Mandado de despejo aos mandarins do mundo Ordine di sfratto a tutti i mandarini del mondo
Fora tu reles esnobe plebeu Fuori tu scadente snob plebeo
E fora tu imperialista das sucatas e fuori tu imperialista dei rottami
Charlatao da sinceridade e tu, da juba socialista, ciarlatano della sincerità
e tu qualque outro. E tu qualunque altro.
Ultimatum a todos eles e a todos que sejam come eles todos. Ultimatum a tutti loro e a tutti quelli che sono come loro.
Monte de tijolos com pretensoes a casa Mucchio di sassi che fingono di essere una casa
Inutil luxo, megalomania triunfante Lusso inutile, megalomania trionfante
E tu Brasil blague de Pedro Alvares Cabral E tu Brasile fandonia di Pedro Alvares Cabral
que nem te queria descobrir. Che non voleva neanche scoprirti.
Ultimatum a vòs que confundis o humano com o popular, ultimatum a voi che confondete l’umano con il popolare
que confundis tudo ! che confondete tutto !
Vos anarquistas deveras sinceros Voi anarchici davvero sinceri
Socialistas que invoca a sua qualidade de trabalhadores socialisti che invocate la vostra qualità di lavoratori
para quererem deixar de trabalhar. Perché volete smettere di lavorare.
Sim, todos vos que representais o mundo, sì tutti voi che rappresentate il mondo
homens altos, passai uomini alti passate
Por baixo do meu desprezo sotto il mio disprezzo
Passai, aristocratas de tanga de ouro, passate aristocratici con perizoma d’oro
passai frouxos passate flosci
passai radicais do pouco ! passate radicali da poco !
Quem acredita neles ? Chi crede in loro ?
Mandem tudo isso para casa, Mandateli tutti a casa
descascar batatas simbòlicas. A sbucciare patate simboliche.
Fechem-me isso a chave e deitem a chave fora. Chiudetemi a chiave e buttate via la chiave.
Sufoco de ter sò isso a minha volta. Soffoco di avere solo questo a mia volta.
Deixem –me respirar ! Lasciatemi respirare !
Abram todas as janelas ! Che aprano tutte le finestre !
Abram mais janelas do que todas as janelas que hà no mundo. Che aprano più finestre di tutte le finestre che ci sono nel mondo.
Nenhuma ideia grande, nenhuma corrente politica que soe a um ideia grao ! Nessuna idea grande, nessuna corrente politica che diffonda un idea grande !
E o mundo quer a inteligencia nova E il mondo vuole un’intelligenza nuova
O mundo tem sede do que se crie Il mondo ha sete che si crei
O que aì està a apodrecer a vida, quando muito, è estrume para O futuro.Quel che c’è qui sta incenerendo la vita, è letame per il futuro.
O que aì està nao pode durar porquè nao è nada. Quello che c’è qui non può durare perché è niente.
Eu da raça dos navegadores, afirmo que nao pode durar ! Io della razza dei navigatori, affermo che non può durare !
Eu, da raça dos descobridores, desprezo o que seja menos Io della razza degli scopritori, disprezzo tutto ciò che non sia
Que descobrir o mundo novo. Scoprire un mondo nuovo.
Proclamo isso bem alto, braços erguidos, fitando o Atlantico Lo proclamo ben in alto, guardando l’Atlantico
E saudando abstratamente o infinito e salutando astrattamente l’infinito.
Alvaro do Campos ( Fernando Pessoa) 1917
Alvaro de Campos, uno degli eteronimi di Fernando Pessoa. Lui confezionò dei suoi vari eteronimi,( Alberto Caeiro, Ricardo Reis, Bernardo Soares), date di nascita, professioni, corporature, residenze diverse, e li scrisse in prefazione ai suoi libri editati ora con un nome ora con un altro.
Di Alvaro de Campos, che si pronuncia con l’accento sulla ‘A’, dice che era ingegnere navale a Glasgow, ma poi torna a Lisbona e non lavora più, dice che è alto 1,75, e aggiunge : “2 cm più di me”, magro, con tendenza a incurvarsi, pelle fra bianca e scura, un tipo di ebreo portoghese.
Dice che usa il nome di Campos quando sente un improvviso impulso di scrivere e non sa cosa. Il testo è in effetti scritto sotto fortissimi impulsi.
È un testo che freme di rabbia e Maria Bethania, a mio parere, lo interpreta magistralmente, lei che è stata “scoperta” da Cabral come tutti i brasiliani, lei che è figlia di Bahia e un po’ scura di pelle, e ha un naso ebreo, la sua faccia parla del “povoamento” ( ripopolamento) cioè l’ordine dato dalla Corona Portoghese, alla meta del 1500, che i “conquistadores” si accoppiassero con le indigene perché servivano braccia, e perché gli indios dopo un po’ si rifiutarono di essere civilizzati e di lavorare e saggiamente si ritirarono nel folto della foresta, dove i portoghesi non osavano avventurarsi. Allora era utile mischiare un po’ il sangue con le indie catturate o rimaste per creare dei mezzosangue che non avrebbero rifiutato il lavoro. E così fu.
La fandonia della scoperta di Cabral si riferisce al fatto che lui faceva rotta per le Indie e quando arrivò in Brasile, credette di aver trovato un’isola che chiamò “Isola di Vera Cruz”.
da Darcy Ribeiro( antropologo) – O povo brasileiro( Il popolo brasiliano) – ed. Companhia das Letras, Sao Paulo 1996
Del testo datato 1917, vorrei sottolineare le sorprendenti corrispondenze che io ho ritrovato con i giorni nostri.
“I mandarini del mondo, i ciarlatani della sincerità, lusso inutile, megalomania trionfante.
Vi stanno già venendo in mente volti e nomi ?
Ultimatum a voi che confondete l’umano con il popolare” , in Italia ormai c’è solo il popolare, e il popolare vuole smantellare tutto ciò che di umano c’è nelle persone e nei modi di governare. E come è stato usato bene “il popolare” per ammazzare il pensiero, l’approfondimento, per istupidire.
“Ultimatum a voi che confondete tutto “ é quanto si vede : la menzogna con la verità, il sesso con l’amore, la pace con la guerra, il priapismo (vedi Gadda Eros e Priapo) con la normalità, le furbe ruberie col successo, la lotta alla mafia con il sostegno alla mafia, la lotta al mercato delle droghe con gli arresti dei ragazzi che le usano, il razzismo con la sicurezza, l’informazione con il gossip, le banalizzazioni con gli approfondimenti. E via di seguito.
“Chi crede in loro ?” Forse più nessuno, neanche quelli che li votano,neanche i funzionari di partito, ma gli affari sono affari e le rendite di posizione anche.
“Mandateli tutti a casa a sbucciar patate !” E in Italia non ci si riesce .
“ Che aprano più finestre di tutte le finestre che ci sono nel mondo” mi sembra bellissima questa moltiplicazione di aperture, che entri l’aria nei nostri pensieri, che si cambi l’aria nella stanzina angusta dei nostri cranii, e possano arrivare davvero le idee umane , le buone prassi, le parole vere.
“Il mondo vuole un’intelligenza nuova” Ne ha sete e fame. Altrochè ! Le istituzioni della nostra società che sono più in crisi e che producono maggior dolore agli esseri umani sono quelle dove da quasi un secolo non si aprono più le finestre : l’economia ( che non è una scienza), il Vaticano, la politica, i partiti, i quotidiani, la scuola, la medicina ( che non è una scienza ma piuttosto un’ignoranza), i modi di far cultura.
Invece “ si fabbrica letame per il futuro” e se n’è fabbricato davvero tanto. Ci stiamo impoverendo dentro questo letame, da tutti i punti di vista.
“Quello che c’è qui non può durare perché non è niente !” lo penso anch’io. Non è proprio niente! Se non immondizia, e questa è un’affermazione che ci aiuta leggendola, che ci dà speranza, che rimette le cose nel loro giusto ridimensionamento. Il Re è nudo, nudissimo!
Certo fa pensare e rattristare che dal 1917 ad oggi non sia cambiato poi un granchè. Nemmeno su scala mondiale. L a politica è irredimibile ? Il governare anche ?
Questo è come la vedo io e come fremo io, il mio punto di vista. Grazie dell’ospitalità. Resto in attesa dei vostri preziosi commenti e anche dissensi.
Giuliana Ruberti