Orgoglio nerazzurro

Utilizzo per il post lo stesso titolo della email che mi è arrivata ieri mattina, accompagnata da tre gioiellini, le foto del piccolo Ezzelino da Romano in divisa nerazzurra.

Anni Settanta, pantaloncino rigorosamente cortissimo, come si usava a quel tempo, anche se la gracilità del nostro potrebbe ingannare. Sono rimasto colpito dal messaggio, riferito a questo blog: “ho visto le foto dei bimbi con la maglia della Beneamata (uno dei quali suppongo sia tu) e non ho resistito”.

Roba da lucciconi, se non avessimo una certa età. Il fatto è che un momento di crisi così nera non la vivevamo da tempo immemorabile. Abbiamo bisogno di essere accuditi e rassicurati sul futuro, ma la fiducia è ai minimi storici. Per questo stiamo stretti stretti, per riscaldarci e farci coraggio, ora che i sette anni di vacche grasse sono terminati.
Il tifoso interista ha però un vantaggio che gli consente di superare qualsiasi tormenta: una resistenza alle scoppole invidiabile. Neanche Rocky Balboa incassa come noi. Né può averci rammollito l’ubriacatura mourinhana. Se ci sarà da soffrire, soffriremo. Speriamo soltanto che in società si chiariscano le idee e che, dopo due anni gettati alle ortiche, si ricominci a programmare il futuro con serietà. Prendendosi il tempo che servirà, senza sparare sul tecnico di turno dopo due risultati negativi. Abbiamo un vivaio invidiabile, come confermano la conquista della Next Generation Series da parte della squadra Primavera e i brillanti risultati del settore giovanile. Da qui bisogna ripartire, dall’inevitabilità di un ricambio generazionale. Per quest’anno, comunque andrà a finire, avremo una notizia buona (la Juve non vincerà lo scudetto) e una cattiva (lo vincerà il Milan), o viceversa. Noi continueremo orgogliosamente ad odiare (sportivamente) entrambi, fedeli al motto scolpito sotto il titolo del blog.
E a proposito di orgoglio nerazzurro, questo è il poster che ancora è attaccato sull’armadio della mia camera, ventotto anni dopo.