Lo Stato è diventato uno Stato di polizia fiscale. Ormai non ci sono più dubbi in proposito. La lotta all’evasione diventa esasperata e va a farsi benedire la privacy. Alcuni ritengono sia giusto, altri invece ritengono che comunque il recupero delle tasse da chi dovrebbe pagarle non giustifica affatto la spettacolarizzazione delle attività della Guardia di Finanza e gli strumenti informatici (il famigerato software Spartacus) che vanno a scavare a fondo nella nostra vita, esponendo tutto quel che facciamo e quel che possediamo. Non solo. A quanto pare è stato persino proposta la delazione fiscale: la possibilità per i cittadini di fare la ‘spia’ sull’evasione fiscale, dietro compenso di una somma di denaro (roba da dittatura!).
Eppure è così. Che ci piaccia o no, d’ora in avanti il fisco saprà tutto di noi. Persino che telefonino utilizziamo e se il suo costo è ‘coerente’ con quanto abbiamo indicato nell’ultima dichiarazione dei redditi. Un vero sistema del terrore tra redditometri, spesometri e parametri di coerenza. Un sistema che dovrà indurre il malcapitato o a giustificare la mancata coerenza oppure a pagare. Perché con lo strumento del redditometro, l’evasione è presunta. Se il rapporto tra il tuo reddito dichiarato e quello che viene utilizzato nel parametro di riferimento è sballato, o giustifichi la differenza o paghi.
Ecco comunque le novità introdotte da quest’anno.
- Redditometro. Il redditometro entrerà in vigore a giugno prossimo, proprio a ridosso delle dichiarazioni dei redditi. Con questo strumento — già comunque previsto dal nostro ordinamento — l’A.E. (Agenzia delle Entrate) potrà controllare la corrispondenza tra redditi dichiarati e le spese sostenute attraverso un sistema composto da un centinaio di voci di spesa (in generale, barche, scuole private, auto di lusso, assicurazioni). Se la differenza tra il reddito dichiarato e il possesso di questi beni supererà il 10%, scatterà l’accertamento fiscale. E per chi ha barche, auto, immobili intestati a terzi? Ma chi è il pollo che dichiara un reddito incongruente essendo titolare di questi beni di lusso?
- Spesometro. Con questo strumento, tutti gli acquisti al di sopra dei 3.600 euro verranno verificati e collegati al codice fiscale dell’acquirente. Come per il redditometro, il fisco confronterà il reddito dichiarato con le spese sostenute per verificarne la congruenza. E chi acquisterà beni a nome di terzi?
- Accertamento esecutivo. È stato avviato il primo ottobre scorso (con il Governo Berlusconi). Attraverso questo meccanismo, quando una evasione fiscale viene scoperta, decorrono 30 giorni nei quali l’evasore può ‘redimersi’. Dopo di che, decorsi altri 30 giorni, la cartella diventa esecutiva e passa a Equitalia che per 180 giorni non potrà sequestrare e pignorare, ma potrà solo ipotecare e disporre fermi amministrativi. In questo periodo l’evasore potrà tentare di recuperare la situazione pagando.
- La banca dati. I cittadini verrano rigorosamente schedati in tutte le attività della loro vita lavorativa e quotidiana. Tutti i dati di banche, assicurazioni, operatori vari verranno inseriti all’interno di un potente software chiamato Spartacus che servirà all’A.E. Per verificare le evasioni fiscali e le potenziali evasioni. Dunque, attenzione se qualcuno vi regala un Iphone. Rientrerà sicuramente nelle informazioni che il Fisco avrà su di voi e su chi ve l’ha regalato.
- Il tutoraggio. Attraverso questo strumento chi produce redditi superiori ai cento milioni (solitamente le grandi aziende) avrà un tutoraggio fiscale che permetterà un più stretto controllo dell’A.E. Sui colossi del mercato.
- La tracciabilità. Ricordiamoci poi della tracciabilità di tutte le transazioni sopra i 1000 euro. Come sappiamo non è più possibile pagare in contanti sopra questa cifra e tutto dovrà avvenire per mezzo della moneta elettronica e gli assegni. Con grande gioia dei banchieri.
Sulla efficacia di questi strumenti ho seri dubbi, anche perché credo che alla fine andranno a colpire sempre gli stessi, gli evasori minimi (quelli che evadono magari qualche migliaio di euro per sopravvivere), ma non intaccheranno i grandi evasori che fin da ora stanno riparando i loro grossi capitali in quei paesi dove il fisco italiano non può far nulla.
Io dico: anziché spettacolarizzare la caccia all’evasore (come sta avvenendo in questi ultimi tempi) e inasprire un meccanismo di controllo che già ieri era abbastanza severo, avesse il Governo adottato politiche di rigore (tagli alla spesa pubblica) e di abbassamento della pressione fiscale, probabilmente la disponibilità degli italiani vessati (la pressione fiscale ormai si aggira intorno al 47%) a pagare regolarmente le tasse sarebbe ben diversa e non si dovrebbero spendere così tante risorse in uomini e mezzi (l’A.E. prevede di assumere 1440 nuovi ispettori che costeranno allo Stato ben 5 milioni di euro all’anno) per dare la caccia ai fantasmi o agli zombi dell’evasione.
di Martino © 2012 Il Jester