LO SPELEOLOGO
di NICOLAS ICARDI
Anche se il movimento rock progressive esplose già alla fine degli anni '60, il 1971 è un anno importantissimo per il progressive europeo e finalmente questo nuovo modo di fare musica arriva anche in Italia. I musicisti italiani saranno molto bravi a "farlo proprio" aggiungendoci elementi caratteristici della nostra cultura musicale. Tra i primi gruppi che dal "Beat" si sposteranno verso lidi progressive ci sono gli Osanna. Le origini del gruppo risalgono agli anni '60 e a formazioni dai nomi suggestivi come Battitori Selvaggi,Volti di Pietra e Città Frontale. Proprio in quest'ultima band si riuniscono Lino Vairetti (voce), Danilo Rustici (chitarra), Lello Brandi (basso), Massimo Guarino (batteria) e Gianni Leone (tastiere). Dopo qualche tempo, Leone se ne va per unirsi al Balletto di Bronzo (gruppo di cui vi avevo parlato alcune settimane fa) e viene sostituito dal flautista e sassofonista Elio D'Anna e i Città Frontale diventano ufficialmente Osanna. Il gruppo si forma a Napoli e il primo impatto col pubblico è notevole sia in termini di consenso popolare che di critica e consacrerà gli Osanna come una delle migliori formazioni del Festival Pop di Caracalla. Dopo aver vinto assieme alla PFM e a Mia Martini il Festival di Avanguardia e Nuove Tendenze di Viareggio, gli Osanna firmano un contratto con la Fonit Cetra e incidono l'album "L'Uomo" (1971). Per la scena musicale dell'epoca, vivace ma ancora legata a canoni tradizionali e di chiara derivazione anglosassone (al momento della sua uscita non erano ancora comparsi sulla scena gli esordi di band come PFM, Banco e Area) si tratta di un debutto discografico a dir poco shockante. Senza perdersi in eccessive compiacenze sinfoniche, gli Osanna propongono una musica che incrocia elementi del rock progressive e hard-rock con sonorità folk partenopee, in una sorta di world music ante litteram. A ciò si aggiunge la scelta estetica di presentarsi mascherati sul palco, con i volti dipinti (anni prima dei Kiss...) in una inusitata sintesi di musica e commedia dell'arte di grande impatto scenico. "L'Uomo" viene presentato come un concept album, cantato sia in italiano che inglese e irrobustito da testi ricchi di connotati sociali e politici. Nel 1972, mentre sono al lavoro sul secondo album, gli Osanna ricevono l'offerta di comporre assieme a Luis Bacalov la colonna sonora del film "Milano Calibro 9" di Fernando Di Leo. Bacalov è reduce dal successo del "Concerto Grosso" dei New Trolls e l'idea neanche troppo nascosta è quella di cavalcare il buon momento commerciale del progressive sinfonico. Il risultato viene raccolto nell'album "Preludio, Tema, Variazioni e Canzona", con esiti contradditori. Il disco ottiene un discreto successo di pubblico, ma non convince troppo il gruppo che quello stesso anno si rifiuta di presentare al Festivalbar il brano più famoso, "Canzona". Tutta la concentrazione viene rivolta invece al nuovo lavoro, l'ambizioso "Palepoli", destinato a diventare il manifesto artistico della band. Il disco esce nel 1973 e più che un album è una vera opera rock, studiata in ogni minimo particolare: dalla musica ai testi, dalle scenografie ai costumi, fino ai passi di danza da riproporre dal vivo. Suddiviso in sole tre canzoni, "Palepoli" racchiude in un sound originale, l'alchimia perfetta tra le liriche di Vairetti, la chitarra di Rustici e le divagazioni di D'Anna e rappresenta il punto d'incontro tra musica e teatralità, binomio di cui il gruppo faceva proprio punto di forza nelle esibizioni dal vivo. L'album è considerato ancora oggi uno dei capolavori del progressive italiano. Come spesso capita, tuttavia, proprio nel momento di maggior splendore i rapporti interni alla band iniziano a incrinarsi. Dopo