E' finita. La prima stagione di Orfani è finita qui! E se tante cose si potrebbero dire a riguardo, nessuno può negare che questo sia un evento fumettistico di rilievo.Roberto Recchioni (con la complicità del magistrale Emiliano Mammucari e di un team di disegnatori e coloristi da far invidia) ci ha traghettato verso questo scontro a due che non è solo una lotta tra due guerrieri ma è anche uno scontro in qualche modo ideologico.E noi stiamo per narrarvi (anche se non in maniera completa, per rispetto a chi non avesse letto l'albo...) cosa succede in questo numero 12. Per cui, ci sono due cose che potete fare per evitare spoileroni o comunque potenti indizi riguardo chi (tra i due Orfani rimasti) sopravvivrà alla fine di questa prima stagione:1. Non sbirciare la terza di copertina dell'albo prima di aver letto la storia, perché in terza di copertina c'è l'annuncio dell'uscita del numero 1 della seconda stagione (con relativa cover, finora rimasta celata, almeno in parte, ma che presto sicuramente campeggerà un po' ovunque nel web);2. Non continuare a leggere questa recensione (audace avvisato...).Ok, iniziamo e....Rock 'n' Rooooooooooooooll!
La parte iniziale dell'albo, come sempre ambientata nel passato, stavolta ha il compito preannunciato di ricongiungersi all'inizio della storia del presente narrata nel primo albo, in un incastro circolare certosino (se non leggete la serie vi sembrerà un tantino difficile da comprendere, ma in ogni caso è un meccanismo narrativo architettato molto bene dal buon Recchioni, dall'inizio alla fine).Scopriamo già nelle prime due pagine, con un colpo di classe, a chi appartenevano le parole contenute nelle didascalie che costituivano quindi una sorta di diario in cui veniva descritto via via come il mondo è finito e tutto il percorso fatto dai nostri Orfani per diventare guerrieri implacabili. Parole messe nero su bianco a costo di correre pericoli, visto che, a quanto pare, anche scrivere è messo al bando in questo mondo crudele. Ma i germi della ribellione ci sono già tutti.
Studi per alcuni personaggi, realizzati da Cavenago
Ribellione che esplode nella figura di Ringo, contrario al fatto che la popolazione mondiale resti all'oscuro di tutto, contrario all'Operazione Painted Sky e al fatto che, per far fronte a crisi di grandi entità si debba ricorrere all'inganno. Non è dello stesso parere Jonas, che rappresenta il guerriero granitico, fedele all'establishment e alle regole, convinto che le parole della professoressa Juric debbano rimanere segrete e che ogni ribellione vada sedata con ogni mezzo. Lo scontro tra i due esplode nella parte finale dell'albo, dove, come dicevamo, solo uno rimarrà. Senza dirvi esplicitamente chi sia, tra Ringo e Jonas, vi diciamo solo che era il personaggio per cui parteggiavamo noi Audaci, che si autocatagola tra "i cattivi" e che manda l'altro a raggiungere praticamente tutti gli altri Orfani, riuniti finalmente sotto il simbolico albero che ne ha intrecciato e ghermito le esistenze durante tutto il loro percorso esistenziale, dal dolore alla sofferenza sino alla morte.Ma nelle ultimissime tavole già abbiamo anche un assaggio di cosa avverrà in futuro, nella prossima stagione. Nuovi schieramenti, nuovi motti e nuove atmosfere ci attendono nelle avventure che saranno pubblicate da metà ottobre.
Su Recchioni ci siamo dilungati spesso e qui ritorniamo solo a considerare quest'opera (la prima stagione di Orfani, racconto organico e coeso) comeparte perfettamente integrante della sua poetica: il rapporto degli uomini con la morte, l'ironia e la spacconaggine come armi per alleggerirsi dall'insostenibile peso dell'esistenza, la violenza come modo (per il narratore) di mostrare la spettacolarità di avvenimenti avventurosi ma anche l'insensatezza delle lotte tra esseri che camminano sul medesimo suolo e sotto lo stesso scorcio di cielo. E, infine, quella velata e insopprimibile vena romantica che si cela sotto ogni scorza dura.Dal punto di vista grafico, abbiamo amato tutti (o quasi) i disegnatori che si sono adoperati per la buona riuscita di questa serie. Eppure, per una giusta quadratura del cerchio, era fisiologico che l'ultima parola fosse tratteggiata dalla matita dell'immenso Mammucari, già disegnatore del primo numero (a cui, come già detto, il finale della parte legata al passato dei personaggi si riallaccia) e co-creatore della serie insieme a Recchioni. Sono tavole sono molto particolari, colorate in maniera impeccabile da Annalisa Leone. Le matite non ripassate a china di alcuni dettagli le rendono più variegate, donando quel giusto quantitativo di "imperfezione" che le fa sublimare a opere da incorniciare! Leggere per credere!
Infine, due citazioni: la prima, letteraria, esplicitata durante l'albo da Recchioni; la seconda, musicale, che viene in mente a noi Audaci dopo aver chiuso l'albo.Quella letteraria, colta, da "Poesia facile" del poeta Dino Campana:
"Pace non cerco, guerra non sopporto
Tranquillo e solo vo pel mondo in sognoPieno di canti soffocanti. AgognoLa nebbia ed il silenzio in un gran porto."Infine quella, insostituibile, musicale (che a nostro parere era... necessaria!) con la quale ci congediamo:il Sommo
ORFANI: Rock ’n’ RollNUMERO: 12
DATA: Settembre 2014
SERGIO BONELLI EDITORE
COPERTINA: Massimo Carnevale
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Roberto Recchioni
DISEGNI E CHINE: Emiliano MammucariCOLORI: Annalisa Leoni