Non è vero Signora Mia, che non ci sono più le mezze stagioni. Non ci sono più le parole con senso. Si, quelle vecchie rassicuranti parole autoctone inserite in determinati contesti ai quali davano un senso e dai quali ottenevano un giusto riscontro.
Nei quattro lustri trascorsi in azienda ho assistito ad una metamorfosi delle definizioni delle funzioni, ma non dei ruoli: infatti ora c'è il leader che riunisce il team in un meeting per stabilire un trend. Che può essere più o meno cul, ops, cool.
Una volta c'era un capo che riuniva un gruppo di persone che si riconoscevano in termini arcaici come "Direttore Vendite Italia", "Assistente Presidenza", "Direttore del Personale" diventato poi "Risorse Umane" come se all'interno delle aziende ci fossero le "Risorse Animali" oppure "Vegetali" o anche "Minerali". Una volta durante una riunione ho sentito tradurre "capo officina" in "chief meccanic". Ma era una riunione di ingegneri.Si, perché poi che sia scritto in italiano, in inglese o in esperanto sempre ordini da uno più in alto di te devi prendere.L'ilarità poi si scatena in quanto non credo che di fronte a certe terminologie tutti siano così ferrati nel comprenderne il significato e questa tendenza ad inglesizzare ad ogni costo qualsiasi fonema scopre altarini, diciamo, di superficialità culturale. E giusto per apparire pedante "errata corrige" non si pronuncia "errata corraig" e "I media" non è "I midia": provengono dal latino. E alle volte non resta che rasserenarsi con un sornione "hic sunt scimmiones".La stessa cosa non si può dire sia valida per le canzoni. Chiunque di noi ha una canzone nel cuore e solitamente, a parte l'inno nazionale, la lirica non è propriamente nella lingua di Dante. Sincermente, detto tra noi, avete mai provato a tradurre la "vostra" canzone? Quella che vi fa venire ancora i brividi, legata ad un momento dolcissimo oppure tristissimo? Ecco, provate a tradurla - si, anche se si trattasse di Pino Daniele - e poi ricantatela ad alta voce riadattando la metrica...che dite? Sparito il pathos, vero?
Questa cosa mi è venuta in mente l'altro giorno, ascoltando la radio: dopo 3 minuti di discorso lanciato al massimo, del quale avevo capito solo "ok" "figo" "vai fratello", sento improvvisamente la
parola "Josephine" e il giro armonico introduttivo della mitica canzone di Cris Rea:Josephine, I'll send you all my love e poiThere's a storm on my radar But I can still fly And you are the reason The blue in my sky Josephineovvero
(immaginatelo con un accento piemontese o calabrese stretto)Giuseppina, ti manderò tutto il mio amoree poiC'è una tempesta sul mio radar
Ma posso ancora volareE tu sei la ragioneIl blu nel mio cielo
Giuseppina
Ecco, tolta tutta la poesia.
Tutti sul cubo e buona ricetta ;)Ravioli di grano saraceno e cacao con melanzane e gamberoni in crema di ceci neri e zafferano.
Ingredienti350 gr di farina di grano saraceno, 50 gr di cacao in polvere amaro, 4 uova bio, 2 melanzane, 500 gr di gamberoni rossi, 250 gr di ceci neri, 150 gr di ricotta vaccina, un paio di cucchiai di pecorino semi stagionato dop, ricotta salata, un mazzetto aromatico (basilico, salvia, rosmarino), 1 spicchio d'aglio, 1 foglia d'alloro, mezzo bicchiere di vino bianco, sale, pepe nero macinato al momento, 1/2 cucchiaino di zafferano in polvere e qualche pistillo per decorare, olio evo.ProcedimentoVisto che i ceci neri prevedono un ammollo di almeno due giorni potete accorciare i tempi sostituendoli con i ceci chiari che si trovano normalmente in commercio.
Tagliare le melanzane a fette spesse 1 cm, metterle in una leccarda con un po' di sale per un'oretta e poi cucinarle nel forno a 180° per 20'. Frullarle e passarle al colino e mettere da parte.Pulire i gamberoni togliendo il budello interno, la testa ed il carapece (questi ultimi messi in una pentola con acqua fredda ed un paio di scalogni vi restituiranno un fumetto un po' diluito con il quale cucinare i ravioli).Saltarli con uno spicchio d'aglio e la foglia di alloro, un po' d'olio evo e mezzo bicchiere di vino bianco. Frullarli e mettere da parte.In una ciotola unire la purea di melanzana, la polpa dei gamberoni, la ricotta, un paio di cucchiai di pecorino (se serve un paio di cucchiai di pane grattugiato tostato ma in questo caso non è servito), un po' di pepe nero, mescolare bene e regolare di sale.Preparare la pasta con la farina e il cacao setacciati e le uova, lasciarla riposare per una mezz'ora coperta, passato questo periodo stendere la sfoglia e preparare i ravioli come di consueto, spennellando i bordi con l'uovo sbattutto, usando un coppapasta o uno stampo per biscotti di almeno 6 cm e premendo bene per far uscire l'eventuale aria.Lessare i ravioli per 4' in acqua salata (il fumetto preparato prima).Preparare il piatto versando un mestolino di vellutata sul fondo del piatto, adagiare i ravioli, grattugiare un po' di ricotta salata con la microplane, macinare un sospetto di pepe nero e decorare con qualche pistillo di zafferano.
Per la purea di ceci neri: mettere in ceci in acqua fredda per due giorni, cambiandola molto spesso.Passato questo periodo sciacquarli accuratamente sotto l'acqua corrente, rosolare uno spicchio d'aglio con un po' di olio evo in una casseruola di rame, unire i ceci ed il mazzetto aromatico, ricoprirli d'acqua ed al bollore togliere lo spicchio d'aglio, cucinare per un paio d'ore (per i ceci bianchi basta molto meno), a fuoco basso e coperto.
Passato questo periodo togliere il mazzetto aromatico, regolare di sale, frullare con il frullatore ad immersione e passare poi al colino. Rimettere la passata di ceci neri sul fuoco, sciogliere bene lo zafferano, mettere da parte.