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Ore d'orrore, a cura di Marco Lazzara“Ci sono molte buone ragioni per avere paura del buio”
“Esistono creature particolari, chiamate vampiri. Qualcuno di noi ha prove della loro esistenza. Nonostante noi non abbiamo assoluta certezza riguardo alla nostra triste esperienza, gli insegnamenti e le testimonianze del passato sono prova sufficiente per persone con occhi ben aperti.” (Bram Stoker, Dracula)
È di origine serba la parola vampir, di etimologia incerta, documentata per la prima volta nel 1732, in note che descrivevano la caccia a creature che succhiavano il sangue dei viventi. Fu infatti in quel periodo che storie di vampiri cominciarono a circolare per tutta l’Europa, creando un’autentica isteria collettiva. Ma leggende su malefiche creature che si nutrono dei viventi, in particolare del loro sangue, erano presenti già da millenni nel folklore popolare in diverse parti del mondo. La figura del vampiro come la conosciamo oggi è il risultato del miscuglio di più leggende di varia provenienza, rimaneggiate dalla letteratura gotica e ulteriormente definite dal cinema.
Tra folklore e mitologia in giro per il mondo
Leggende relative ai vampiri si ritrovano in tutto il mondo in centinaia di esempi. Spesso però si tratta di esseri più simili a licantropi, streghe o ghouls. Mi limito perciò a fare alcuni esempi per tracciare una base comune della mitologia.Molte teorie propendono per una nascita asiatica della cultura odierna. L'India ha una mitologia molto antica e gli studiosi ritengono che i miti indiani siano quelli originali, anche nel caso dei vampiri. Il più temibile e antico di essi è il rakshasa, in grado di diventare lupo o anche bellissima donna, ma la cui forma originaria è una pallida creatura luminosa con il corpo perennemente macchiato di sangue, un alone azzurro intorno alla gola e una cintura di campanelle alla vita. Il bhuta appare invece di notte sotto forma di ombra, luce scintillante o nebbia; può trasformarsi in gufo o pipistrello e attacca i neonati appena allattati, perché ama il latte.Secondo una credenza cinese, il p'o, il livello più basso dell’anima, resta nel cadavere, che se viene esposto ai raggi della luna o entra a contatto col sangue di qualche animale, origina un chiang-shi, uno spirito in grado di rianimare cadaveri o di costruirsi un corpo da materia putrescente. Ha occhi rossi, artigli affilati e una folta peluria; può volare, tramutarsi in nebbia e rendersi invisibile.In Giappone i gaki sono cadaveri viventi assetati di sangue; sono in grado di trasformarsi in animali ma possono anche prendere l’aspetto di esseri umani. Quando invece una bellissima donna diviene pazza, può venire posseduta da un demone; diventa allora una hanya, una creatura che si nutre di sangue e che mangia i bambini.Il talamaur delle Isole Banks può assoggettare al proprio volere i fantasmi dei morti, mentre il tarunga si appropria dell'essenza vitale di chi è appena morto, alla cui tomba si avvicina con un suono simile a quello che si fa grattando su una porta di legno.In Australia si trovano i mrart, che infestano i deserti e hanno molto più potere nelle tenebre, quando cercano di strappare altre vittime ai cimiteri. Lo yara-ma-yha-who ha invece l’aspetto di un piccolo uomo di colore rosso o verde; non avendo denti succhia il sangue delle sue vittime con ventose poste alle estremità delle dita.
Le streghe del folklore africano durante la notte si siedono sul tetto delle capanne delle loro vittime per succhiarne via il cuore, e la obayifo assume la forma di un globo di luce per succhiare il sangue dei bambini. In Suriname si racconta dell’axeman, una donna che di notte si trasforma in pipistrello e in questa forma succhia il sangue della sua preda dall’alluce. Cosa che fa anche il loango, uno stregone che diviene un non-morto e rimane a occhi aperti nella propria bara.In Malesia si racconta delle langsuir, donne morte di parto divenute non-morti; hanno le sembianze di bellissime fanciulle con unghie e capelli lunghissimi, sono in grado di volare e succhiano il sangue dei bambini.
In Messico la mitologia parla della ciuateteo, una donna morta durante il suo primo parto, che lancia malefici dai crocicchi, e delle civitateo, vecchie streghe vestite di stracci che assalgono i bambini agli incroci.Tra gli indiani d’America era diffusa la leggenda del wendigo, uno spirito maligno raffigurato con un lungo naso che, introdotto nell'orecchio della vittima, usava per succhiarne via il cervello.In Portogallo si credeva nell’esistenza della bruxa, donna di giorno, uccello succhiasangue di notte. Durante l’Inquisizione molte donne sono state accusate di essere delle bruxa e condannate a morte.Il blautsauger, comune a molti popoli dell’Europa Centrale, ha lunghi capelli e grandi occhi, ma è privo di scheletro, può trasformarsi in ratto o lupo e succhia il sangue delle sue vittime.Le popolazioni del Baltico ritenevano che streghe e stregoni, una volta morti, divenissero wieszczy, dalla faccia rossa e l'occhio sinistro spalancato. Nutrendosi del proprio corpo riacquistavano le forze, quindi sterminavano il bestiame, la famiglia e poi tutti gli abitanti della regione, succhiando loro il sangue dal cuore.
