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"Ordine di Malta: serve un Nuovo Ordine Mondiale Umanitario"

Da Risveglioedizioni
Risveglio Comune, Risveglio Edizioni, Libri, Shop, Prodotti dal Mondo, Tarocchi, Accademia del Loto Mille Petali, Spiritualità, Ufologia, Ecovillaggio A volte le parole gli sfuggono di bocca... L'Europa - e il mondo - farebbero bene a tirare un bel respiro profondo e "accettare" la realtà per quello che è: il fenomeno delle migrazioni non è un problema passeggero ma durerà per "diversi anni". Continuare dunque a ragionare in termini di emergenza, applicando insomma pannicelli caldi senza affrontare le vere cause che spingono milioni di persone a fuggire dalla guerra e dalla miseria, rischia di avere conseguenze geopolitiche severe...
Soprattutto nel Vecchio Continente. Insomma, è meglio attrezzarsi. E una delle possibili soluzioni è quella di 'favorire' - processo già in atto - la nascita di un "nuovo ordine mondiale umanitario" in cui gli istituti religiosi abbiano un chiaro spazio di azione. E' quanto emerge dalla conferenza 'Popoli in fuga dalla guerra: soccorso, assistenza, integrazione' organizzata dall'Ordine di Malta presso la sede della stampa estera a Roma. Il senso dell'urgenza è stato dato dall'intervento del Gran Cancelliere dell'Ordine, Albrect Freiherr von Boeselager, che ha messo in guardia la politica: "La situazione per i migranti sta diventando sempre più disperata: con l'arrivo dell'inverno queste persone sono esposte a rischi maggiori per la loro salute. Erigere muri non servirà a gestire questo fenomeno". Se tutte le persone che scappano dalle guerre fossero riuniti in un posto solo, infatti, formerebbero la 25esima nazione più popolosa del mondo. Solo in Siria ci sono 12 milioni di "profughi interni". Pochi per adesso hanno preso la via dell'Europa. Ma potrebbero farlo presto. Lo scenario in Africa è altrettanto nero. La Libia è una bomba ad orologeria: dovesse trasformarsi in un 'failed state' come la Somalia, gli effetti a catena si sentirebbero su Tunisia ed Egitto con conseguenze facili da immaginare. Ecco perché l'Ordine, tradizionalmente e orgogliosamente "neutrale e apolitico", ha deciso di organizzare la conferenza - propedeutica a preparare i lavori in vista del 'World Humanitarian Summit' dell'Onu previsto a Istanbul nel maggio del 2016 - e al contempo aprirsi a contributi 'esterni'. Oltre allo 'Stato Maggiore' dell'Ordine, infatti, sono intervenuti il sottosegretario con delega agli Affari Europei Sandro Gozi e il direttore del think tank britannico Forward Thinking Oliver McTernan. "Usare la parola 'emergenza' per definire il fenomeno dei migranti significa o non capire la situazione o essere in mala fede o fare demagogia", ha detto Gozi. "Le parole giuste da usare - ha aggiunto - sono geopolitica e demografia: solo così si può governare il fenomeno e non subirlo. Ed è quello che il governo italiano ha fatto e sta facendo". L'obiettivo è sempre quello: coinvolgere maggiormente l'Europa, capire una volta per tutte che l'immigrazione va affrontata a livello comunitario, non rottamando Schengen ma andando oltre Dublino per coniugare "libertà" e "sicurezza delle frontiere". I migranti - demografia alla mano - sono una risorsa se si considera che da qui al 2050 l'Europa avrà bisogno di 40 milioni di lavoratori in più. Intanto, però, uomini donne e bambini continuano a morire tentando la grande fuga. "Il summit di Istanbul può essere un punto di svolta", dice McTernan di Forward Thinking. "Per decenni le organizzazioni secolari hanno avuto il monopolio dell'assistenza umanitaria nel mondo: ora serve una carta comune che includa gli istituti di matrice religiosa come l'Ordine di Malta, che godono del rispetto delle popolazioni locali, e possa mettere in rete le competenze". La missione: passare dalla semplice gestione delle crisi alla loro prevenzione. E in fretta. Fonte: www.ansa.it

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