Quel formidabile mezzo di verità che è internet non si smentisce mai.
Sfido chiunque a trovare un internauta, dico uno, che creda alla verità di Obama sulla morte di Osama.
No, per i weblogger sono tutte sonore panzane. Riepilogando le ipotesi che ho incontrato su internet, presentate da gente convintissima della propria verità, lo giuro nessuna da me inventata, la storia, quella vera, è andata così.
Osama Bin Laden non è mai esistito.
In compenso è sempre stato amico di George Bush, dall’infanzia fino all’ultimo respiro: evidentemente un amico immaginario. L’ultimo respiro in realtà non c’è mai stato – chi è informato lo sa – perché Osama è vivo e se la spassa ai Caraibi. Non ditelo troppo in giro, che i cocktails glieli paga la Cia.
Sotto una palma, gli imperturbabili internauti l’hanno intervistato e ora ne conoscono a menadito la vera biografia. L’11 settembre 2001 Bin Laden è stato rapito dalla sua organizzanizzazione: Al Qaeda, che altro non è che una costola della Cia, pagata dalla Cia per tenere a bada i sovietici. La Cia ha preso Osama e gli ha fatto un bel lavaggio del cervello. Anche vari looks alla barba, mechata più bianca o più nera, a seconda del gusto del barbiere del Pentagono. Facendogli credere di essere il più cattivo terrorista della storia, l’hanno obbligato a fare una serie di video in cui inneggia alla guerra santa contro l’America. Perché si sa, la Cia e il governo volevano la scusa per attaccare l’Iraq e l’Afghanistan, spendere 150 miliardi di dollari l’anno per prendersi il petrolio e far fuori un po’ di gente per rallentare la crescita demografica mondiale. Per lo stesso motivo hanno fatto esplodere le twin towers, dai video si vede bene. Gli aerei sono un fotomontaggio, le centinaia di testimoni, delle comparse ben pagate.
Tornando ad Osama, ogni tanto la Cia ne tira fuori un video e lo trasmette. L’ultimo guarda caso ce lo fanno vedere proprio ora.
E Bin Laden che fine ha fatto? Non l’hanno ucciso: l’hanno mandato in un centro criogenico per ricconi immortali dove è stato surgelato come una panatina. Si sono anche inventati il modo di far rivivere il corpo assiderato, per scongelarlo nei momenti di magra elettorale. Così, dopo dieci anni, l’hanno resuscitato e portato vicino Islamabad per dare la colpa ai Pakistani.
Qui gli hanno sparato un colpo in testa per farlo morire definitivamente. Gli hanno scattato una foto, l’hanno taroccata con photoshop per farla sembrare una bufala architettata da Al Qaeda e l’hanno data in pasto ad una tv pakistana. Infine hanno preso il corpo e in qualche ora l’hanno portato a 1000 km da lì (si ipotizza con un ufo alieno, perché ad un aereo o un elicottero sarebbe impossibile tale supersonica velocità) su una portaerei in mezzo al mare dell’Oman. Ne hanno filmato il funerale musulmano e l’hanno buttato in mare.
Lo so…direte voi: qualcosa non torna. Ma non era vivo a sorseggiare caipirinhe?
Senza dubbio, ma qui il racconto si fa inverosimile e perfino gli internauti ci credono poco.
Comunque la storia sembra essere andata così. Osama si è finto morto fino a che non ha toccato il fondale. Poi ha cominciato a nuotare sott’acqua (la criogenetica sembra sviluppi incredibilmente l’apnea), ha oltrepassato il Capo di Buona Speranza circumnavigando l’Africa, ha attraversato l’Atlantico in sella ad uno squalo terrorista ed è approdato ai Caraibi esclamando: “L’America non è poi così male”.
Fine della storia.
Ah se non ci fosse internet, quanti misteri rimarrebbero irrisolti. E come tutto quadra!
Mica come il racconto di quel quaquaraqua di un presidente…
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