C’è paura in questo dojo? No, sensei!!! Quindi, senza timori e remore il
mio fidato compagno di viaggio gettons ed io partiremo per la volta del
Giappone. Ahhh, il Sol Levante con tutti quei Pokemon che si muovono
incessantemente tra viuzze
elettriche e luminescenti, il paese dei bimbi yakuza che si sfidano con
i videogiochi della Konami, la Nazione che ci ha stregato con Goldrake,
walkman e tamagotchi, senza tralasciare il bukkake, ma che nel profondo
ha un’anima (e pure anime) dalle radici millenarie
che ci mostra i samurai, la tradizionale cerimonia del tè e gli inchini
come fossero tic. Insomma ci sarebbe tanto da parlare del Giappone e
dell’influenza che ha avuto su tutti noi, o su di me in particolare, che
potrei stare qui ad ore a scrivere e scrivere e magari continuare ad annoiarvi. Eppure è sempre stato
un tipo di vacanza che non mi ha mai attirato troppo. Non sono un
fanatico dei jappo, mi piace il sushi, ma non ne vado pazzo, guardo i
cartoni animati, ma non conosco i nomi dei protagonisti a menadito, in
pratica so decisamente molto poco sulla loro cultura
eccezion fatta per clichè comuni o ciò che è arrivato fin qui. La gita
invernale era ad un passo dall’avere come meta addirittura lo Yucatan.
Poi in una notte l’improvviso cambio di programma e la luce mi ha
destato l’interesse per Tokyo. Una sola mattinata
per convincere gettons che pende dalle mie labbra e poi l’acquisto del
biglietto aereo (Alitalia diretto da Roma) che mi vedrà per la prima
volta nella storia osservatore e studioso dei suoi riti propiziatori e
scaramantici. Nonostante millenni di vacanze
insieme infatti, mai era capitato che rischiassimo la vita sul medesimo
volo. Documenterò a dovere, non temete. Pur nutrendo forti dubbi sulla
riuscita di tale gita, mi son piano piano ricreduto con il passare dei
giorni. Oltre al volo infatti come avviene
nelle migliori compagnie di viaggi faidate ci siamo buttati sulla prenotazione
degli alberghi (o simili). E’ fatta ancora di più quindi. Il viaggio a
grandi linee (se qualcuno volesse dare suggerimenti o scazzarci
pesantemente per le scelte effettuate, può utilizzare
i commenti al termine dell’articolo) prevede l’arrivo all’aeroporto di
Narita alle 11:00 di mattina. Così anzichè dirigerci direttamente nella
capitale, ci proietteremo grazie ai treni super veloci in quel di
Yudanaka (vicino a Nagano) dove c’è un parco termale
in cui vivono le famose scimmie bianche. Pernotteremo in una sorta di
ryokan (Yudanaka Seifuso) immersi nella gelida natura coni suoi
suggestivi bagni caldi e vaporosi. Terminato questo raggiungeremo Tokyo, nel
centralissimo quartiere di Shinjuku per dormire all’Hundred Stay quattro notti. Le cose da fare sono molte, ma il ruolino di marcia
non ci ha mai spaventato. Così già che c’eravamo ecco che fiocca
dall’alto anche la prenotazione per lo Skytree (sul sito inoltre è tutto
scritto in Klingon). Una volta che riusciremo
a fare tutto ciò che ci interessa, prendiamo di nuovo il treno
proiettile e voliamo a Kyoto, nel quartiere di Gion dove abbiamo
affittato una vera e tipica casetta in stile jappo. Tre notti nella
capitale culturale e poi nuovamente a Tokyo, dove per l’ultima
strepitosa avventura rilasseremo le nostre stanche membra al Kuyakusho-mae Capsule Hotel . E' fatta, basta non essere claustrofobici. Nel frattempo porterò anche a termine il libro di Murakami che mi diletta. Ormai è fatta...
Magazine Diario personale
C’è paura in questo dojo? No, sensei!!! Quindi, senza timori e remore il
mio fidato compagno di viaggio gettons ed io partiremo per la volta del
Giappone. Ahhh, il Sol Levante con tutti quei Pokemon che si muovono
incessantemente tra viuzze
elettriche e luminescenti, il paese dei bimbi yakuza che si sfidano con
i videogiochi della Konami, la Nazione che ci ha stregato con Goldrake,
walkman e tamagotchi, senza tralasciare il bukkake, ma che nel profondo
ha un’anima (e pure anime) dalle radici millenarie
che ci mostra i samurai, la tradizionale cerimonia del tè e gli inchini
come fossero tic. Insomma ci sarebbe tanto da parlare del Giappone e
dell’influenza che ha avuto su tutti noi, o su di me in particolare, che
potrei stare qui ad ore a scrivere e scrivere e magari continuare ad annoiarvi. Eppure è sempre stato
un tipo di vacanza che non mi ha mai attirato troppo. Non sono un
fanatico dei jappo, mi piace il sushi, ma non ne vado pazzo, guardo i
cartoni animati, ma non conosco i nomi dei protagonisti a menadito, in
pratica so decisamente molto poco sulla loro cultura
eccezion fatta per clichè comuni o ciò che è arrivato fin qui. La gita
invernale era ad un passo dall’avere come meta addirittura lo Yucatan.
Poi in una notte l’improvviso cambio di programma e la luce mi ha
destato l’interesse per Tokyo. Una sola mattinata
per convincere gettons che pende dalle mie labbra e poi l’acquisto del
biglietto aereo (Alitalia diretto da Roma) che mi vedrà per la prima
volta nella storia osservatore e studioso dei suoi riti propiziatori e
scaramantici. Nonostante millenni di vacanze
insieme infatti, mai era capitato che rischiassimo la vita sul medesimo
volo. Documenterò a dovere, non temete. Pur nutrendo forti dubbi sulla
riuscita di tale gita, mi son piano piano ricreduto con il passare dei
giorni. Oltre al volo infatti come avviene
nelle migliori compagnie di viaggi faidate ci siamo buttati sulla prenotazione
degli alberghi (o simili). E’ fatta ancora di più quindi. Il viaggio a
grandi linee (se qualcuno volesse dare suggerimenti o scazzarci
pesantemente per le scelte effettuate, può utilizzare
i commenti al termine dell’articolo) prevede l’arrivo all’aeroporto di
Narita alle 11:00 di mattina. Così anzichè dirigerci direttamente nella
capitale, ci proietteremo grazie ai treni super veloci in quel di
Yudanaka (vicino a Nagano) dove c’è un parco termale
in cui vivono le famose scimmie bianche. Pernotteremo in una sorta di
ryokan (Yudanaka Seifuso) immersi nella gelida natura coni suoi
suggestivi bagni caldi e vaporosi. Terminato questo raggiungeremo Tokyo, nel
centralissimo quartiere di Shinjuku per dormire all’Hundred Stay quattro notti. Le cose da fare sono molte, ma il ruolino di marcia
non ci ha mai spaventato. Così già che c’eravamo ecco che fiocca
dall’alto anche la prenotazione per lo Skytree (sul sito inoltre è tutto
scritto in Klingon). Una volta che riusciremo
a fare tutto ciò che ci interessa, prendiamo di nuovo il treno
proiettile e voliamo a Kyoto, nel quartiere di Gion dove abbiamo
affittato una vera e tipica casetta in stile jappo. Tre notti nella
capitale culturale e poi nuovamente a Tokyo, dove per l’ultima
strepitosa avventura rilasseremo le nostre stanche membra al Kuyakusho-mae Capsule Hotel . E' fatta, basta non essere claustrofobici. Nel frattempo porterò anche a termine il libro di Murakami che mi diletta. Ormai è fatta...
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