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Orion: l’astronave più avanzata della NASA è controllata dal processore G3 dei Mac del 2003

Creato il 09 dicembre 2014 da Antoniopechiar @antoniopechiar

Orion: l’astronave più avanzata della NASA è controllata dal processore G3 dei Mac del 2003


Orion: l’astronave più avanzata della NASA è controllata dal processore G3 dei Mac del 2003

Il processore G3 PowerPC dei Mac del 2003 controlla Orion, l’astronave più avanzata della NASA che porterà l’uomo su Marte. Tutti i sistemi sono stati scelti per la massima affidabilità e protetti contro le radiazioni.

Orion è l’astronave più avanzata costruita dalla NASA ma per quanto riguarda i computer di bordo sono impiegate tecnologie e componenti molto al di sotto degli standard attuali a cui gli utenti consumer sono ormai abituati. Più precisamente il computer di Orion è azionato dal processore G3, sigla nota agli utenti storici di Mac perché impiegato nei portatili e nei sistemi desktop della Mela nel 2003. Si tratta del processore PowerPC 750X con un solo core di calcolo: funziona alla velocità di 900 MHz ed è costruito con processo a 130 nanomentri.

Il confronto con i processori odierni è impietoso: in termini di prestazioni il processore G3, oltre 10 anni fa impiegato in computer notebook e desktop della Mela, equivale all’incirca alla potenza di calcolo di uno smartphone Galaxy SIII, come riporta Geek.com, ormai anche questo datato e superato in campo mobile. Siamo a grande distanza persino dal processore Apple A8 attualmente impiegato da Apple in iPhone 6 e nei nuovi iPad: funziona con frequenze superiori al GHz, integra 2 core di colacolo ed è costruito con processo a 20 nanometri.

Orion

Da sempre la NASA sceglie componenti e tecnologie datate per i computer di bordo dei veicoli spaziali privilegiando su tutto l’affidabilità. Per assicurare il funzionamento perfetto nello spazio sono state implementate schede con circuiti più spessi, sistemi anti vibrazione e schermature contro le radiazioni. Per garantire che almeno un computer sia sempre funzionante ne sono installati tre, ognuno dotato di doppio processore. La seconda CPU non è impiegata per incrementare le prestazioni ma per monitorare il lavoro della CPU principale: se i calcoli non coincidono viene riavviato il sistema, operazione che richiede 20 secondi. Grazie a questo sistema la NASA ha calcolato che l’eventualità che tutti e tre i computer debbano essere riavviati nello stesso momento è di una su 1.870.000 missioni.

Via | Macitynet


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