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Degli Oscar assegnati condivido assolutamente quello a Mark Rylance come miglior attore non protagonista ne "Il ponte delle spie", nel ruolo della spia russa Abel. Interpretazione straordinaria per sobrietà: niente moine e mossette. Memorabile la naturalezza con cui la spia catturata, ancora in pigiama, chiede ai poliziotti: "Potete passarmi la dentiera"? Le più belle storie e le più belle interpretazioni non sono quelle che ci indicano certezze, ma quelle che ci immergono nella complessità. Abel di Rylance ama la patria socialista o semplicemente il suo lavoro, come un funzionario efficiente? Credo non lo sappia neanche lui. La saggezza è non farsi domande inutili. Infatti alle domande dell'avvocato americano risponde ripetutamente: "Servirebbe a qualcosa saperlo"?