In vista della consegna delle ambite (?) statuette pelate , il 22 febbraio, vi proponiamo il nostro roundup sui film che se le contenderanno.
Lo Hobbit - La battaglia delle cinque armate di Peter Jackson
nomination: 1
uscita italiana: 17 dicembre 2014
il nostro voto:
cos’è: l’epilogo dell’avventura di Bilbo Baggins.
perché vederlo: la ricetta è sempre la stessa, da quattordici anni: battaglie, mostri di ogni genere, il bene che trionfa sul male proprio quando sembra pronto a soccombere. I fan non saranno delusi neanche stavolta.
cosa manca: l’ultimo film della seconda trilogia tolkeniana paga per intero lo scotto di una storia stiracchiata pur di rispondere alle necessità del format; al contrario del precedente La desolazione di Smaug, che nella parte finale sembrava aver riacceso i fasti dei migliori episodi, La battaglia delle cinque armate risulta piatto e poco coinvolgente proprio quando il climax tanto promesso si avvicina. Ma non arriverà mai.
La teoria del tutto di James Marsh
nomination: 5
uscita italiana:15 gennaio 2015
il nostro voto:
cos’è: la storia della relazione tra il fisico Stephen Hawking e sua moglie Jane.
perché vederlo: pur trattando del delicato argomento della malattia, il film riesce a tenersi lontano dalla melassa del melodramma nel raccontare questa storia d’amore e di sacrificio. Il finale è estremamente furbo ma di innegabile efficacia ed ispirata tecnica cinematografica.
cosa manca: il pathos. Non c’è mai tensione, né scontro: le emozioni sono ovattate in una nebbiolina di politically correct, molto britannica, che ottunde i sensi. Non una grande premessa per un film romantico.
The Imitation Game di Morten Tyldum
nomination: 8
uscita italiana:1 gennaio 2015
il nostro voto:
cos’è: l’impresa di un gruppo di matematici, guidati da Alan Turing, che riuscì a decifrare il sistema di comunicazione segreto della Germania nazista, contribuendo a porre fine alla Seconda Guerra Mondiale.
perché vederlo: la storia ha un fascino antico, mescolando spionaggio, guerra e melodramma, ma si fa portabandiera di un messaggio universale e decisamente moderno. Nel cast di ingessati britannici, Cumberbatch domina la scena, pur risultando talvolta sopra le righe.
cosa manca: è un polpettone cucinato ad arte, ma questo non lo rende meno indigesto a chi è in cerca di qualcosa di più ispirato.
Still Alice di Richard Glatzer e Wash Westmoreland
nomination: 1
uscita italiana: 16 gennaio 2015
il nostro voto:
cos’è: una brillante linguista deve fare i conti con l’insorgenza di una rara forma di Alzheimer precoce.
perché vederlo: si tratta di un film corale, in cui ogni elemento del cast (persino Kristen Stewart) trova la sua collocazione funzionale; i registi riescono ad affrontare il tema con grande delicatezza, ma senza fare alcuno sconto alla loro meravigliosa protagonista, Julianne Moore.
cosa manca: chiede allo spettatore empatia e complicità non necessariamente contraccambiate.
The Grand Budapest Hotel di Wes Anderson
nomination: 9
uscita italiana: 10 aprile 2014
il nostro voto:
cos’è:la storia del pittoresco Gran Budapest Hotel e del suo mitologico concierge.
perché vederlo: Wes Anderson ha l’innegabile merito di aver inventato un genere del quale è l’unico interprete, fondendo artigianato, invidiabile inventiva, skill alla regia e, non ultima, una grande cultura cinematografica (cult la sequenza che cita frame per frame Il sipario strappato); solo con lui anche i mostri sacri della recitazione accettano di mettersi in discussione. Non manca neanche il consueto finale melodrammatico, che fa uscire dalla sala con una lacrimuccia catartica.
cosa manca: è una variante del solito canovaccio, ma più debole delle precedenti (in particolare, sfigura di fronte a Moonrise Kingdom).
Birdman or (The Unexpected Virtue of Ignorance) di Alejandro G. Iñárritu
nomination: 9
uscita italiana: 5 febbraio 2015
il nostro voto:
cos’è: un attore da blockbuster sul viale del tramonto cerca il riscatto artistico adattando per Broadway un romanzo di Raymond Carver. Il personaggio che lo ha reso celebre al botteghino e che ora aleggia su di lui come diabolico alter ego ha però intenzioni diverse.
perché vederlo: è un esperimento irresistibile, un unico (finto) piano sequenza reso possibile dalla magia del digitale, messa nelle mani di un regista coraggioso supportato dal miglior direttore della fotografia su piazza (EmmanuelLubezki). Keaton è pieno di autoironia tagliente, Norton la solita garanzia.
cosa manca: la linea tra grottesco e ridicolo è sottile, così come quella tra capolavoro ed irritante incompiuto.
