Il 2013, per il mercato dell'oro, è stato un anno di polarizzazione, come afferma l'ultimo rapporto del World Gold Council (WGC).
Infatti si sono creati due poli, uno in Oriente e l'altro in Occidente, che si sono mossi con logiche molto diverse tra loro ("La domanda di oro divide l'Oriente dall'Occidente").
Da un lato la domanda dei consumatori per il metallo giallo, compresi gioielli, lingotti e monete, è aumentata del 21% raggiungendo il livello record di 3.863 tonnellate. Un incremento dovuto per la maggior parte al drastico calo dei prezzi dell'oro.
Al contrario, il sentimento di un miglioramento macro-economico negli Stati Uniti, ha spinto molti investitori occidentali a svendere le proprie quote di ETF (Exchange Traded Fund), provocando un'emorragia di circa 881 tonnellate.
Come effetto complessivo la domanda di oro globale è scesa del 15% rispetto al 2012.
Nel 2013 l'offerta totale di oro è stata di 4.340 tonnellate, in calo del 2% rispetto all'anno precedente, dovuto ad un calo delle attività di riciclo del metallo.
La domanda di metallo giallo è stata molto forte per gioielli, lingotti e monete. Nel caso dei gioielli l'aumento della richiesta è salito a 2.209 tonnellate, il più grande aumento di volume dal 1997 (+17% rispetto al 2012). I lingotti e le monete d'oro hanno raggiunto le 1.654 tonnellate, in aumento del 28% rispetto al 2012.
Inoltre sono state consumate 405 tonnellate nel settore tecnologico e le banche centrali hanno acquistato 369 tonnellate (-32% rispetto al 2012).
Riassumendo, il 2013 è stato un anno di forte domanda per l'oro, eccezion fatta per i mercati ETF occidentali. È stato l'anno dei consumatori di oro fisico e dello spostamento di questa domanda da ovest a est.
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