Ora di religione nel tempio dell’acciaio con la sacerdotessa Jane Alquati

Creato il 31 marzo 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

 Bisognava prevederlo. Ora di religione nel tempo dell’eccellenza dell’acciaio (quattro “c”!!!) a lezione di ecologia in uno dei luoghi più rischiosi (e ce ne sarebbero tanti da visitare in provincia). L’assessora Jane Alquati alcuni giorni fa è riuscita a testimoniare apostolicamente Arvedi modello assoluto, lui, l’uomo e le sue opere. Dove lo sguardo io volga, ovunque Arvedi ti vedo. Tenendo distinti gli argomenti dell’innovazione tecnologica e dell’ambiente il discorso sarebbe riuscito efficace, meno confuso tuttavia meno lineare: l’obiettivo però, glorificare Arvedi in tutto e per tutto, sarebbe venuto meno. L’innovazione tecnologica è un dato di fatto, ed è vero che l’industriale investe e crea lavoro. Sull’ambiente qualche problema non può non esserci: è un dato reale anche questo, documentato. Meglio o peggio di altre realtà, tutte le acciaierie con l’attività che fanno qualche complicazione la creano. Anche seria, e non si può non notare che l’acciaieria è stata situata in mezzo alle case e confina con un corso d’acqua e campi coltivati: un risultato che si deve alla solita obbedienza cieca, immediata e assoluta dei politicanti locali. L’industriale ha bisogno delle istituzioni pubbliche, la cui sudditanza si traduce in inquinamento diffuso delle facoltà di libera critica.  Segue la nota del comune, diffusa giorni fa sul sito municipale dove l’Itis viene anche ribattezzato “Torrioni” . 

Prosegue il progetto “Zero/18″ rivolto a bambini e ragazzi per conoscere la realtà delle aziende locali e stabilire così un raccordo tra scuola e lavoro. L’iniziativa ha offerto questa mattina l’occasione di visitare un’azienda che racchiude appieno le parole chiave del progetto: ricerca, innovazione, eccellenza. Si tratta dell’Acciaeria Arvedi, che nel corso degli anni ha pienamente dimostrato la propria capacità di rinnovarsi e investire sul futuro, offrire cioè un impiego, opportunità importante per l’economia locale e per l’occupazione.

Sulla scorta delle informazioni ottenute durante la lezione avvenuta nei giorni scorsi in aula, hanno potuto vedere da vicino come funziona questo importante complesso industriale gli studenti delle classi III A e III B Energia, II A Elettronica e II A Meccanici dell’ITIS “Janello Torrioni” insieme alla dirigente Roberta Mozzi e ai loro insegnanti Mansueto TassiGiovanni RigoniAnnibale Franzini ed Emilio Pugliese. Per la visita nella principale azienda cremonese è stata invita anche l’assessore alle Politiche Educative Jane Alquati. A fare gli onori di casa il vice presidente Maurizio Calcinoni e il dirigente Claudio Resemini che hanno sottolineato alcuni particolari aspetti dell’innovativo impianto.

Già durante la lezione in classe, l’ingegnere Angelo Visigalli aveva illustrato in modo esauriente il moderno impianto dell’ISP (che utilizza una tecnologia rivoluzionaria basata su idee originali, elaborate dallo stesso Giovanni Arvedi) per la produzione di un “laminato di acciaio a caldo” con caratteristiche particolarmente innovative, frutto di un processo produttivo che non subisce alcuna interruzione nell’arco dell’intera giornata e di tutto l’anno solare. Visigalli aveva inoltre spiegato come l’azienda, all’avanguardia – lo dimostrano i numerosi brevetti prodotti – operi anche nel campo della ricerca e dello sviluppo della siderurgia in un’ottica di continuo miglioramento. All’incontro con gli studenti aveva partecipato anche l’ingegnere Giorgio Luzzari, che, a sua volta, aveva rimarcato come l’imprenditore Giovanni Arvedi ed il suo staff siano particolarmente sensibili e attenti all’impatto ambientale, alla salute e alla sicurezza dei dipendenti (ben 1.650).

“La nostra presenza in questa grande azienda – ha dichiarato l’assessore Jane Alquati salutando gli studenti – conferma la volontà dell’Assessorato alle Politiche educative di ampliare, nei giovani, la conoscenza delle eccellenze produttive del nostro territorio e l’essenzialità di un proficuo raccordo tra la scuola e il mondo del lavoro. Spesso i ragazzi, infatti, faticano ad immaginare un loro futuro occupazionale, scoraggiati da informazioni, martellanti e non di rado superficiali, in merito alla scarsità delle opportunità lavorative offerte dal territorio. In quali settori eccellono le ‘nostre’ aziende? Che competenze impiegano? Dare una risposta a queste domande avvicina, concretamente, i ragazzi alla realtà, guidandoli verso possibili sbocchi professionali.”

“In questa ottica si colloca il progetto Zero/18 – ha proseguito l’assessore Alquati – in quanto offre la possibilità di scoprire le offerte migliori per riflettere sul futuro, grazie anche alla capacità degli imprenditori di imporsi e ricollocarsi sul mercato, nel segno della tradizione e dell’innovazione: due concetti che non si contraddicono. Grande è il merito di quegli imprenditori che non hanno scelto la soluzione, talvolta facile, ma dalle gravi ricadute economiche sul territorio, della delocalizzazione, dimostrando che si può produrre a livello locale restando competitivi a livello globale, puntando sulla qualità. Giovanni Arvedi ne è un concretissimo esempio in quanto ha saputo, negli anni, costruire una industria d’avanguardia, una scommessa tecnologica di successo, che occupa tantissimi lavoratori, offrendo certezze e solidità economica a molte famiglie.”


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