Dopo quasi dieci anni, durante i quali la caccia era stata inutile, finalmente, qualche giorno fa, durante un bliz delle forze speciali americane in Pakistan, è stato ucciso Osama Bin Laden. Tuttavia, ancora adesso, alcune notizie non sono state del tutto chiarite, come le modalità dell’uccisione, se a freddo o durante la sparatoria.
Gli americani hanno deciso, giustamente, di non pubblicare la foto del suo cadavere, in quanto le immagini sono molto dure e drammatiche ed anche per non suscitare reazioni isteriche e pericolose fra i terroristi islamici. Comunque hanno confermato che il test del dna ha dato la prova inconfutabile che la persona uccisa è davvero Bin Laden.
Tuttavia non si placano le polemiche sul fatto che questa esecuzione
sia giusta o no e che molti la definiscono una barbarie. Meglio vivo o morto? Molti sostengono che il famoso terrorista a capo di Al Qaeda doveva essere arrestato e processato, lamentandosi della scarsa umanità degli americani. In realtà non capisco come si possa difendere un assassino che nell’arco della sua vita ha generato migliaia di morti, con attentati come quello alle Torri Gemelle o uccidendo migliaia di sciiti in Iraq lanciando prodotti tossici.
Senza voler essere giustizialista a tutti i costi, penso che a volte l’uccisione di persone che si sono macchiate di crimini indescrivibili sia davvero necessaria, e sicuramente i parenti delle vittime degli attacchi terroristici sono più che contenti della notizia. Bin Laden era un terrorista e come tale andava trattato, quindi le polemiche sono inutili e il mondo dovrebbe essere contento di avere un assassino in meno. Se poi penso a tutti i giovani che Bin Laden ha convinto a trasformarsi in kamikaze, ragazzi e ragazze della sua stessa fede, per farsi esplodere in nome di Allah uccidendo innocenti, sono convinto che Barack Obama ha detto bene annunciando che “giustizia è fatta”. Inoltre, se fosse stato catturato, probabilmente l’America sarebbe stata oggetto di ricatti da parte dei terroristi, che avrebbero chiesto la sua liberazione in cambio di vite umane prese in ostaggio.
Del resto lo affermava anche Cesare Beccaria, famoso illuminista, nel suo scritto Sui delitti e sulle pene, dove condanna le uccisioni e le torture dei colpevoli ma elenca anche casi eccezionali, come gravi crimini che possono sovvertire l’ordine della società, in cui l’uccisione è l’unico metodo per far cessare uno scempio.
Inutile quindi che si cerchi sempre di fare i moralisti: era un terrorista, sapeva di essere in guerra, ha ucciso migliaia di persone e alla fine ha scontato la giusta pena! “Giustizia è fatta”.