Boyhood di Richard Linklater
nomination: 6
uscita italiana: 23 ottobre 2014
il nostro voto:
cos’è: l’infanzia e l’adolescenza di Mason, dai 5 ai 18 anni.
perché vederlo: non si può far a meno di ammirare Linklater e il suo cast per la costanza con la quale, estate dopo estate, hanno continuato a girare il loro film: si tratta di una impresa artistica ambiziosa e sicuramente riuscita, che nonostante il minutaggio significativo non lascia andare la sua presa sullo spettatore. Hawke e Arquette sono impeccabili.
cosa manca: alla lunga, il gioiellino inizia a creparsi: Linklater paga il casting del protagonista, Ellar Coltrane, che crescendo diviene un attore sempre più mediocre e soprattutto sconta (più che nella sua famigerata trilogia sull’amore) una innata tendenza all’abbellimento della realtà, che finisce con l’assumere contorni da fiaba tradendo l’imperativo alla base dell’intero progetto.
Interstellar di Christopher Nolan
nomination: 5
uscita italiana: 6 novembre 2014
il nostro voto:
cos’è: un gruppo di astronauti s’imbarca in un viaggio interstellare per salvare il futuro dell’umanità.
perché vederlo: i fratelli Nolan sono la migliore garanzia su piazza che un filmone-da-botteghino possa vantare: la loro visione meravigliosamente contorta e cervellotica del cinema non è cambiata, dai piccolissimi budget di The Following e Memento fino agli stramilioni di Batman ed Inception; Interstellar fatica a carburare, ma quando lo fa (è necessaria un’oretta) succede qualcosa di magico ed ognuna delle incongruenze della trama si dissolve in una entusiasmante esperienza cinematografica.
cosa manca: il prologo all’avventura riesce ad essere allo stesso tempo troppo lungo ed affrettato; durante tutto il film basta poca attenzione per inciampare in tante situazioni per le quali la sospensione dell’incredulità non è davvero sufficiente.
L’amore bugiardo – Gone Girl di David Fincher
nomination: 1
uscita italiana:18 dicembre 2014
il nostro voto:
cos’è: una donna scompare nel nulla e suo marito diviene il primo sospettato.
perché vederlo: guardare Gone Girl è come fare un giro sulle montagne russe: Fincher cambia registro ogni volta che lo spettatore sembra abituarsi, passando con disinvoltura dalla commedia al dramma, dal giallo al thriller, fino a rivelare la vera natura del suo film: quella della farsa, grottesca e geniale, che sferza su ipocrisia ed universo mediatico.
cosa manca: può deludere chi è andato al cinema aspettandosi un thriller con sequenze mozzafiato o coltelli insanguinati; per quelle conviene rivolgersi ad uno dei cento horror in sala ogni settimana.
Lo sciacallo di Dan Gilroy
nomination:1
uscita italiana:13 novembre 2014
il nostro voto:
cos’è: un ambizioso cameraman è disposto a tutto pur di riprendere lo scoop del giorno. Ogni giorno.
perché vederlo: Gilroy, sceneggiatore prestato alla regia, apre uno squarcio sullo spietato mondo delle cable news restituendolo con una notevole dose di verosimiglianza e cinismo: una Los Angeles bella e maledetta fa da scenario alle “imprese” della scoraggiante fauna di squali e sciacalli che si aggira nella notte, alla ricerca dell’inquadratura più cruenta. Gyllenhaal, quasi irriconoscibile, è l’antieroe perfetto.
cosa manca: l’epilogo non è coraggioso quanto il resto del film avrebbe meritato.
Whiplashdi Damien Chazelle
nomination: 5
uscita italiana: 12 febbraio 2015
il nostro voto:
cos’è: le disavventure di un talentuoso percussionista.
perché vederlo: Whiplash è elettrizzante. Anche tutti quelli che detestano i film musicali resteranno ipnotizzati dal ritmo che Chazelle regala al suo primo lungometraggio: come i suoi due monumentali protagonisti (Miles Teller e J.K. Simmons, prestazione che vale una carriera) non accetta nessun compromesso pur di realizzare al massimo le potenzialità della storia. È difficile smaltire l’adrenalina, anche quando i titoli di coda sono passati da qualche minuto.
cosa manca: una buona campagna di PR che accompagni la distribuzione italiana del film. Passaparola.