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Ore wa Sono Sion da! (I Am Sion Sono!)

Creato il 09 settembre 2011 da Makoto @makotoster

*** Flashback ***

Ore wa Sono Sion da! (I Am Sion Sono!)

Ore wa Sono Sion da!  (俺は園子温だ!, I Am Sion Sono!); Regia,Soggetto e Sceneggiatura: Sono Sion; Interpreti: Sono Sion; Anno:1985; Durata: 30'Link: Sito ufficiale di Sono Sion (in giapponese) - Trailer (YouTube)- Johannes Lauri (Forced Perspective)
Il giovane Sono Sion sipresenta, illustra nel dettaglio il contesto temporale e le condizioniatmosferiche del momento, riporta stralci di vita quotidiana, interpretaframmenti di poesia o racconto, commenta in estemporanea le proprie azioni e larealizzazione del film, tira giù dal letto un amico per coinvolgerlo nelleriprese, convoca per telefono una conoscente e la intervista gridando con unavocina stridula, si fa rasare i capelli, amoreggia con statue di gesso.Girato in 8mm e vincitoreall’edizione del PIA Film Festival del 1986, Ore wa Sono Sion da! rappresentail debutto cinematografico del giovane regista, che sino ad allora si eradedicato principalmente alla poesia, inaugurando la fase iniziale dellafilmografia di Sono, quella che più palesemente manifesta velleità disperimentazione e avanguardismo.Strutturato in una serie diblocchi talvolta omogenei, in altri casi inframezzati da immagini dal saporesimbolico o dadaista, questo cortometraggio si incentra quasi esclusivamentesulla figura e sulla voce dello stesso Sono, il quale si riprende da sé acinepresa fissa o affida (nel corso del film) il compito a un amico. Conatteggiamento spesso ludico e all'insegna della più completa casualità, ilgiovane regista plasma e commenta, abbandonandosi anche a riflessioni dicarattere metacinematografico, la realizzazione dell’opera stessa nel corso delsuo incedere.Al di là di alcune ingenuità edella sua sconclusionatezza di fondo, Ore wa Sono Sion da! si fa apprezzareper la sua sfrontatezza, per la libertà espressiva di alcune sequenze e perl’innegabile interesse immediatamente suscitato dall'eccentrico e irriverente personaggiodello stesso Sono. Soprattutto, se visto a posteriori, sorprendono le numeroseaffinità rispetto alle opere successive, presagi della salda coerenza tematicae stilistica che sorregge l'intera filmografia, per altri versi eclettica, diSono. Da citare, l’attenzione per la scansione e la registrazione del tempo, lapropensione alla metafora e al paradosso, e infine l’ossessione per il sesso,la violenza e l’arte occidentale (vista con gusto decadente): tutti elementiche avranno un ruolo di rilevanza all’interno della produzione di Sono, cosìcome, a livello stilistico, l’uso della voce narrante in prima persona chetradisce un approccio autobiografico qui presente sin dal titolo (occorreinfatti ricordare che molte delle situazioni presenti nei film di Sonoattingono al bagaglio di esperienze personali del regista). Anche l’uso deicolori e delle musiche in funzione ossimorica, che qui troviamo in numeroseinquadrature, rientra tra le principali caratteristiche ricorrenti nellasuccessiva produzione del regista.Da notare infine come lo stessoSono, nella scena in cui improvvisa un’intervista all’amica adoperandosi coninsistenza per metterla in imbarazzo (le grida domande con vocina stridula, lascuote per le spalle, la prende in giro, la obbliga a compiere azioniinsensate, tenta di costringerla a fumare una sigaretta), ricordi molti di queipersonaggi allo stesso tempo bizzarri e inquietanti, buffoni e violenti,manipolatori e liberatori che, nei suoi film, esercitano una pressione suiprotagonisti per indurli a esternare cose che in apparenza esulano dalla loronatura. [Giacomo Calorio]

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