Magazine Cinema

Oscar 2013: il Caos dell’Ingovernabilità

Creato il 26 febbraio 2013 da Dietrolequinte @DlqMagazine

Valeria Arena 26 febbraio 2013Oscar 2013: il Caos dell’Ingovernabilità

Abbiamo speso il nostro tempo a criticare gli autori televisivi italiani e il loro impalpabile senso dello spettacolo, poi però arriva l’85esima edizione degli Oscar e tiriamo un sospiro di sollievo: anche loro hanno toppato. La differenza tra il nostro e il loro modo di fare televisione è evidente da sempre, anche a chi si intende poco di sistema mediatico o star system, perché partiamo da due diversi modi di concepire la contemporaneità, o meglio, loro sono estremamente contemporanei, mentre noi arranchiamo ancora come il Peugeot di Max Pezzali che in salita non ce la fa. Questa volta però la Ferrari si è fermata; certamente non siamo ai livelli della migliore edizione dei nostri David di Donatello, ma la serata non ha di certo brillato per bellezza e divertimento. Gli autori e il presentatore Seth MacFarlane, creatore di serie animate come I Griffin, American Dad! e The Cleveland Show e regista del film Ted, hanno fatto una scelta infelice, quella di dedicare la serata al musical e alla musica, nemmeno fossimo a Broadway o ai Tony Awards, e quindi addormentare chi si era già annoiato con Les Misérables, e con tutto quello che viene cantato per più di cinque minuti. La grandezza degli Oscar, per quel poco che io ricordo e che la mia età mi ha permesso di vedere con i miei occhi, non è data solitamente dallo spettacolo canterino, ma dai discorsi, dalle parodie, dai video e dalle scelte degli autori, che quest’anno sembravano latitare: qualche battuta, non bella tra l’altro, un balletto, una canzone e la premiazione. Tutto questo per quattro ore e mezza. Ecco perché poi si rimpiangono gli autori italiani e i loro programmi televisivi.

Oscar 2013: il Caos dell’Ingovernabilità

Al di là dello show, la competizione ha seguito l’andamento delle nostre elezioni politiche: voti disgiunti e nessun vero vincitore, se non Ben Affleck (Argo), ma per un soffio, perché il premio per la miglior regia è stato invece consegnato ad Ang Lee per il suo Vita di Pi. Per il resto i premi più importanti sono stati divisi tra i film in gara, tra quali però spicca la sconfitta di Zero Dark Thirty della Bigelow. La confusione, che molti chiamerebbero ingovernabilità, è quindi una prerogativa che appartiene anche all’Academy in questo momento; magari la colpa andrebbe attribuita alle pellicole del corrente anno cinematografico, che in effetti non hanno nulla di memorabile, e ai personaggi che ci hanno messo la faccia. Per i premi dedicati agli attori protagonisti e non protagonisti la confusione era tanta: dalla Hathaway, data per favorita ed effettiva vincitrice, alla Chastain, dalla grande Emmanuelle Riva a Jennifer Lawrence, trionfatrice nella categoria dedicata alla migliore performance in un ruolo da protagonista, fino ad arrivare alla sfida Amy Adams – Jacki Weaver. L’Academy ha scelto il futuro e le grandi speranze, piuttosto che omaggiare il glorioso passato, e ha lasciato alle due vincitrici l’onere di confermare, in un recente avvenire, le aspettative che un premio come l’Oscar esige, soprattutto per due giovani attrici.

Oscar 2013: il Caos dell’Ingovernabilità

Sul versante maschile si è invece cambiata strategia. I due vincitori, Daniel Day-Lewis e Christoph Waltz, che non sono di certo due pivelli, visto che il primo è arrivato alla sua terza statuetta come attore protagonista, mentre il secondo ha ricevuto il suo secondo Oscar, hanno ricevuto dall’Academy un’ulteriore prova di fiducia. Ultracinquantenni ed estranei al mondo dello star system a stelle e strisce, al contrario delle donne vincitrici, nate e cresciute nell’industria americana, Day-Lewis e Waltz appartengono a quella categoria di vincitori silenziosi, quelli che stanno con la stessa donna da molti anni, che non ci danno nessun scoop gossipparo, che sono allergici alla mondanità e che danno la sensazione di lavorare giorno e notte, per cui quel premio sembra essere sempre pertinente. Lo scompiglio è poi continuato su altri fronti. In tal senso spiccano gli Oscar come miglior regista e miglior film già citati sopra; l’Academy, in pieno stato confusionale, ha deciso di lavarsene le mani e dividere i premi, o per far contenti tutti o perché esisteva effettivamente una reale frattura tra i votanti. Quello che, soprattutto in questi giorni, chiameremmo voto di protesta. Chi però ha rischiato l’infarto è stato Ben Affleck, il quale ha visto a poco a poco allontanarsi l’idea di stringere tra le mani l’ambita statuetta, senza dimenticare un altro super sconfitto, il re Steven Spielberg, molto amato dall’Academy, anche se sacrificato per il giovane dalle belle speranze.

Oscar 2013: il Caos dell’Ingovernabilità

Diremmo quindi che ha vinto il caos, la confusione e l’ingovernabilità. Niente di più contemporaneo per chi, tra un voto e una scheda bianca, ha seguito la serata degli Oscar non sapendo che, non solo non avrebbe dormito, ma avrebbe dovuto affrontare una delle situazioni più complicate che un paese può sostenere. Meno male che, a un quarto d’ora dalla fine, ci ha salvate lei, la first lady più pop degli ultimi anni. Direttamente dalla Casa Bianca, Michelle Obama ha avuto l’onere (l’onore l’ha avuto certamente Ben Affleck) di consegnare, anche se virtualmente, il premio come miglior film 2013, offuscando uno come Jack Nicholson, che si è trasformato in un’anomala valletta. Ben può allora tirare un sospiro di sollievo, non solo perché ha vinto, ma soprattutto perché è stato premiato dalla first lady. In quei dieci minuti abbiamo dimenticato la confusione e l’imbarazzo di uno show sottotono e soporifero, salvati da una delle personalità mediatiche più potenti degli ultimi anni, anche se in fondo il bilancio finale non cambia: gli Oscar 2013 sono stati certamente un semidisastro, ma noi ai disastri ci siamo abituati, e mai come adesso la metafora è estremamente attuale.

Oscar 2013: il Caos dell’Ingovernabilità


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :