Non credevi agli oroscopi, eppure leggevi la mano.
Leggevi anche i tarocchi.
Contraddizione o ricerca di equilibrio tra istinto e ragione?
Era facile, ricordi? Bastava fare la media tra quello che leggevi nelle carte e la luce che brillava in fondo agli occhi di chi stava lì, di fronte a te, in attesa di una risposta.
Azzeccavi quasi sempre.
Ora è il tuo turno; eccoti l’oroscopo di questo mese.
Con una premessa importante: anche a marzo, come in tutti i mesi della tua vita passata e futura, cercherai l’equilibrio tra gli opposti.
Non lo raggiungerai mai, ma potrai avvicinarlo.
E sarà una grande conquista.
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VERGINE (24 agosto – 22 settembre)
Musica. Alla ricerca di nuove strade jazz, coglierai la palla al balzo e ti farai coinvolgere in un progetto ibrido jazz-funk con personaggi improbabili.
Lavoro. Completerai un’attività che ti preme portare a termine; potrai quindi dedicarti serenamente alle public relations.
Nel frattempo, darai ufficialmente inizio – in maniera intrepida e seguendo lo spirito coraggioso che ti anima da qualche settimana a questa parte – alla battaglia legale che ti porterà a castigare gli eretici, ricordando la grassa risata che l’amico avvocato fece ascoltando tutta la storiaccia e la frase irripetibile che gli scappò dalle labbra – e che noi, gente poco moderna, commenteremo con uno sguardo stupito e un bel «Cospettaccio!».
Amore. Ti sporcherai le labbra con della cioccolata, sognando baci appassionati.
Varie ed eventuali. Comprerai almeno un’altra decina di libri (4-5 kg di carta) che andranno a sommarsi a quelli che avevi già preso negli ultimi mesi e che non hai ancora iniziato, tutta presa da quel diavolo d’un Dumas; anzi, all’ultima pagina de Il Visconte di Bragelonne, sciolta in lacrime d’emozione, ti chiederai con terrore come potrai vivere senza D’Artagnan e soci. Ripiegherai, dunque, su Il conte di Montecristo in versione ebook, lasciando la famosa pila di libri cartacei a momenti migliori.
XIII – L’Astrologo che casca nel pozzo
Un giorno un certo Astrologo andò a cascar nel fondo
d’un pozzo. – O bestia, – il popolo gli grida, – e se non vedi
dove tu metti i piedi
come vedrai le cose che stan fuori del mondo? –
Potrebbe quest’aneddoto servire di lezione,
senz’altra coda, a un numero stragrande di persone,
che dicono e fan credere in questo mondo incerto
di legger nel destino come in un libro aperto.
Cos’è questo Destino, che Omero e i grandi eroi
de’ vecchi tempi suoi
diceano il Caso, e noi diciamo Provvidenza?
Se Caso, è sopra il Caso ridicola la Scienza.
Se invece è Iddio, che regge negli astri e nella luna,
perché dunque si accusa il caso o la fortuna?
Chi può scrutar nell’intimo pensier di Lui, che crea
le cose e che le muove dietro un’ascosa Idea?
Avrebbe Iddio descritto nei chiari astri del cielo
ciò che l’abisso involve nel tenebroso velo?
Od ama Egli con questi cabalistici segni
esercitar gl’ingegni
di chi scrive trattati di pazza astrologia?
O ciò ch’è inevitabile non vuole più che sia?
Si scioglie anche del bene
l’incanto, se da lungi il cuore lo previene,
e offende Iddio chi crede ch’Ei voglia anche i conforti
mutar in pianto e in lutto col rovesciar le sorti.
Giran le stelle e il sole e gira il firmamento,
l’ombra succede al dì senz’altro intendimento
che di versar sul mondo soavi influssi, e fare
felici le stagioni, e i campi germogliare.
Necessità governa, e in ciel son sempre quelle,
per variar di casi, la luna, il sol, le stelle.
O grandi ciarlatani,
che preparate ai principi gli oroscopi lontani,
o cabalisti, o furbi nuovi e di tutti i tempi,
finitela una volta di canzonar gli scempi.
Ed ora che mi sento un po’ sfogato il gozzo,
ritorno a quell’astrologo che beve in fondo al pozzo:
l’immagine del quale, oltre ai saccenti pazzi,
figura certi tali che, stretti nei bisogni,
corrono dietro ai sogni,
invece di pensare a uscir dagli imbarazzi.
Jean de La Fontaine