Il suono lontano di un aereo è quasi un richiamo alla civiltà moderna in questo posto dove, dalla mattina presto, ho solo sentito grilli, cicale, uccelli di ogni tipo ed il lento muoversi delle foglie accarezzate dal vento.Sto riverniciando delle finestre che avranno si e no 30 anni. Sono evidenti i segni lasciati dal sole e dall’acqua presi in questo lasso di tempo, ma quanto a materiale e tecnica di assemblaggio non c’è paragone con quelle moderne, a partire dalla “corsa all’oro” dei primi anni ’80, quando le cose dovevano durare poco, ed oggi, dettati dagli imperativi commerciali, ancora meno.Una volta finito con le finestre dovrei montare una staccionata.La tinta ed i residui della vernice seccandosi formano una pellicola intorno alle dita, come una seconda pelle. Da bambino immergevo le dita nella colla per avere quella piacevole sensazione di “spellarla” dalle mani.Mentre la gratto via dalle unghie restituisco alle mie mani il loro aspetto originale e mi viene in mente una celebre frase di Michelangelo, la statua è intrappolata nel blocco di marmo e lo scultore non deve far altro che liberare col suo scalpello la forma ricoperta.Continuo seduto su un tronco d’albero e mi accendo una sigaretta.Il silenzio è tale che riesco chiaramente a riconoscere il suono della carta che brucia quando tiro.Sono tanti i pensieri che affollano la mia mente come un fitta rete di intrecci fatta di punti interrogativi, virgole, punti di sospensione e parentesi.La famiglia, il lavoro, che qui ha ritmi meravigliosamente umani, i rapporti con le persone, il ciclo delle stagioni, lo stress della città moderna, le religioni, il viaggio alle porte, ma è un attitudine e per quanto ogni riflessione si chiude con un sospiro non mi meraviglio della risposta indotta l’istante dopo da quello che é ormai il mio modo d’essere sereno.Solo un punto separa le considerazioni dalla conclusione che arriva con la stessa rapidità con la quale svaniscono i miei momentanei perché.Arroganza, inciviltà, invidia, falsità. Non mi avrete mai.
Il suono lontano di un aereo è quasi un richiamo alla civiltà moderna in questo posto dove, dalla mattina presto, ho solo sentito grilli, cicale, uccelli di ogni tipo ed il lento muoversi delle foglie accarezzate dal vento.Sto riverniciando delle finestre che avranno si e no 30 anni. Sono evidenti i segni lasciati dal sole e dall’acqua presi in questo lasso di tempo, ma quanto a materiale e tecnica di assemblaggio non c’è paragone con quelle moderne, a partire dalla “corsa all’oro” dei primi anni ’80, quando le cose dovevano durare poco, ed oggi, dettati dagli imperativi commerciali, ancora meno.Una volta finito con le finestre dovrei montare una staccionata.La tinta ed i residui della vernice seccandosi formano una pellicola intorno alle dita, come una seconda pelle. Da bambino immergevo le dita nella colla per avere quella piacevole sensazione di “spellarla” dalle mani.Mentre la gratto via dalle unghie restituisco alle mie mani il loro aspetto originale e mi viene in mente una celebre frase di Michelangelo, la statua è intrappolata nel blocco di marmo e lo scultore non deve far altro che liberare col suo scalpello la forma ricoperta.Continuo seduto su un tronco d’albero e mi accendo una sigaretta.Il silenzio è tale che riesco chiaramente a riconoscere il suono della carta che brucia quando tiro.Sono tanti i pensieri che affollano la mia mente come un fitta rete di intrecci fatta di punti interrogativi, virgole, punti di sospensione e parentesi.La famiglia, il lavoro, che qui ha ritmi meravigliosamente umani, i rapporti con le persone, il ciclo delle stagioni, lo stress della città moderna, le religioni, il viaggio alle porte, ma è un attitudine e per quanto ogni riflessione si chiude con un sospiro non mi meraviglio della risposta indotta l’istante dopo da quello che é ormai il mio modo d’essere sereno.Solo un punto separa le considerazioni dalla conclusione che arriva con la stessa rapidità con la quale svaniscono i miei momentanei perché.Arroganza, inciviltà, invidia, falsità. Non mi avrete mai.
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