Jarosz), Slovacchia (Bencz), Repubblica Dominicana (Caceres),
Ungheria (Szabo), Stati Uniti (Troy), Belgio (Van Walle), Bulgaria (Nikolov),
Serbia (Starovic e Sokolov), Slovenia (Gasparini), Repubblica Ceca (Stokr),
Spagna (Falasca) e Olanda (Klapwisk).
Tutta una questione di fisico?
Sembrerebbe di sì a sentire, almeno, alcuni dei tecnici di A1. «Per un opposto
occorre una struttura fisica di un certo tipo e in Italia la percentuale di
gente oltre i due metri con la giusta struttura è molto bassa e i più alti
piuttosto che a lavorare da opposto classico vengono dirottati al ruolo di
centrali – fa osservare l’allenatore dell’Acqua Paradiso Monza, Emanuele
Zanini, fino a qualche giorno fa ct della Slovacchia -. La questione
fisico-strutturale non è seconda neppure negli altri ruoli, basti pensare ai
nostri Nazionali Travica, Kovar, Zaytsev, Lasko che, non per caso, sono
italiani figli di stranieri. Entrando, poi, nel merito dell’età ci ritroviamo
ad affrontare una questione squisitamente italiana che non riguarda soltanto la
pallavolo ma in generale una società dove si tende a considerare gli individui
come giovani troppo a lungo».
Di corporatura e costruzione tecnica parla anche
Andrea Giani, allenatore della M.Roma che ha lanciato in A1 Giulio Sabbi.
«Giulio ha un potenziale importante e con il lavoro fatto in Nazionale e in
società ha fatto molti passi avanti. Per costruire tecnicamente un opposto si
deve partire da una fisicità importante – afferma Giani, lui stesso opposto per
un breve periodo durante la gestione azzurra di Bebeto -. In Italia ci sono
giovani interessanti, oltre Sabbi c’è Vettori che sta crescendo. E’ naturale,
però, che le società di A1 puntino agli stranieri: nell’alto livello è
necessario avere un opposto che dia garanzie, ma in A2 si sta lavorando molto
bene con il cambio di rotta che ha limitato a due gli stranieri da poter
utilizzare contemporaneamente. Sono convinto che si sia innescato un meccanismo
virtuoso che darà i suoi frutti perché dopo i nati nel 1981/1982 sono stati
pochi gli opposti arrivati a giocare in A1. Detto questo è vero che quando c’è
un campione gioca sempre».
Magari partendo, appunto, dall’A2 dove, è vero, che
le nuove norme hanno prodotto un cambiamento di rotta da parte delle società.
Dietro Sabbi, la cui crescita è stata accelerata proprio dal ruolo di titolare
in A2 a Isernia nel campionato 2010/11, ci sono altri giovani stabilmente
titolari in squadre, però, che non ambiscono a disputare un campionato di alto
livello: primo tra questi è Luca Vettori, opposto del Club Italia di Marco
Bonitta, già Nazionale juniores e pre-juniores. Se, invece, si fa uno scanning
nelle squadre che ambiscono a mettersi in lizza per il salto di categoria o si
preoccupano di mantenere la categoria le cose cambiano con l’ingaggio di
stranieri - l’olandese Van Dijk schiaccia a Sora, il bulgaro Uchikov a
Molfetta, l’italo-cubano Padura Diaz a Corigliano, il belga Van Den Dries a
Segrate – o di italiani di grande esperienza: il 36enne Giombini a Città di
Castello, il 32enne Cazzaniga a Castellana, il 26enne Tamburo a Perugia, il
29enne Di Manno a Milano. «Quello dell’opposto è un ruolo molto importante
nell’economia di una squadra che vuole puntare a un obiettivo – afferma Daniele
Ricci, tecnico del Volley Segrate di A2 -. Ci sono pochi club disposti a
scommettere sui giovani, ancora meno quelli disposti a scommettere su un
giovane italiano, almeno in A1. Sono molto contento per Sabbi, che sarebbe
piaciuto anche a me. Se ben sorretto avrà un buon futuro come Vettori. E
indubbio che le nuove regole aiuteranno i giovani opposti italiani a crescere e
a fare esperienza in un campionato come l’A2 che è una buona palestra».
Un altro effetto positivo dei paletti ai
tesseramenti degli stranieri sarà, dicono in coro i tecnici, il calmieramento
dei prezzi di mercato. Il ritornello dei presidenti e dei direttori sportivi
“Gli stranieri costano meno” che faceva arrivare in Italia molti giocatori
mediocri, dovrebbe essere destinato a cambiare. «Ci sarà un effetto positivo
con i prezzi che si abbasseranno per l’aumento dell’offerta», rimarca Giani
che, come Zanini, sottolinea l’importanza «del lavoro sulla tecnica di base
degli atleti e sulla necessità di uniformare le linee per la formazione degli
allenatori giovanili».
«Il ruolo di opposto non è assimilabile ad altri
ruoli – argomenta Andrea Zorzi, ‘opposto’ per antonomasia -. E’ come il luogo
dei paradossi: bisogna essere caldissimo e freddissimo, essere quello meno
coinvolto nel gioco ma, allo stesso tempo, determinante. Sarebbe interessante
capire quali sono le ragioni che impediscono agli opposti italiani di crescere.
Ma in una cultura come quella italiana geneticamente tentata dal compromesso,
refrattaria al coraggio e alla libera iniziativa, con la tendenza di rimanere
sempre in un’area di sicurezza, forse la costruzione di un ruolo come questo è
più faticosa».
«L’opposto è inevitabilmente il giocatore più esposto alle
critiche – conclude Zorro -. Spesso io ho avuto paura, crescendo ho imparato
che era un’emozione che non mi era utile. Così ho tentato di limitare sia
l’eccitazione sia la depressione alla ricerca di una stabilità emotiva che era
la condizione migliore per affrontare la gara durante la quale bisogna
lasciarsi andare all’istinto dimenticando, paradossalmente, tutta la
costruzione delle azioni in allenamento».
E se buon sangue non mente, qualcuno di questi consigli può tornare utile alla futura nuova generazione di opposti italiani.
Pubblicato (e
qui leggermente aggiornato) su Pallavolo Supervolley di novembre 2011
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