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Ora Grillo chieda scusa per quanto detto sulla mafia

Creato il 01 maggio 2012 da Veritaedemocrazia

Non ho mai condiviso l'idea che sembra unire gli esponenti della nomenklatura italica (e i loro megafoni), gli irriducibili oppositori al sistema nonché i puristi della democrazia liberale e cioè che il vero problema italiano sia Beppe Grillo (e magari anche Di Pietro). Per alcuni Grillo svolgerebbe nient'altro che la funzione di sfogatoio subdolamente offerto o tollerato dal sistema per placare gli animi di indignati e incazzati ed allontanare la prospettiva di una vera rivoluzione, per altri rappresenterebbe la peggiore risposta possibile alla crisi italiana della democrazia e della politica. Crisi che nasce in tutto l'Occidente, vale la pena di ricordarlo, a causa dell'espropriazione della possibilità di decidere liberamente della cosa pubblica e sul bene comune operata nei confronti dei cittadini e dei loro rappresentanti da parte di un complesso finanziario-militar-industriale sovranazionale e delle varie istituzioni, prive di legittimazione democratica, che esso esprime: FMI; BCE, WTO e via discorrendo. In Italia la situazione è ancora più grave perché a questo formidabile fattore di distorsione della volontà popolare, quello che ha portato nelle strade e nelle piazze i giovani di tutto il mondo da Occupy Wall Street agli Indignados spagnoli, se ne aggiungono altri ancora: la scarsa coscienza civica di una larga fetta di cittadini, l'inquinamento sociale determinato dall'economia illegale e criminale, una classe dirigente corrotta, inetta, inadeguata e abituata alla subalternità ai poteri stranieri, il ruolo politico del Vaticano. Tornando a Grillo la premessa da cui parto è che quando si subisce un'aggressione o si assiste ad un'aggressione, quando si vive una condizione di sudditi in cui i diritti individuali e collettivi sono negati, gridare è la prima e più spontanea cosa che si possa fare, non è che si pensa anzitutto ad aggiustarsi giacca e cravatta e ad articolare discorsi sociologici e giuridici. E se c'è qualcuno che grida con te e dà voce alla tua rabbia e alla tua disperazione bisogna dargliene atto. Poi certo ci si chiederà chi è, da dove viene, perché lo fa, che scopi ha, chi ha dietro, cosa vuole da te, cosa ti sta proponendo. Io intanto come cittadino, allo stato attuale dei fatti, sono grato a Grillo per aver rotto da tempo e con efficacia innegabile il coro assordante di chi vorrebbe farci credere che tutto deve andare così, che non ci sono alternative, che la crisi si risolverà grazie alla competenza e all'indipendenza dei tecnici e al senso di responsabilità di Berlusconi, Casini e Bersani.
Ma davvero qualcuno può pensare che i nostri problemi - di povertà, di disoccupazione, di precarietà, di chi perderà il lavoro grazie alla controriforma dell'articolo 18, degli esodati lasciati senza reddito, di servizi pubblici mandati in malora - li risolverà il mercato? Li risolverà questa politica? L'austerità è il modo giusto per rendere sostenibile il debito pubblico italiano ed europeo? Come si esce fuori dalla follia di un'economia mondiale in cui la massa dei prodotti finanziari è di molte volte più grande del valore della produzione reale? Il mondo che vogliamo è fondato su più competitività per produrre, vendere, consumare di più? Dobbiamo aspettare la crescita, tra quattro o cinque anni come dice Monti, per poter ricominciare a respirare? E nel frattempo cosa ne sarà delle nostre vite? Come mangeremo? Come vivremo? Come potremo curarci? Come faremo studiare i nostri figli? Dovremo assistere impotenti allo stillicidio di suicidi conseguenza della crisi e anche dell'austerità montiana? Certo che se pensassimo invece che questo sia il migliore dei mondi possibili, che non si possa costruire niente di più giusto ed umano, che i partiti e le Istituzioni siano all'altezza del compito a cui li sta chiamando la storia, allora avrebbero ragione Napolitano e Monti a condannare l'opposizione gridata e a perseverare con quella logica neoliberista che ci ha condotti al punto in cui siamo. Si parla tanto in questi tempi di antipolitica, di demagogia, di populismo. Politica sarebbe il massacro sociale di Monti mentre restano immutati i privilegi e gli sprechi delle caste dominanti e antipolitica quella di Grillo che denuncia l'immoralità e il carattere parassitario delle cricche economiche e politiche che hanno preso in ostaggio l'Italia? Politica è modificare 'alla chetichella' la Costituzione inserendovi, senza dare ai cittadini la possibilità di esercitare il proprio potere sovrano, l'obbligo, funesto per lo Stato sociale, del pareggio di bilancio e demagogia quella di Grillo che chiede la partecipazione e l'attenzione dei cittadini alla gestione della cosa pubblica, il fiato sul collo degli eletti, che presenta in Parlamento centinaia di migliaia di firme, senza che queste vengano prese minimanente in considerazione, a sostegno di una legge di iniziativa popolare per limitare il numero massimo di mandati di deputati e senatori e l'ineleggibilità di chi è stato colpito da una condanna penale? Politica è voler far credere che grazie ai sacrifici ci sarà presto lavoro e reddito per tutti e populismo il reclamare da parte del Movimento 5 Stelle che non si sperperi il denaro pubblico nella TAV e nell'acquisto di nuovi cacciabombardieri? Considerato tutto questo è Grillo la soluzione per chi cerca un'alternativa a quest'Italia? Personalmente non credo, chi ha un minimo di conoscenza e di capacità di analisi dei fenomeni politici sa riconoscerne tutti i limiti e tutte le contraddizioni: la mancata definizione di una struttura organizzativa interna, nella pretesa di costruire una democrazia orizzontale in cui ciascuno vale uno, che di fatto lascia spazio solo al leader e non consente una gestione collegiale del Movimento, l'assenza di un progetto complessivo di società, l'atteggiamento da adepti e da tifosi più che da militanti consapevoli di una parte degli aderenti. Dunque chi può, chi vuole, chi sa costruire qualcosa di meglio lo faccia ma riconosca almeno che dal Movimento 5 Stelle lo dividerà il percorso scelto più che la meta da raggiungere, perché pensare che i grillini - basta parlarci, basta guardare al loro far riferimento alla Costituzione e alle lotte dei partigiani, al loro auspicio per una partecipazione e un'attenzione ininterrotta dei cittadini alla gestione della cosa pubblica – stiano costruendo un soggetto politico qualunquista e anti-democratico, una nuova Lega nord è una solenne stupidaggine. Resta infine la questione non marginale di alcune esternazioni e uscite pubbliche di Grillo (le allusioni offensive all'omosessualità di Vendola, sugli immigrati, da ultimo sulla mafia) che lasciano esterrefatti nel merito, che hanno l'effetto, deliberato o involontario, di alimentare una visione ambigua della proposta politica del Movimento 5 Stelle e che si prestano alla rappresentazione che di esso vogliono dare i grandi mezzi di informazione. Ammetta dunque Grillo almeno che la frase sulla mafia che non uccide le proprie vittime, in un paese che dal primo maggio del 1947 (Portella della Ginestra) in poi è stato insanguinato da innumerevoli stragi e omicidi compiuti dalle organizzazioni criminali, è stata una solenne cazzata, chieda pubblicamente scusa per l'equivoco. Può permetterselo visto che non si considera un leader politico o un capo partito. Anzi questo passo gli sia chiesto, a dimostrazione della maturità democratica del Movimento, da tutti i grillini.

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