Il vampiro russo per eccellenza è l'upyr, dotato di lunghe e mostruose zanne. Il wurdulac invece può nutrirsi e poi uccidere solo quelli che ama, causando la trasformazione della intera propria famiglia in esseri come lui. Altra figura è il vrykolaka, comune anche al folklore di Grecia e Macedonia, un non-morto che gira per i villaggi chiamando per nome le vittime designate o bussando alle porte delle case, ma in cui può entrare solo se invitato espressamente da chi vi si trova all'interno.Il folklore germanico parla anche del nachzehrer, il masticatore di sudari: un non-morto che non si è trasformato completamente in vampiro e rimane nella tomba a masticare in eterno il proprio sudario. È in grado di suggere l’energia vitale dello sventurato che si avvicina alla sua tomba, ed emette allora urla spaventose come avvertimento per chi intenda disturbarlo. Il suo sudario avrebbe poteri in grado di guarire ogni malattia e questo, secondo la leggenda, ne avrebbe portato alla caccia da parte dei tombaroli. Una volta rubatone il sudario, il nachzehrer uscirebbe per dare la caccia ai responsabili, ma se non riuscisse a trovarli, sarebbe costretto a vagare in eterno alla sua ricerca.
Come riconoscere e fermare un vampiro
La tradizione dice che i vampiri non riflettono la propria immagine negli specchi, né proiettano alcuna ombra, ma non è universale. Si potrebbe sostenere che si trovino tra due mondi, quello dei vivi e quello dei morti, quindi sfasati rispetto alla nostra realtà. Un'altra loro capacità è quella di trasformarsi in nebbia e in alcuni animali, a seconda del luogo in ratti, lupi, pipistrelli, uccelli.Il più noto deterrente contro i vampiri è l’aglio, il cui forte odore è dovuto a composti organici dello zolfo. L’origine di questa credenza è dovuto al fatto che il consumo di aglio ha un’azione antibatterica, e viene usato anche come antiparassitario, e in effetti il vampirismo è una forma di parassitismo. Un altro è la rosa canina, che si riteneva efficace contro la rabbia (che come vedremo ha connessioni col vampirismo), e un altro ancora è il biancospino, pianta un tempo usata per delimitare i confini; nel folklore gaelico contrassegnava l’ingesso dell’oltretomba, da qui probabilmente l’idea che possa tenere lontani i vampiri.Secondo alcune tradizioni, che i vampiri soffrono di una curiosa nevrosi: l’aritmomania, ovvero il bisogno compulsivo di contare le cose. Per evitare che un vampiro esca dalla sua tomba in cerca di vittime, bisogna mettervi dentro dei semi di senape, in modo che passi tutto il tempo a contarli, oppure spargerli sul tetto delle case.Altra tradizione è quella che un vampiro non possa entrare in un’abitazione a meno che non sia stato invitato dal suo legittimo proprietario, ma non sempre è rispettata.La tradizione europea, di appartenenza cristiana ha aggiunto poi crocefissi, rosari, acquasanta, ostie. Inoltre i vampiri non possono attraversare terreni consacrati, né acqua corrente (probabilmente perché un tempo i battesimi venivano effettuati nei fiumi). È noto poi che non sopportino la luce del sole, che li distruggerebbe anche. Potremmo sostenere che abbiano una qualche difficoltà con le radiazioni ultraviolette. Non si ritrova in tutte le tradizioni, ma in ogni caso la credenza è di origine cristiana e nasce dal fatto che il sole è il simbolo di Dio.
Una controversa credenza è quella dell’argento, metallo che li ferirebbe fino anche a ucciderli. In realtà è più associata ai lupi mannari e probabilmente deriva dal fatto che anche i vampiri possono assumere forma di lupo.Il metodo più classico per uccidere un vampiro è quello di bruciarne il corpo o almeno il cuore; altra tecnica è la decapitazione. Ulteriore modo è quello di trafiggerne il cuore con un paletto, di legno di frassino (Russia), biancospino (Serbia) o quercia (Slesia).Per oggi è tutto, creature della notte. Nel prossimo appuntamento di Ore d’Orrore, vedremo come è nata la leggenda dei vampiri e la analizzeremo da un punto di vista medico e scientifico. Nel frattempo potete leggervi questi miei racconti, che sono sì sui vampiri, ma sono anche più leggeri. CONTINUA
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