Già ai tempi delle guerre puniche [giorno più, giorno meno] durante la mia prima esperienza lavorativa nel comparto marketing di una grande impresa alimentare essere “product oriented” era demodè e si parlava, si dichiarava di essere “marketing oriented”.
Una definizione che nel tempo ha ceduto il passo prima a quella di “customer oriented” e poi “customer centric”.
Di questa evoluzione non si trova praticamente traccia alcuna nel comparto editoriale italiano a nessun livello e neppure le iniziative on line di più recente nascita ed introduzione hanno dimostrato di migliorare sostanzialmente il desolante panorama.
Si continua nel tentativo di costruire recinti e steccati investendo sul mezzo invece che sul contenuto come dimostrano la maggior parte delle applicazioni per tablets e smartphones realizzate.
Esistono diversi modelli ed anche forme distinte di realizzare l’aggregazione di contenuti, di notizie, più o meno eticamente corretti, più o meno interessanti.
Ogni giorno appaiono sul mercato nuovi supporti, device, readers, e stiamo per assistere ad una nuova ondata di offerte.
Tutti dipendono da una comunità di utenti attiva e fedele, sia on line che nel “canale tradizionale”, per poter avere successo.
Quando l’offerta eccede la domanda, com’è oggi il caso del “mercato delle informazioni” è principio basico ricercare il bisogno [esplicito o <<sommerso>>] da soddisfare invece di continuare ad offrire, per usare una metafora celebre, la medesima Ford T nera.
Tra i big players del mercato, ad oggi, nessuno pare averlo davvero capito, si continua di fatto ad avere un orientamento al prodotto.