aver organizzato il festival Be-In di Napoli e aver presentato dal vivo "Palepoli" in un fortunato quanto dispendioso tour teatrale, gli Osanna decidono di prendersi un momento di riflessione, che assomiglia più a uno scioglimento. Elio D'Anna e Danilo Rustici producono i Cervello, la band di Corrado Rustici (Fratello di Danilo e poi fortunato collaboratore di Zucchero), quindi volano a Londra per formare gli Uno insieme al batterista Enzo Vallicelli. Lino Vairetti e Massimo Guarino, resuscitano invece i Città Frontale con l'ausilio di altri musicisti. Per obblighi contrattuali nel 1974 la band però torna in studio per incidere "Landscape of Life", al quale partecipa anche Corrado Rustici. Ma ormai le tensioni interne sono già troppo forti da permettere il proseguo dell'attività e il disco non è all'altezza dei precedenti. La band arriva così, di lì a poco, allo scioglimento. Ci saranno però delle reunion nel corso degli anni, sempre condotte da Vairetti e Rustici. La prima nel 1978 porta alla registrazione di "Suddance", un disco virato al funky-jazz che riceve stroncature fin troppo impietose da parte della critica. La seconda, molto più recente, risale al 2001 e ha come risultati "Taka Boom" (album che contiene vecchi successi riarrangiati con 4 inediti) e il live "Uomini e Miti"(2003). E' del 2008 la terza reunion, con una formazione completamente rinnovata gli Osanna, con il solo Lino Vairetti della vecchia band, coadiuvato da altri buoni musicisti, incide il cd dal titolo "Prog Family" a nome Osanna/Jackson. All'album partecipano un nugolo di prestigiosissimi ospiti tra cui, appunto, David Jackson, storico sax dei Van Der Graaf Generator (da qui il titolo del cd). Tra gli altri ospiti troviamo Gianni Leone (Balletto di Bronzo), David Cross (ex King Crimson), i Solis String Quartet e altri nomi del panorama prog/rock internazionale a testimonianza dell'enorme stima che lo storico gruppo napoletano tuttora suscita nei fans.
Dalla loro discografia vi propongo 4 tracce:
"L'Uomo"dall'album"L'Uomo", uno dei pezzi più belli del disco. Vairetti declama il poetico testo e in evidenza vi sono le chitarre acustiche ed elettriche di Danilo Rustici, il flauto di Elio D'Anna, un drumming fantasioso e mai scontato di Guarino in cui possono apparire un pò datati solo alcuni interventi corali.
"In un Vecchio Cieco"da "L'Uomo", in questa traccia le liriche raggiungono il momento più alto del disco, la prima parte sembra una vera e propria canzone tradizionale con le chitarre acustiche in grande evidenza mentre la seconda è un puro assalto sonoro da parte del sax, con note lancinanti e strazianti.
"Canzona", da "Preludio Tema Variazioni Canzona" è forse il brano più famoso composto dagli Osanna, una bellissima ballata (cantata in inglese) in cui la parte da protagonista la fa il piano, che scandisce il ritmo quando ci sono le incursioni di violini, flauti o chitarra e che sorregge il brano quando c'è solo la voce.
"Animale senza respiro" da "Palepoli" è probabilmente il brano più ambizioso dell'intera carriera degli Osanna: lungo 21 minuti mette ancora una volta in evidenza la coesione musicale del quintetto. La lunga suite comprende momenti di riflessione musicale, aperture che strizzano l'occhio al jazz-rock e sfuriate che si avvicinano all'hard rock senza trascurare gli inserti acustici ed elettronici e i vari assoli di sax, flauto, chitarra, batteria, in pratica tutto ciò che può rendere felice un appassionato di Progressive.
L'UOMO - 1971
IN UN VECCHIO CIECO - 1971
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CANZONA - 1972
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ANIMALE SENZA RESPIRO - 1973
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A DOMENICA PROSSIMA...